sabato 11 ottobre 2008

GIUSY FERRERI E TIZIANO FERRO: "TRA DI NOI C'È QUALCOSA DI CHIMICO"

Giusy Ferreri è l’emblema di come dal nulla si possa diventare qualcuno, facendo conto su di una bravura indiscussa, su di una determinazione unica, e, perché no?, su di un pizzico di fortuna, quella avente origine dalla partecipazione alla prima edizione del talent show di RaiDue X Factor dove si è classificata seconda. Di conseguenza il successo era però impensabile, almeno ai livelli che abbiamo tenuto sott’occhio grazie alla nostra classifica musicale settimanale. Tutta un’estate dominata al primo posto, con il suo cavallo di battaglia Non ti scordar mai di me, più che una canzone, un inno. E infatti nessuno si dimenticherà mai della Ferreri, intenta però ad essere indelebile nelle anime e nelle menti di chi ha acquistato il suo EP e di chi ama il suo particolarissimo timbro. Come? Incidendone un altro, che vedrà vita a novembre, intitolato Gaetana alla stesura del quale, per un ulteriore volta, collaborazione è offerta da uno dei nomi più altisonanti ed importanti della discografia e della musica italiana di questo periodo, quale Tiziano Ferro. Un’alchimia che perdura, che resiste, che continua. In che modo? Scopriamolo insieme grazie a questa intervista doppia rilasciata dai due al Sorrisi & Canzoni Tv di Alfonso Signorini:

«Tra noi è scattato qualcosa di chimico. Non si può crearlo, o c'è o non c'è» assicura Tiziano Ferro. Giusy, in disparte, annuisce. Si muove guardinga sul set fotografico facendo sventolare i veli del suo abito a fiori «vedo-non vedo» (ma più che altro «vedo»). Nonostante abbia trascorso l'estate in testa alle classifiche, sembra spaesata come il giorno del debutto a «X Factor». Ora, però, il gioco si è fatto grande: Tiziano Ferro ha prodotto il suo primo album di inediti. S'intitolerà «Gaetana», come l'amata nonna materna di Giusy. Un nome importante, se è vero che Giusy l'aveva già scelto come pseudonimo cinque anni fa, nel primo (sfortunato) tentativo di diventare una popstar. «Gaetana» (nel senso dell'album) uscirà il 14 novembre, anticipato dal singolo «Novembre», in radio dal 17 ottobre. Ferro le ha anche regalato quattro canzoni e un duetto. «Le nostre storie hanno molti punti di contatto. A cominciare dalle cittadine dove siamo cresciuti» spiega lui.
Latina uno e Abbiategrasso l'altra...
Tiziano: «Già. Piccoli centri vicino a grandi metropoli. Entrambi poi veniamo da famiglie normali».
Giusy: «I nostri papà lavoravano nell'edilizia, hanno fatto vita di cantiere».
Questo vi rende diversi dagli altri?
T.: «Diversi da molti che fanno il nostro mestiere. Ci siamo dovuti conquistare tutto da soli, per questo non facciamo capricci. Se l'acqua in camerino non è fresca, fa lo stesso. E se non c'è il nostro sushi preferito, va bene lo stesso».
G.: «A me pare già incredibile fare questo lavoro».
I vostri nuovi dischi usciranno nello stesso periodo. E se l'allieva superasse il maestro?
T.: «L'ho messo in conto e giuro che non mi dispiacerebbe essere superato in classifica. In fondo nel suo disco c'è un pezzo di me. Tre delle canzoni che ho scritto per Giusy le avrei inserite nel mio disco, se non le avessi date a lei».
I testi, a partire da quello del singolo «Novembre», sono malinconici.
G.: «Anche in questo siamo simili».
T.: «Non abbiamo una visione disfattista della vita. Quando scriviamo di un dolore, in realtà stiamo già reagendo».
G.: «La musica mi ha sempre aiutato a superare la solitudine. E di solitudine ce n'è stata tanta, nella mia vita».
Sembra impossibile.
G.: «Per anni ho vissuto in isolamento. Ho passato giorni interi chiusa in casa con le serrande abbassate, davanti al pianoforte, cercando di trasformare la mia tristezza in musica».
Che cosa l'ha fatta soffrire più di tutto?
G.: «Le delusioni sentimentali. Ma sono faccende personali, fermiamoci qui».
Oggi è felice?
G.: «Sì. E molto, molto serena».
T.: «La vita comunque resta una faccenda complicata, se fai questo mestiere».
A che cosa si riferisce, in particolare?
T.: «Si sa, il successo non ti rende meno solo. E temo che anche Giusy sia attesa dall'infinita trafila di alberghi, taxi e aeroporti che ho affrontato io negli anni. In un mese mi è capitato di andare otto volte a Parigi per fare promozione senza aver mai visto neppure un centimetro quadrato della città».
Dunque Giusy è pronta per l'estero.
T.: «Certo. Ho fatto sentire la sua canzone a un mio amico dj spagnolo e ne è rimasto incantato. Per uno straniero Giusy incarna il prototipo della sensualità italiana. Quella di Silvana Mangano, per intenderci. Farà impazzire tutti. E in quanti ci proveranno, con lei…».
G.: «Io però non mi accorgo di niente».
T.: «Ed è proprio questo il punto. La sensualità di Giusy è involontaria, è scritta nel suo dna. Raggiunge tutti, perfino mia madre ne è rimasta colpita».
E se per assurdo il disco non piacesse?
G.: «Non sarebbe un problema. Con “Non ti scordar mai di me” ho avuto molto più successo di quanto avrei mai sperato. Io penso alla musica, non m'interessa piacere a tutti».
T.: «Ed è per questo che piace a tutti».
Si è tolta qualche sfizio con i soldi guadagnati con «Non ti scordar mai di me»?
T.: «Con un singolo di successo oggi non si diventa ricchi come una volta».
G.: «E io non sono materialista».
T.: «Anche questo rende Giusy speciale. Con i primi soldi non si è comprata una macchina nuova. Ha continuato ad arrivare puntuale in studio di registrazione usando quella vecchia».
Mai concessioni alla vita mondana?
G.: «Oggi non vivo in clausura. E non ho trovato la gente dello spettacolo così falsa come dicono. Mi hanno accolto benissimo, come se fossi un personaggio che aspettavano da sempre».
Ed è così?
G.: «Proprio non lo so. A me basterebbe fare questo mestiere per vivere»

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