ANTONELLA CLERICI E TI LASCIO UNA CANZONE: COMMENTI ALLA PRIMA PUNTATA

E' terminata la prima puntata del nuovo show di Antonella Clerici e, come è abitudine, ecco qui i miei primi personali commenti e giudizi. La trasmissione è Ti Lascio una Canzone, titolo tratto direttamente da una canzone di Gino Paoli. Lo show non propone nulla di nuovo. Una semplice, semplicissima gara canora tra bambini o quasi. Canzoni vecchie e meno vecchie nelle mani, o meglio nelle corde vocali di interpreti all'altezza della situazione. Questo va detto. I piccoli protagonisti della trasmissione sono stati molto bravi, talvolta sorprendenti in un atteggiamento poco consono alla loro anagrafe.

Gran figura fa la scenografia del teatro Ariston, sicuramente una arma in più per lo show. Un aspetto grafico forse persino migliore della ultima kermesse canora portata in porto da Pippo Baudo e Piero Chiambretti. La trasmissione scorre giù, come un semplice bicchiere d'acqua. Il massimo che possa fare. Canzoni note e spesso conosciute nei minimi dettagli dal pubblico possono costituire motivo di curiosità, soprattutto vista l'eta dei giovanissimi interpreti. Fiorello, Mike Bongiorno, Massimo Lopez, hanno fatto la loro comparsata in video registrati, complimentandosi per canzoni eseguite in diretta. Antonella Clerici era consapevole in volto del compito difficile affidatole dal direttore di rete Fabrizio Del Noce. Consapevole forse della debolezza del suo prodotto, e confortata solo nel finale da un incoraggiante complimenti ricevuto dalla giuria della puntata, costituita da Cecchetto, Tatangelo, Sandrelli e De Rossi.

Di certo non una novità nel panorama televisivo italiano. Il piacere forse di risentire Liza Minnelli, ha potuto portare punti a vantaggio del programma. In generale meglio di quanto mi aspettavo. Non ci sono lacrime per ora, nè malattie raccontate nei minimi dettagli. La presenza della Clerici ed il suo treno, lo so, mi ha traumatizzato.

Una trasmissione che ancora per tre sabati occuperà il sabato sera di RaiUno. Un sabato sera presumibilmente, sempre più povero, di ascolti, per RaiUno.