lunedì 4 febbraio 2008

UNO SGUARDO ALLA FICTION DEL FUTURO...


Cambia il mondo, e a quanto pare cambia anche la fiction. Nuove tipologie di prodotti si affacciano sul nostro piccolo schermo, per ringiovanire una tipologia di prodotto che forse fin troppo è stata spremuta dalle reti generaliste, e soprattutto, ancor peggio calcando sempre sulle stesse storie. Recentemente infatti, sempre meno sono i prodotti divertenti e leggeri, e sempre più invece si spingono nella ricostruzione di eventi storici e di personaggi importanti. Ecco quindi, un interessante articolo de Il Giornale che, a quanto pare, apre nuovi spiragli. Buona lettura.

La fiction ai tempi di Moccia. Eh sì, quando al cinema sbancano i film per teen ager, la Tv non può tirarsi indietro. Il filone è ghiotto e in tempi di magre idee, meglio andare sul sicuro. Così tra breve vedremo arrivare sul piccolo schermo prodotti dedicati a loro: i ragazzi armati di Ipod, palmari e motorino, che però, da che mondo è mondo, si devono districare tra i primi amori e, soprattutto, affrontare quella grande e complicata seccatura di diventare grandi. Oddio, il tema non è certo nuovo, ma si cercano altre strade per raccontarlo. Ieri (sabato, ndr), al premio Saint-Vincent per la fiction in corso nella cittadina valdostana, sono stati presentati due di questi lavori. I liceali, serie in sei puntate in onda su Canale 5 ad aprile, e Noi due, tv movie in un’unica serata che sarà trasmesso su Raidue a primavera in data da definire. In sostanza, siamo dalle parti dell'Attimo fuggente e di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, il tutto mescolato con i lucchetti di Ponte Milvio della generazione che legge i libri di Federico Moccia. Certo, siamo ben lontani dalla magia del film con Robin Williams e dalla forza del libro di Enrico Brizzi, però qui siamo in Tv, si parla al grande pubblico. E il tentativo di raccontare i ragazzi di oggi c'è. I liceali, prodotto da Valsecchi (Ris e Il capo dei capi-Riina) è diretto da Lucio Pellegrini: racconta le vicende di un professore di provincia (Giorgio Tirabassi) che viene chiamato in un liceo del centro di Roma. Si trasferisce con la figlia adolescente nella capitale con tutti i problemi e anche le buffe situazioni che ne derivano e affronta il difficilissimo rapporto con gli studenti, tutti ricchi e viziati figli di professionisti, imprenditori, ministri. Lui, con le camicie a quadratini e la giacca marrone di fustagno fuori moda, vuole fare il Don Milani, i ragazzi lo sbeffeggiano. In una scena gli studenti si alzano tutti in piedi sui banchi come nell'immagine finale del film di Peter Weir e dicono al docente: «Guardi, se vuole fare l'Attimo fuggente, non si dia tanta pena, ecco fatto». Ovviamente, nel nuovo liceo, spunta un incontro interessante, con una professoressa (Claudia Pandolfi), stressata, inquieta, apatica, dapprima diffidente verso questo nuovo collega e poi ammirata e desiderosa di riscoprirne i suoi ideali ormai perduti. Anche gli allievi si fanno contagiare dal nuovo venuto. Con molti luoghi comuni e qualche spunto interessante, la fiction è ben recitata, oltre che dalla coppia Pandolfi-Tirabassi e dalla bella Diane Fleri che si è già vista nel film Mio fratello è figlio unico, anche dai giovani e talentuosi giovani attori. Liberamente ispirato al personaggio di Jack Frusciante, Noi due è diretto invece da Massimo Coglitore, alla sua prima esperienza dopo due corti, e prodotto da 11 marzo film. È la storia di Jack appunto (Federico Costantini) e del suo percorso verso la maturità attraverso la scoperta dell'amore e dei valori importanti della vita. Da adolescente scapestrato che pensa solo a moto e feste si ritrova uomo innamorato e responsabile che aiuta la giovane compagna (Giulia Steigerwalt) ad affrontare la sua malattia (un difetto cardiaco) che la potrebbe portare anche alla morte. I due ragazzi offrono una buona prova di recitazione, affiancati da attori più affermati come Claudio Bigagli e Giulietta Revel, realizzando un lavoro genuino e onesto, certo un po’ troppo lento e privo di guizzi. Ma è un tentativo per recuperare un po’ di giovani tra il pubblico di Raidue. Vedremo se funzionerà.
Laura Rio
per "Il Giornale"(03/02/08)

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