La televisione ha creato, ma dimenticato un personaggio. Come è purtroppo noto, nella giornata di sabato scorso è scomparso Gianfranco Funari. L'irriverente personaggio televisivo che, in un recente passato del piccolo schermo ha rivoluzionato le relazioni tra politica e mass-media, fino ad allora altamente ingessate e istituzionali, sviluppando ed ampliando quel concetto di talk-show ideato da Maurizio Costanzo, con Bontà Loro, aprendo il dialogo al pubblico, con il suo A Bocca Aperta, idea ripresa palesemente, anche per ammissione personale, da Massimo Giletti e la sua Arena. Gianfranco Funari è stato esaltato, ma poi distrutto. Funari è stato conteso, e poi abbandonato. Il suo percorso televisivo è contraddistinto da presenze sia nella televisione privata che in quella pubblica. Un Gianfranco Funari che, dopo un numero zero bocciato da parte di Mediaset, ha riproposto nello scorso aprile il suo Apocalypse Show. Il risultato? Più che Funari, una maschera di se stesso. Una sorta di personaggio che imitava la sua stessa irriverenza che lo ha contraddistinto negli anni di maggiore splendore e successo. Una organizzazione che non esaltava le sue doti, immischiato nelle inutili paillettes e lustrini del sabato sera. Un Funari che, in una riproposizione della puntata di Sottovoce avente lui stesso come protagonista, si dichiarava lontano dalla televisione del 2000.
"Io sono per la televisione delle imprevedibilità. Ed ora, anche voi (rivolgendosi a Marzullo ndr) siete del tutto prevedibili. Tutta la televisione è prevedibile. Io ora mi alzerei e le darei un pugno in fronte, ecco, questa è la televisione che io adoro, quella dell'imprevedibilità"
La mia polemica? Qualcuno ha notato una particolare predilizione delle attuali emittenti generaliste in questi ultimi giorni, in ricordo del personaggio Funari? Assolutamente no. Solo Italia1 ha dedicato interamente una prima serata, con uno StudioApertoSpeciale a Funari. RaiUno aveva promesso un SuperVarietà incentrato sul solo artista romano; embè? Nulla di fatto. Per Funari sono stati riservati solo alcuni minuti in un programma notturno dello scorso sabato. E la domenica? Nulla. Meglio ben 180 minuti di Fiorello in salmì, e nulla di dedicato a Gianfranco Funari. Una sola puntata del talk di Marzullo, nella tarda nottata dell'altro giorno. Un personaggio dimenticato, troppo, per quanta dedizione abbia messo nel suo lavoro, per il suo amore nel contatto con il pubblico. Un personaggio che ha fatto a suo modo, la storia della politica in televisione, e che sembra essere rimasto più nella memoria del pubblico, che in quella storica del piccolo schermo. Ma forse questo lui lo sapeva. Lui stesso era irriverente nei confronti della scatola che ogni giorno ci diffonde immagini e notizie. Concetto desumibile da una sua stessa dichiarazione nell'intervista succitata.
"Io non ho mai cercato la televisione. E' sempre lei che ha cercato me."
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