Sembra ieri quel giorno in cui noi di Scavicchia la notizia iniziammo a sottolineare in che modo la televisione si gettasse nel torpore più assoluto, in un misto tra pigrizia e ozio, in parte dovuto dopo le levatacce durate nove mesi che ha visto movimento corale formato da tutti i protagonisti del piccolo schermo, per una durata similare ad una normale gestazione, ed in parte autoconcessosi, poiché, se essa è andata in ferie, c’è stata parte del pubblico solito seguirla che le vacanze le ha viste solo tramite le diapositive di quelle degli amici e che non ha goduto di altro che di repliche. Al momento giusto abbiamo fatto il punto della situazione. Abbiamo notato come, in fondo, le nostre aspettative si siano vanificate in luogo di un’insolita sperimentazione messa in atto dalla prima rete e dal sorgere di alcuni elementi di novità a riguardo di una stramba programmazione attuata dalle altre reti. Ci siamo sorpresi dinanzi all’ambigua popolarità di alcune di queste in quelli che sono stati sondaggi condotti da alcune riviste e da disparati settimanali in merito. Tutto ciò, però, adesso appartiene al passato.
Ebbene sì, è finita l’estate. Iniziano a rincalzare i ritmi, comincia ad essere assaporato il gusto amaro della fatica che si muta in dolce quando si diffondono le diverse soddisfazioni, la nostalgia prende il sopravvento su chi più ama e su chi più ha goduto di questi apparentemente interminabili tre mesi. Solita routine, solito lavoro, solite dinamiche. Note, conosciute, famose. Stancanti. In tutto ciò c’è chi, finalmente, toglie il cartello "in ferie", ed inizia a carburare, a mettere su forze e ad assimilare energie per la prossima stagione. È la televisione, che allo scoccare della mezzanotte del primo settembre, come un’alba che raccoglie la staffetta da una cupa e lunga notte, ha iniziato a svegliarsi dal sopore di un esteso letargo, dal quale è stata scossa ogni tanto senza poi grande risultato.
E su quelle carte stilate a fine giugno, sulle quali sono riportati i segreti e le motivazioni per un aspirato successo a partire sin da adesso, quelle dei palinsesti, si è chiuso sì un ciclo, ma ne ha avvio un’ulteriore. Pietra miliare di un nuovo cammino che ad ogni riproposizione ciclica nutre delle stesse speranze, degli stessi desideri, delle stesse volontà: deliziare il pubblico con novità, fare appassionare nuovamente lo stesso con ciò che ha già apprezzato precedentemente, pigiare sullo start dell’innovazione per un gradimento da parte della platea.
È così che dal 1 settembre si sveglia il mattino delle reti (realmente su di una è stato spento?), in alcuni casi il pomeriggio. È così che partono i prodotti su cui più si punta, vuoi che siano programmi o fiction, in modo tale da fare fidelizzare il pubblico ad essi. È così che nuovamente i film incartapecoriti della geriatrica vengono riportati alla luce e gli spettatori si ri-emozionano ancora. Luce sul nuovo, conferma del testato, ma allungamento del reso noioso.
Sì, se da una parte ci si fregia che la nuova stagione televisiva sarà ricca di novelli elementi, resi tali dalle più varie basi e motivazioni, dall’altra sarà (stra)ricca di conferme, di ennesime riproposizioni di cui francamente il pubblico pare scocciarsi. E per il nuovo kolossal tutto rosa, sulla stessa rete tra non molto domande poste nel più famoso e cupo studio per un quiz verranno accennate. In luogo di telefilm e di soap puramente estive, il gossip e il becero pettegolezzo la faranno da padroni d’altra parte. Nuove Isole di cui scorgere le bellezze, nuove Talpe da scovare per il loro bastardo compito, nuovi Balli da giudicare nel loro insieme e nel loro tutt’uno. Nuovi casi giudiziari (divisi a metà, però, quest’anno) a cui porre opinione, nuovi speciali per fatti di cronaca che imperverseranno all’impazzata, altre ghigliottinate nette e rimbombanti da avviare, nuovi telefilm e nuove sit-com su cui incombe, come fosse funerea spada di Damocle, il rischio soppressione o spostamento. Tutto nuovo, ma tutto già ampiamente palese. Noto, conosciuto, famoso. Stancante.
Quale migliore occasione, però, per augurarci di essere maledettamente smentiti? Auguriamoci di non alimentare una vana, vanissima speranza. E, parallelamente… Buona stagione tv a tutti!
Ebbene sì, è finita l’estate. Iniziano a rincalzare i ritmi, comincia ad essere assaporato il gusto amaro della fatica che si muta in dolce quando si diffondono le diverse soddisfazioni, la nostalgia prende il sopravvento su chi più ama e su chi più ha goduto di questi apparentemente interminabili tre mesi. Solita routine, solito lavoro, solite dinamiche. Note, conosciute, famose. Stancanti. In tutto ciò c’è chi, finalmente, toglie il cartello "in ferie", ed inizia a carburare, a mettere su forze e ad assimilare energie per la prossima stagione. È la televisione, che allo scoccare della mezzanotte del primo settembre, come un’alba che raccoglie la staffetta da una cupa e lunga notte, ha iniziato a svegliarsi dal sopore di un esteso letargo, dal quale è stata scossa ogni tanto senza poi grande risultato.
E su quelle carte stilate a fine giugno, sulle quali sono riportati i segreti e le motivazioni per un aspirato successo a partire sin da adesso, quelle dei palinsesti, si è chiuso sì un ciclo, ma ne ha avvio un’ulteriore. Pietra miliare di un nuovo cammino che ad ogni riproposizione ciclica nutre delle stesse speranze, degli stessi desideri, delle stesse volontà: deliziare il pubblico con novità, fare appassionare nuovamente lo stesso con ciò che ha già apprezzato precedentemente, pigiare sullo start dell’innovazione per un gradimento da parte della platea.
È così che dal 1 settembre si sveglia il mattino delle reti (realmente su di una è stato spento?), in alcuni casi il pomeriggio. È così che partono i prodotti su cui più si punta, vuoi che siano programmi o fiction, in modo tale da fare fidelizzare il pubblico ad essi. È così che nuovamente i film incartapecoriti della geriatrica vengono riportati alla luce e gli spettatori si ri-emozionano ancora. Luce sul nuovo, conferma del testato, ma allungamento del reso noioso.
Sì, se da una parte ci si fregia che la nuova stagione televisiva sarà ricca di novelli elementi, resi tali dalle più varie basi e motivazioni, dall’altra sarà (stra)ricca di conferme, di ennesime riproposizioni di cui francamente il pubblico pare scocciarsi. E per il nuovo kolossal tutto rosa, sulla stessa rete tra non molto domande poste nel più famoso e cupo studio per un quiz verranno accennate. In luogo di telefilm e di soap puramente estive, il gossip e il becero pettegolezzo la faranno da padroni d’altra parte. Nuove Isole di cui scorgere le bellezze, nuove Talpe da scovare per il loro bastardo compito, nuovi Balli da giudicare nel loro insieme e nel loro tutt’uno. Nuovi casi giudiziari (divisi a metà, però, quest’anno) a cui porre opinione, nuovi speciali per fatti di cronaca che imperverseranno all’impazzata, altre ghigliottinate nette e rimbombanti da avviare, nuovi telefilm e nuove sit-com su cui incombe, come fosse funerea spada di Damocle, il rischio soppressione o spostamento. Tutto nuovo, ma tutto già ampiamente palese. Noto, conosciuto, famoso. Stancante.
Quale migliore occasione, però, per augurarci di essere maledettamente smentiti? Auguriamoci di non alimentare una vana, vanissima speranza. E, parallelamente… Buona stagione tv a tutti!
Bartolì
RispondiEliminascusami e perdonami se ti ho cambiato foto..:P
Ma credo sia successa la stessa cosa accaduta a me con il Sangue e la Rosa, dove ho cambiato le foto 30 volte per migliorare la velocità..
Ora ne metto una, e poi cambiala se ne trovi una migliore..:D:D:D
Scusami ancora..:P