E' il tormentone di questo periodo, che occupa a titoli cubitali quella che è la cronaca televisiva, così scarna di notizie interessanti, e così concentrata sulla possibilità che Paolo Bonolis possa presentare la prossima edizione del Festival di Sanremo, la cinquantanovesima. Sembra quasi che il presentatore sia "portatore sano di share ed ascolti e di novità", e che sia soprattutto l'unico esemplare in giro, senza cloni o altre possibilità. Non ci si è guardato intorno, non si è sondato alcun altro sentiero. Ci si è buttati solo e solamente su Paolo Bonolis, unico salvatore del teatro Ariston, memore di ascolti altissimi, con un Sanremo seguitissimo e molto gradito nell'edizione del 2005.
Sembra quasi che nessuno sia più in grado di poter presentare su quel palco, nè tantomeno si è avuta la volontà di cercarlo.
A mio parere, però, non si sono considerati dei fattori, di una importanza immane, e sicuramente non trascurabili.
Sanremo è il coronamento di un sogno per un presentatore e, intelligentemente, è bene che lo si presenti quando si è all'apice del successo e dell'esposizione mediatica. Come fare una foto, una istantanea di un successo arrivato e che difficilmente potrebbe durare a lungo. Giorgio Panariello ne sa qualcosa. Il suo Sanremo di certo non rappresentava il coronamento di alcunchè, visto il suo recente flop con Il Cielo è sempre più blu.
Forse la Rai non sta valutando un fattore estremamente importante, fondamentale in questo contesto. Nel 2005, Paolo Bonolis era in un vero e proprio periodo d’oro, tendente al platino. Bastava nominarlo, farlo vedere solo in foto, che l’ascolto e l’attenzione saliva. Dopo una prima tranche di Affari Tuoi sino a gennaio, bastò il suo ritorno, dopo le deludenti “Tre Scimmiette” di Simona Ventura, per riportare più che a galla l’access prime time di RaiUno: ascolto sempre superiore ai dieci milioni, con share tendente al 35%. La situazione ora, mi appare diversa. Il gradimento nei confronti del personaggio Bonolis è decisamente calato, è inutile negarlo. Sarà stato forse il suo passaggio a Mediaset, mai perdonato dal più affezionato pubblico dalle preferenze Rai, il suo evitabile passaggio in tv con FattoreC, una offesa alla sua stessa intelligenza più che a quella dei telespettatori, rinnegata poi, riversandone le responsabilità alla stessa Mediaset, il suo atteggiamento che , almeno a quanto traspare nelle interviste più recenti, appare diverso dal passato.
Meno Paolo Bonolis, e più assistito di Lucio Presta, con tutte le strategie annesse e connesse. Un sua trasmissione in prima serata, come Il Senso della Vita, non riesce a superare i tre milioni, nonostante interviste e partecipazioni di personaggi di alto livello, televisivamente parlando.
Meno Paolo Bonolis, e più assistito di Lucio Presta, con tutte le strategie annesse e connesse. Un sua trasmissione in prima serata, come Il Senso della Vita, non riesce a superare i tre milioni, nonostante interviste e partecipazioni di personaggi di alto livello, televisivamente parlando.
Paolo Bonolis, sembra non essere più quel Paolo Bonolis del 2005. Le stoccate rivolte a Pippo Baudo, il suo volere a tutti i costi Sanremo, la sua volontà di lavorare “a progetto”, forse poco consona per quanto riguarda un presentatore e maggiormente inerente ad un artista dalle numerose sfaccettature, come Roberto Benigni, giusto per fare un nome. Tutto ciò sembra aver reso questo personaggio forse troppo lontano dal pubblico, e più vicino all’odore della filigrana.
Inutile negarlo. Il pubblico ha voltato le spalle a Paolo Bonolis. Il presentatore nel 2005 era in una vera e propria onda dorata, ora, è sotto gli occhi di tutti, la situazione è ben diversa. E a Sanremo, per quanto possa dispiacere ai musicisti, questo discorso conta, eccome se conta. Tutto ciò, di certo, non vuole sminuire il lavoro eccellente compiuto da Bonolis nel 2005, un Sanremo che anche io ho apprezzato ed ampiamente esaltato. Ma in un così prepotente scenario televisivo, bisogna tener conto anche di questi fattori, che possono decisamente influenzare positivamente o viceversa, il vasto pubblico televisivo. Un suo probabile Sanremo, per molti, potrebbe apparire solo come un rilancio per tornare poi a Mediaset, ulteriore motivo di probabile dissenso nei confronti del personaggio televisivo.
Ed allora, siamo proprio convinti che Paolo Bonolis, sia davvero il salvatore di Sanremo?
Inutile negarlo. Il pubblico ha voltato le spalle a Paolo Bonolis. Il presentatore nel 2005 era in una vera e propria onda dorata, ora, è sotto gli occhi di tutti, la situazione è ben diversa. E a Sanremo, per quanto possa dispiacere ai musicisti, questo discorso conta, eccome se conta. Tutto ciò, di certo, non vuole sminuire il lavoro eccellente compiuto da Bonolis nel 2005, un Sanremo che anche io ho apprezzato ed ampiamente esaltato. Ma in un così prepotente scenario televisivo, bisogna tener conto anche di questi fattori, che possono decisamente influenzare positivamente o viceversa, il vasto pubblico televisivo. Un suo probabile Sanremo, per molti, potrebbe apparire solo come un rilancio per tornare poi a Mediaset, ulteriore motivo di probabile dissenso nei confronti del personaggio televisivo.
Ed allora, siamo proprio convinti che Paolo Bonolis, sia davvero il salvatore di Sanremo?
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