Pare che la questione non debba avere fine, seppur manchi meno di una settimana all’avvio del nuovo campionato di calcio di Serie A. Sabato alle ore 18, infatti, con Udinese e Palermo, il fischio d’inizio della disputa sarà anche quello relativo all’inizio delle 38 partite che appassioneranno, innegabilmente, i tantissimi telespettatori bramosi di seguire le gesta della propria squadra del cuore, oltre che le dinamiche che avranno sviluppo nell’arco di tempo che abbraccia un normale campionato. Non solo però le partite fini a se stesse, ma anche i commenti al vetriolo o le interviste da bordo campo interessano chi è appassionato di calcio. Ed è proprio questo che più preoccupa: la questione dei diritti tv in chiaro del calcio. Si sono fissate date, si sono stabiliti paletti rappresentanti esclusive che avrebbero potuto escludere una delle due trasmissioni della domenica sera, si sono concordate cifre che nessuno pareVa disposto a sborsare pur di accaparrarsi la possibilità di trasmissione degli highlights delle partite. Una questione che, però, quotidianamente regala la sua ennesima stoccata, che sobbalza ogni qualsiasi scenario profilatosi precedentemente. Eccoci pronti, perciò, a riportarne la prossima, che ha l'aspro sapore di beffa, dato ciò che è accaduto in queste ultime settimane, di fonte La gazzetta dello sport:
C'è uno spiraglio per il chiaro. Se Rai e Mediaset mettono sul piatto una cifra tra i 38 e i 40 milioni oggi può cadere il vincolo dell'esclusiva per la fascia 22.30-24 della domenica. In quest'ottica, sia la Domenica Sportiva che Controcampo potrebbero continuare a farsi concorrenza. Con buona pace della serie B che da questo duello aspetta le risorse per garantirsi la sopravvivenza.Insomma, se l’accordo si trova (metta la mano sul fuoco chi dubita che possa trovarsi), tutto ciò che da un punto di vista prettamente televisivo pareva essere la sovversione completa dei piani di palinsesto domenicali, sarà traslato in tanta aria ed in tante parole. Usate per cosa, poi? Sembra quasi che in questo modo si tenga sempre all’ordine del giorno un qualcosa che dovrebbe essere tale solamente per chi, di lavoro, dovrebbe occuparsi di ciò. Il parlare più relativamente ad una determinata problematica non è sinonimo di maggiore interesse che la stessa possa (nelle menti di chi attua ciò, può, senza controindicazioni) suscitare, con evidenti ed ipotetici strascichi, quale può essere una maggiore audience riservata ad una trasmissione che era sull’orlo dell’oblio fino a due giorni fa, per quelli che sarebbero i prossimi tre anni. Intanto, questo non è che ulteriore testimonianza di come bisogna sempre prendere con le pinze tutto ciò che è passato come notizia esclusiva. Una cosa è certa: sicuramente non vedremo Controcampo o La domenica sportiva già da domenica prossima. Ci sarebbero 72 ore per prepararlo. Troppe poche anche in quel mondo che dell’impossibile fa realtà, no?
Stamattina alle 10, i 22 presidenti di B sono convocati per risolvere le questioni di categoria (individuare il successore di Andreoletti, vice-presidente dimissionario e poco altro). Ma soprattutto va trovata la rotta. In A spingono per una linea dura con le tv. In assenza del presidente Antonio Matarrese (sta meglio e segue tutte le trattative via telefono) e del vice-presidente per la A Massimo Cellino (a Miami) più di altre volte toccherà ad Adriano Galliani cercare un punto d'incontro nell'assemblea generale (A e B insieme), alle 12.
Cellino barricadero - Dagli Usa, Massimo Cellino insiste: «Non sento parlare di cifre interessanti. Un conto è il futuro della B, un altro il valore della A. Se non vendiamo i diritti in chiaro crescerà fatalmente il numero degli abbonati al criptato. E ciò ci permetterà d'incassare di più nel 2010. Se la Rai non capisce questo...».
Trattativa parallela - In realtà in queste ore si sta provando a trovare una soluzione in extremis: se la Rai accetta di confermare l'offerta di 30 milioni, rinunciando all'esclusiva sulla seconda fascia domenicale, ci si aspetta che anche Mediaset non scenda sotto gli 8 per Controcampo. Tutto rimarrebbe come ora e la Lega porterebbe a casa 88 milioni (da sponsor e altri cespiti ne arrivano 50). Facendo un po' di conti, la A potrebbe tenersi 15 milioni di paracadute e altri 10 per i premi. Alla B rimarrebbero circa 65 milioni per il biennio. Una soluzione che andrà al vaglio dei 42 presidenti. Ma è molto probabile che l'assemblea consegni al comitato di presidenza il mandato per chiudere. Le tv insistono per chiudere il più presto possibile: il vice d.g. della Rai, Giancarlo Leone ha posto il limite di domani.
Esposto Conto tv - E si apre un altro fronte sulla B. Il battagliero a.d. di Conto Tv, Marco Crispino, ha inviato un esposto al Garante per la concorrenza e a quello per le Comunicazioni, minacciando di adire le vie legali d'urgenza. La tv toscana critica le modalità della trattativa privata avviata dalla Lega, lamentando d'essere stata estromessa da una partita che vede ancora in corsa Sky per il satellitare e La7 per il dtt. I club di B contano sull'advisor, Infront, che ha assicurato un minimo 7,5 milioni.
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