Beh, era da un bel pò che non si sentiva parlare di Giorgio Panariello. Lo feci io, di mia iniziativa, qualche tempo fa, ma, televisivamente parlando, sono lontani i tempi che lo vedevano mattatore del piccolo schermo. Tra le critiche, le polemiche, e gli alti ascolti, Giorgio Panariello portò in televisione lo show itinerante, il vero e proprio carrozzone da varietà, in giro per l'Italia a dispensare le risate (talvolta, nel caso di Panariello, un pò spente) ed i soldi della Lotteria Italia. Momento chiave della sua carriera è stato il Sanremo 2006, quel Sanremo "colpevole" di seguire, temporalmente, quello tanto iridato ed incensato di Paolo Bonolis, ancora vivo nella mente di tutti per realizzare, ahimè per Panariello, troppi confronti. Ecco l'intervista, tratta da Il Giornale:
Panariello: "Torno sabato, ma in Europa La nostra Tv mi fa star male"
Roma - Che fine ha fatto Giorgio Panariello? Una sola cosa è più difficile che ottenere successo. Mantenerlo. E si sa che il comico toscano, oltre a quello di far ridere, possiede il talento di sapersi dosare. Regolare come un orologio, dopo una, due stagioni tv, lui si ritira in teatro, a «fare il pieno» di idee per quando si riaffaccerà davanti alle telecamere. Ma di anni, stavolta, ne sono passati quattro (ultima edizione di Torno sabato: 2004, quello show che fu definito da Franca Ciampi esempio di tv deficiente, anche se poi chiarì che non ce l’aveva con Panariello). Né si prevede che per lui la telecamera si riaccenda prima dell'autunno del 2010. Che fine ha fatto il re degli show di Raiuno? È vero che ha affermato che «la tv mi ha dato la popolarità, ma mi ha tolto la serenità»?
«Intanto non è proprio vero che sia sparito dallo schermo - ribatte lui, fresco vincitore del Premio Solidarietà al Premio Barocco, teletrasmesso venerdì in prima serata -. Quest'anno ho fatto moltissime ospitate. Ma è vero che non ho più la mia serenità. È il prezzo che devi pagare, quando fai le cose come le faccio io. Con tutto me stesso. Però col mio autore di fiducia Giampiero Solari stiamo già preparando un nuovo show: sul tipo di Torno sabato ma con caratteristiche completamente diverse. Poche puntate, quattro, cinque al massimo; mai più abbinato alla Lotteria Italia; mai più durante un periodo di garanzia (quello in cui le esigenze di ascolto sono tassative); mai più in sfida diretta coi big della concorrenza: dalla De Filippi a Bonolis, i derby li ho giocati tutti io. Ma una volta almeno vorrei incontrarmi col Chievo Verona».
Il fatto, si sfoga Panariello, è «che per correre incontro agli ascolti finisci per fare cose che non vuoi. La lunghezza interminabile di questi varietà, ad esempio: il mio non dovrà più durare le interminabili tre ore canoniche, ma due al massimo».
La formula del nuovo Torno sabato sarà ancora quella dello spettacolo intinerante, da un palasport all'altro; «Ma non in Italia: bensì presso le comunità italiane all'estero, Francia, Germania, Belgio. Una taglio nuovo, un pubblico diverso».
Niente crisi del varietà, dunque? «Già alla prima edizione del programma al varietà tv avevano dato l'estrema unzione. Poi noi avevamo Paolo Belli, che non vendeva un disco, e Tosca D'Aquino, che era attrice e non soubrette. Ma i risultati li avete visti. La crisi non riguarda il varietà, che resta il vero patrimonio della nostra tv. Riguarda chi lo scrive. Il settanta per cento degli autori sono semplici “scalettisti”: a tirar fuori idee buone e inedite, in tutta Italia, sono rimasti in cinque o sei».
Il lungo digiuno mediatico (non teatrale: con Del mio meglio live, Panariello coglie trionfi su tutti i palcoscenici) l'ha impegnato occupandosi della solidarietà a favore dei cani abbandonati - «unendo fra loro varie organizzazioni raccogliamo fondi e cerchiamo di aprire una linea verde gratuita per il pronto soccorso canino» - e anche preparando due nuovi film, entrambi con a Vincenzo Salemme.«Il primo, titolo provvisorio No problem, l'ha scritto lui e lo stiamo girando con Sergio Rubini e Iaia Forte, per l'uscita in ottobre. V'interpreto il ruolo di uno psicopatico con repentini cambi di personalità: ora si crede un architetto toscano, ora un commercialista siciliano». Il secondo se lo è scritto da sé (con tre personaggi nuovi di zecca) «ma ne affiderò la regia a Salemme proprio perché non intendo più dirigermi da me. Ecco un'altra cosa che non voglio più fare, pena la distruzione del mio lavoro: il regista di me stesso». Quanto alla prosa pura (il lettore ricorderà il Molière del Borghese gentiluomo inaspettatamente affrontato qualche stagione fa) «quello me lo tengo per la pensione. Dovrò pur fare qualcosa, quando non sarò più capace di far ridere, no?».
Che strano, che immagine surreale per un comico. Checchè se ne dica della figura dei comici, tanto ilari sul palcoscenico, tanto tristi nella vita, fa impressione intravedere, mediante queste parole, un Panariello quasi dismesso, disfattista, e forse troppo con la puzza sotto il naso per quanto riguarda il lavoro. Un pò troppo pretenzioso, e non si tratta di una impressione solo mia, ma anche del più autorevole TvBlog, che proprio oggi ha commentato l'intervista. Poche puntate, senza Lotteria, il completo opposto di tutto ciò che tanta fortuna gli arrecato, e l'analoga situazione del suo Il Cielo è sempre più blu, che decretò il suo abbandono al sabato sera di RaiUno, quando la lotteria era affidata proprio a Paolo Bonolis, con il suo Affari Tuoi serale.
Panariello: "Torno sabato, ma in Europa La nostra Tv mi fa star male"
Roma - Che fine ha fatto Giorgio Panariello? Una sola cosa è più difficile che ottenere successo. Mantenerlo. E si sa che il comico toscano, oltre a quello di far ridere, possiede il talento di sapersi dosare. Regolare come un orologio, dopo una, due stagioni tv, lui si ritira in teatro, a «fare il pieno» di idee per quando si riaffaccerà davanti alle telecamere. Ma di anni, stavolta, ne sono passati quattro (ultima edizione di Torno sabato: 2004, quello show che fu definito da Franca Ciampi esempio di tv deficiente, anche se poi chiarì che non ce l’aveva con Panariello). Né si prevede che per lui la telecamera si riaccenda prima dell'autunno del 2010. Che fine ha fatto il re degli show di Raiuno? È vero che ha affermato che «la tv mi ha dato la popolarità, ma mi ha tolto la serenità»?
«Intanto non è proprio vero che sia sparito dallo schermo - ribatte lui, fresco vincitore del Premio Solidarietà al Premio Barocco, teletrasmesso venerdì in prima serata -. Quest'anno ho fatto moltissime ospitate. Ma è vero che non ho più la mia serenità. È il prezzo che devi pagare, quando fai le cose come le faccio io. Con tutto me stesso. Però col mio autore di fiducia Giampiero Solari stiamo già preparando un nuovo show: sul tipo di Torno sabato ma con caratteristiche completamente diverse. Poche puntate, quattro, cinque al massimo; mai più abbinato alla Lotteria Italia; mai più durante un periodo di garanzia (quello in cui le esigenze di ascolto sono tassative); mai più in sfida diretta coi big della concorrenza: dalla De Filippi a Bonolis, i derby li ho giocati tutti io. Ma una volta almeno vorrei incontrarmi col Chievo Verona».
Il fatto, si sfoga Panariello, è «che per correre incontro agli ascolti finisci per fare cose che non vuoi. La lunghezza interminabile di questi varietà, ad esempio: il mio non dovrà più durare le interminabili tre ore canoniche, ma due al massimo».
La formula del nuovo Torno sabato sarà ancora quella dello spettacolo intinerante, da un palasport all'altro; «Ma non in Italia: bensì presso le comunità italiane all'estero, Francia, Germania, Belgio. Una taglio nuovo, un pubblico diverso».
Niente crisi del varietà, dunque? «Già alla prima edizione del programma al varietà tv avevano dato l'estrema unzione. Poi noi avevamo Paolo Belli, che non vendeva un disco, e Tosca D'Aquino, che era attrice e non soubrette. Ma i risultati li avete visti. La crisi non riguarda il varietà, che resta il vero patrimonio della nostra tv. Riguarda chi lo scrive. Il settanta per cento degli autori sono semplici “scalettisti”: a tirar fuori idee buone e inedite, in tutta Italia, sono rimasti in cinque o sei».
Il lungo digiuno mediatico (non teatrale: con Del mio meglio live, Panariello coglie trionfi su tutti i palcoscenici) l'ha impegnato occupandosi della solidarietà a favore dei cani abbandonati - «unendo fra loro varie organizzazioni raccogliamo fondi e cerchiamo di aprire una linea verde gratuita per il pronto soccorso canino» - e anche preparando due nuovi film, entrambi con a Vincenzo Salemme.«Il primo, titolo provvisorio No problem, l'ha scritto lui e lo stiamo girando con Sergio Rubini e Iaia Forte, per l'uscita in ottobre. V'interpreto il ruolo di uno psicopatico con repentini cambi di personalità: ora si crede un architetto toscano, ora un commercialista siciliano». Il secondo se lo è scritto da sé (con tre personaggi nuovi di zecca) «ma ne affiderò la regia a Salemme proprio perché non intendo più dirigermi da me. Ecco un'altra cosa che non voglio più fare, pena la distruzione del mio lavoro: il regista di me stesso». Quanto alla prosa pura (il lettore ricorderà il Molière del Borghese gentiluomo inaspettatamente affrontato qualche stagione fa) «quello me lo tengo per la pensione. Dovrò pur fare qualcosa, quando non sarò più capace di far ridere, no?».
Che strano, che immagine surreale per un comico. Checchè se ne dica della figura dei comici, tanto ilari sul palcoscenico, tanto tristi nella vita, fa impressione intravedere, mediante queste parole, un Panariello quasi dismesso, disfattista, e forse troppo con la puzza sotto il naso per quanto riguarda il lavoro. Un pò troppo pretenzioso, e non si tratta di una impressione solo mia, ma anche del più autorevole TvBlog, che proprio oggi ha commentato l'intervista. Poche puntate, senza Lotteria, il completo opposto di tutto ciò che tanta fortuna gli arrecato, e l'analoga situazione del suo Il Cielo è sempre più blu, che decretò il suo abbandono al sabato sera di RaiUno, quando la lotteria era affidata proprio a Paolo Bonolis, con il suo Affari Tuoi serale.
La televisione la si deve fare quando ne si ha voglia, quando si ha un reale progetto e quando soprattutto, si è consapevoli di potersi battere con chiunque, senza temere niente o nessuno.
Giorgio Panariello non mi sembra di questo avviso, e soprattutto non mi appare ancora all'altezza di certi ragionamenti, e di certe impressioni. E' proprio sicuro, con queste premesse, di voler tornare in televisione?...
Panariello è sempre stato sopravvalutato. Fa sempre le stesse cose. Il macellaio, la signora con i bigodini....
RispondiEliminaChe bello uno show di Panariello!!!
RispondiElimina*********Michele**********