Stasera RaiUno propone un ulteriore figlio di RaiFiction. Don Zeno, l'uomo di Nomadelfia, che riporta sulla rete ammiraglia di stato Giulio Scarpati, dopo il clamore del Medico in Famiglia, qualche fiction Mediaset, e l'anonimo (almeno negli ascolti) Una Famiglia in Giallo. Una storia di un uomo speciale, meritevole di ricordo e di dimostrazione. Ambientato nel contesto fascista, DonZeno aiutava i bambini poveri, coloro che, dopo un presente così oscuro, non intravedevano nemmeno da lontano il loro futuro. Ecco la trama tratta direttamente da RaiFiction.it
In onda martedì 27 e mercoledì 28 maggio 2008 alle 21.10 su Rai Uno
La vita avventurosa di Don Zeno Saltini, il sacerdote fondatore della comunità di Nomadelfia, viene rievocata su Rai Uno con Giulio Scarpati protagonista, per la regia di Gianluigi Calderone.
Don Zeno l'uomo di Nomadelfia racconta in due serate per la tv l'avventura umana di un prete che per salvare i bambini abbandonati nella miseria e nella disperazione e farli diventare persone libere e oneste, dovette fare i conti con due guerre, con il fascismo, con il nazismo, con la democrazia, con la Chiesa. E con se stesso.
Zeno Saltini era nato in un paese agricolo dell'Emilia nel 1900. La sua famiglia era cattolica. Il nonno, in contraddizione con i tempi, aveva trasformato il suo vasto podere in una comunità dove non si faceva differenza fra padroni e dipendenti. Veniva da questo insegnamento la vocazione di Zeno per la vita religiosa e per la difesa dei più deboli, soprattutto dei bambini.
Dopo la terribile esperienza della Grande Guerra (aveva diciotto anni) Zeno abbandonò la famiglia, lasciò con dolore la ragazza che amava, prese i voti e si dedicò alla fondazione di una piccola comunità cristiana simile a quelle di quasi duemila anni prima, dove tutti erano figli di tutti, e tutti erano genitori di tutti. E lo fece con l'entusiasmo e l'allegria di chi ama la vita ed è pronto a battersi per le sue idee; non solo con il buon esempio, ma anche adoperando le mani in modo battagliero. Se c'era da fare a pugni, Zeno non si tirava indietro.
Prima dovette scontrarsi coi latifondisti, poi fu perseguitato dai fascisti (subì anche un processo dal Tribunale Speciale). Durante la seconda guerra mondiale, quando metà dell'Italia era occupata dagli Alleati Occidentali e metà dai nazisti, traversò con grandi rischi la linea del fuoco, fra morti e macerie, raggiunse il Sud ormai libero, e da lì – militante della propria fede – marciò con i Liberatori verso il Nord, cioè verso il suo piccolo paese, per riportarvi la democrazia.
Fu una delusione. Gli amici di un tempo erano diventati rivali fra loro, sostenendo tesi politiche contrapposte e interessi non precisamente onesti. Il senso della solidarietà si era perduto.
La vita avventurosa di Don Zeno Saltini, il sacerdote fondatore della comunità di Nomadelfia, viene rievocata su Rai Uno con Giulio Scarpati protagonista, per la regia di Gianluigi Calderone.
Don Zeno l'uomo di Nomadelfia racconta in due serate per la tv l'avventura umana di un prete che per salvare i bambini abbandonati nella miseria e nella disperazione e farli diventare persone libere e oneste, dovette fare i conti con due guerre, con il fascismo, con il nazismo, con la democrazia, con la Chiesa. E con se stesso.
Zeno Saltini era nato in un paese agricolo dell'Emilia nel 1900. La sua famiglia era cattolica. Il nonno, in contraddizione con i tempi, aveva trasformato il suo vasto podere in una comunità dove non si faceva differenza fra padroni e dipendenti. Veniva da questo insegnamento la vocazione di Zeno per la vita religiosa e per la difesa dei più deboli, soprattutto dei bambini.
Dopo la terribile esperienza della Grande Guerra (aveva diciotto anni) Zeno abbandonò la famiglia, lasciò con dolore la ragazza che amava, prese i voti e si dedicò alla fondazione di una piccola comunità cristiana simile a quelle di quasi duemila anni prima, dove tutti erano figli di tutti, e tutti erano genitori di tutti. E lo fece con l'entusiasmo e l'allegria di chi ama la vita ed è pronto a battersi per le sue idee; non solo con il buon esempio, ma anche adoperando le mani in modo battagliero. Se c'era da fare a pugni, Zeno non si tirava indietro.
Prima dovette scontrarsi coi latifondisti, poi fu perseguitato dai fascisti (subì anche un processo dal Tribunale Speciale). Durante la seconda guerra mondiale, quando metà dell'Italia era occupata dagli Alleati Occidentali e metà dai nazisti, traversò con grandi rischi la linea del fuoco, fra morti e macerie, raggiunse il Sud ormai libero, e da lì – militante della propria fede – marciò con i Liberatori verso il Nord, cioè verso il suo piccolo paese, per riportarvi la democrazia.
Fu una delusione. Gli amici di un tempo erano diventati rivali fra loro, sostenendo tesi politiche contrapposte e interessi non precisamente onesti. Il senso della solidarietà si era perduto.
Ecco il parere di coloro che, nel dietro le quinte, hanno dato il loro contributo alla realizzazione di questa fiction:
"Il vero motore della storia - spiegano gli autori Nicola Badalucco, Giuseppe Badalucco e Franca De Angelis - è il carisma di Don Zeno, insieme al suo grande senso dello spettacolo e all'importanza attribuita alla comunicazione; dal 1945 iniziò a filmare tutto quello che faceva e per raccogliere fondi insegnò ai suoi ragazzi a cantare e a ballare."
La fiction su Don Zeno ha avuto la collaborazione dei "Nomadelfi". Dice il regista Gianluigi Calderone: "La generosità della gente di Nomadelfia è stata grande. Hanno capito quanto sia importante che Don Zeno e il suo messaggio giungano a quante più persone possibili."
Il produttore Mario Rossini spiega: "Sono rimasto affascinato dalla figura carismatica e controversa di Don Zeno. Di un sacerdote che ha combattuto contro tutto e tutti per difendere le sue idee e i suoi ideali."
Le riprese della fiction si sono svolte in Italia in varie località fra Carpi, Mirandola, Modena e in Bulgaria, dove sono state girate le scene relative al periodo bellico. Le riprese si sono concluse nei pressi di Grosseto dove attualmente è attiva la comunità di Nomadelfia, in cui vivono circa 50 famiglie, 350 persone che come le prime comunità cristiane mettono ogni bene in comune, accolgono bambini in affido, non adoperano il denaro, lavorano e studiano nella cittadella dell'Utopia.
La fiction su Don Zeno ha avuto la collaborazione dei "Nomadelfi". Dice il regista Gianluigi Calderone: "La generosità della gente di Nomadelfia è stata grande. Hanno capito quanto sia importante che Don Zeno e il suo messaggio giungano a quante più persone possibili."
Il produttore Mario Rossini spiega: "Sono rimasto affascinato dalla figura carismatica e controversa di Don Zeno. Di un sacerdote che ha combattuto contro tutto e tutti per difendere le sue idee e i suoi ideali."
Le riprese della fiction si sono svolte in Italia in varie località fra Carpi, Mirandola, Modena e in Bulgaria, dove sono state girate le scene relative al periodo bellico. Le riprese si sono concluse nei pressi di Grosseto dove attualmente è attiva la comunità di Nomadelfia, in cui vivono circa 50 famiglie, 350 persone che come le prime comunità cristiane mettono ogni bene in comune, accolgono bambini in affido, non adoperano il denaro, lavorano e studiano nella cittadella dell'Utopia.
L'appuntamento è per stasera e domani sera, alle 21:10, su RaiUno.
(le immagini sono tratte da RaiFiction.it e TvBlog.it)
Semplicemente bellissimo. Complimenti a Scarpati e tutti gli attori.
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