Cari amici lettori, oggi parliamo di un personaggio forse poco noto ai molti, ma sicuramente conosciuto da chi ha la televisione tra i propri hobby, qualunque ne sia la sfaccettatura. Parlo appunto di Franca Leosini, preparatissima giornalista napoletana, che da pochi anni si è infatti affacciata nell’affascinante mondo della televisione. Cavallo di battaglia della Leosini, è la sua trasmissione “Storie maledette”. Ogni domenica sera infatti, in seconda o terza serata su Raitre, la giornalista dedicava, circa due anni fa, la sua trasmissione, ad un atroce, quanto cinicamente affascinante, fatto di cronaca giudiziaria. In ogni puntata infatti, Franca Leosini, si recava nell’ istituto penitenziario dove il colpevole scontava la propria pena, e con una intervista accurata al medesimo, tentava di illustrare il delitto compiuto. Attenzione. Una illustrazione di certo non limitata al semplice racconto dell’accaduto, come oramai la televisione ci ha abituato; l’atmosfera infatti che si creava in quei circa sessanta minuti di trasmissione, almeno per me, era davvero particolare. Indimenticabili i suoi sguardi, freddi, ma al tempo stesso colmi di commiserazione o di “odio”, nei confronti di chi, talvolta con estrema freddezza, raccontava il reato commesso. Indimenticabili due momenti. Il primo, quando la giornalista si trovò dinanzi ad una persona, che con cinica semplicità, raccontava il susseguirsi delle azioni con le quali aveva prima violentato, e poi ucciso una ragazza. Il secondo, invece, nei riguardi di un ragazzo, che minorenne, si ritrovava già in carcere per aver ucciso sua madre, a causa dei continui maltrattamenti subiti, in occasione della nuova relazione di sua madre. Ora invece, la stessa giornalista, cura la terza serata del sabato sera di RaiTre, con un altro prodotto di nome “Ombre sul giallo”. Questa volta più distaccato è il tono della trasmissione. Questa volta da uno studio Rai, la Leosini, con l’ausilio di addetti ai lavori, si limita alla sola narrazione dei fatti riguardanti eventi di cronaca nera giudiziaria, al più utilizzando ricostruzioni fatte ad arte mediante attori. Ed è la puntata dello scorso sabato che mi ha spinto a scrivere questo post. Dopo infatti aver trattato gialli degli anni passati nelle scorse settimane, sabato sera in studio, la puntata si è incentrata sugli ancora oscuri fatti di Rignano. Ebbene, credo che la Leosini abbia dato una gran bella lezione di stile, sia a Bruno Vespa, che ad Enrico Mentana. Non necessariamente bisogna portare decine di genitori o maestre coinvolte per descrivere un fatto di cronaca così grave. Con l’ausilio di un solo magistrato e di un docente di psicologia giuridica, si è cmq riuscito a trattare l’argomento, senza effettuare zoom sulla lacrima del genitore, e senza interviste esclusive a maestre ormai fuori carcere. Con una particolare e forbita mimica e dialettica Franca Leosini è riuscita ad illustrare ed analizzare il fatto senza scendere né nel colpevolismo, né nell’innocentismo. Credo che sia una delle migliori scoperte della televisione odierna. Provare per credere….
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