È l’anno 2005 quando nelle sale cinematografiche di tutto il mondo esce un film destinato a far parlare di sé, e anche tanto. Il suo titolo è I segreti di Brokeback Mountain ed è un film d’amore, di quelli che alcuni condannano per l’eccessiva mielosità e che altri seguono perché appassionati, giustamente, del genere. Questo però è diverso, ammesso e non concesso che ‘diverso’ sia l’aggettivo più giusto per appellare la situazione in maniera egregia: è l’amore tra due uomini, due cowboys statunitensi, diverso rispetto al modello che si è soliti porre dinanzi alle telecamere e dinanzi ad una folta platea di paganti spettatori. Diverso perché fuori dal comune, ma non per questo da evitare, anzi. È l’anno 2005 quando, presentato alla Mostra di Venezia vince il Leone d’Oro come miglior film, il 2006 quando guadagna 4 Golden Globe e tre statuette degli Oscar. È il 2008 quando diviene l’oggetto del giorno discusso tra blog, giornali e stampa in seguito alla sua messa in onda sulla televisione italiana. È un film, quindi, vertente sulla tematica omosessuale, quella che raramente i film affrontano per l’oggettiva difficoltà dichiarata nel rendere giustizia ad un mondo che molti non sentono proprio e per la miriade di critiche che una rappresentazione degna di tale nome può suscitare se non fatta con i guanti, con la dovuta cautela e con la necessaria sensibilità. I segreti di Brokeback Mountain sembra essere riuscito nell’intento e della volontà esplicitamente espressa, riuscendo a dipingere nel migliore dei modi un amore normalissimo, reso non come tale perché la persona amata non è di sesso opposto, ma uguale. Dico sembra perché io, questo film, non l’ho mai visto semplicemente perché non ne ho mai avuto la possibilità.
Ieri Raidue lo ha programmato e lo ha mandato in onda. E qui è cascato l’asino, perché la sua trasmissione è stata oggetto di non poche discussioni. L’innovazione e il coraggio (è lecito parlare di coraggio sotto questa ottica?) di Antonio Marano di trasmettere questa pellicola, già parzialmente macchiate dall’orario deciso, le 22.45, quando la maggior parte della platea televisiva è a letto, diventano nulle quando si dà inizio alla visione del film. Tagliato nelle sue scene principali, segmentato nella storia d’amore tra i due cowboys, depurato delle scene più “spinte”. Un ottimo (?) lavoro di macelleria o taglia e cuci fatto in modo tale che tutti oggi ne parlassero, della censura.
Lo Stato Italiano, ancora una volta, dà dimostrazione del suo essere così profondamente bigotto, influenzato dalla convivenza con l’istituzione Chiesa, il cui verbo sembra essere legge in un Paese che rivendica in ogni occasione la sua laicità, e i suoi esponenti, sempre più spesso colti nel mettere bocca su questione che neanche riguarderebbero la loro sfera sociale. Un’istituzione pronta ad intervenire anche in ambito televisivo, evidentemente. Siamo un Paese omofobo e bigotto. Il problema sorge nel momento in cui non si dice essere l’una né l’altra cosa.
In un paese dove in prima serata mettiamo in bella mostra tette e sederi come frutta e verdura, dove regna sovrana la volgarità e l’oscenità del gusto e dell’azione, la vergogna maggiore è nel trasmettere censurata la pellicola stessa piuttosto che non farlo affatto. Ma sì, mettiamo tutti la testa sotto la sabbia come degli agili struzzi e poi vantiamoci di essere avanti per aver fatto vincere Luxuria all’Isola dei Famosi. Allora - permettetemelo -, sotto sotto, forse, avevo ragione nel dire che la sua vittoria è stata tutta una bella messinscena. La cosa bella è che il film è stato trasmesso sulla stessa rete. Pare quasi che la messa in onda, due ore prima sulla rete principale, della replica della fiction Lourdes, sia stata la valvola per espiare i peccati commessi nella visione di Brokeback Mountain. Non me ne sorprenderei affatto se ciò fosse la realtà.
Ieri Raidue lo ha programmato e lo ha mandato in onda. E qui è cascato l’asino, perché la sua trasmissione è stata oggetto di non poche discussioni. L’innovazione e il coraggio (è lecito parlare di coraggio sotto questa ottica?) di Antonio Marano di trasmettere questa pellicola, già parzialmente macchiate dall’orario deciso, le 22.45, quando la maggior parte della platea televisiva è a letto, diventano nulle quando si dà inizio alla visione del film. Tagliato nelle sue scene principali, segmentato nella storia d’amore tra i due cowboys, depurato delle scene più “spinte”. Un ottimo (?) lavoro di macelleria o taglia e cuci fatto in modo tale che tutti oggi ne parlassero, della censura.
Lo Stato Italiano, ancora una volta, dà dimostrazione del suo essere così profondamente bigotto, influenzato dalla convivenza con l’istituzione Chiesa, il cui verbo sembra essere legge in un Paese che rivendica in ogni occasione la sua laicità, e i suoi esponenti, sempre più spesso colti nel mettere bocca su questione che neanche riguarderebbero la loro sfera sociale. Un’istituzione pronta ad intervenire anche in ambito televisivo, evidentemente. Siamo un Paese omofobo e bigotto. Il problema sorge nel momento in cui non si dice essere l’una né l’altra cosa.
In un paese dove in prima serata mettiamo in bella mostra tette e sederi come frutta e verdura, dove regna sovrana la volgarità e l’oscenità del gusto e dell’azione, la vergogna maggiore è nel trasmettere censurata la pellicola stessa piuttosto che non farlo affatto. Ma sì, mettiamo tutti la testa sotto la sabbia come degli agili struzzi e poi vantiamoci di essere avanti per aver fatto vincere Luxuria all’Isola dei Famosi. Allora - permettetemelo -, sotto sotto, forse, avevo ragione nel dire che la sua vittoria è stata tutta una bella messinscena. La cosa bella è che il film è stato trasmesso sulla stessa rete. Pare quasi che la messa in onda, due ore prima sulla rete principale, della replica della fiction Lourdes, sia stata la valvola per espiare i peccati commessi nella visione di Brokeback Mountain. Non me ne sorprenderei affatto se ciò fosse la realtà.
UpDate. 16.30. La redazione di RaiDue sembra aver dato una risposta alle polemiche che si stanno scatenando nella rete e nella stampa. Ecco la notizia, direttamente dall'Ufficio Stampa Rai, in cui si ripromette, nella persona di Antonio Marano, una futura messa in onda del film, senza alcuna censura.
"Non c’e’ stata alcuna censura, ma una serie di casualita’ che ha impedito la messa in onda della versione originale di “Brokeback Mountain”. La RAI ha comprato i diritti del film “Brokeback Mountain” tramite Rai Cinema. Per un’eventuale trasmissione senza vincoli di orario, e’ stato chiesto alla societa’ Bim, che l’ha distribuito nelle sale, il visto censura. In seguito a tale richiesta, il distributore ha consegnato la copia che aveva ottenuto il visto, mentre non e’ stato sollecitato l’invio contestuale della versione integrale.
Pertanto, quando Raidue ha deciso di trasmettere il film ha ritenuto di utilizzare la versione integrale non verificando sul terminale che la versione in possesso della RAI era quella che aveva ottenuto il visto censura per la trasmissione senza vincoli di orario.
Il Direttore di Raidue ha preso l’impegno di mettere in programmazione la replica del film nella versione cinematografica senza tagli.
In tutta questa vicenda, sembra essere stata partecipe anche Vladimir Luxuria che, fresca della sua vittoria all'Isola dei Famosi, e complice il suo rapporto con Antonio Marano, direttore di RaiDue, ha subito avuto "voce in capitolo" nella vicenda.
Roma, 9 dic. - (Adnkronos) - Raidue ritrasmettera’ ‘Brokeback Moutain’ senza tagli. Lo annuncia all’ADNKRONOS Vladimir Luxuria che sottolinea di aver avuto assicurazioni in tal senso dal direttore della seconda rete Rai, Antonio Marano. “Ho sentito Marano per chiedergli cos’era successo. Mi sembravano troppo strani questi tagli, dopo che la scorsa settimana era andato in onda senza tagli ‘Transamerica’ e anche dopo la mia partecipazione all’Isola dei Famosi. Lui mi ha detto che il taglio non e’ dipeso assolutamente dalla rete ma che il film e’ arrivato a Raidue gia’ tagliato, probabilmente da Rai Cinema. Per questo Marano ha preso l’impegno di rimandarlo in onda integrale. Anche perche’ -sottolinea concludendo Luxuria- far vedere un film che ha vinto il Leone d’oro a Venezia e 4 Premi Oscar con quei tagli e’ come far veder la Gioconda senza testa”.
Bravo Bartolino...;)
RispondiEliminaPiù che altro, per la serie "ce la cantiamo e ce la suoniamo", grazie a te per aver aggiunto gli ultimi aggiornamenti, Borisuccio :)
RispondiEliminaQuoto tutto l'articolo.
RispondiEliminaSperiamo nella replica.
ciao.
ADORO QUEL FILM PERCHE' E' UNA BELLISSIMA STORIA D'AMORE E PASSA DEL TUTTO IN SECONDO PIANO IL FATTO CHE SIA UNA STORIA TRA DUE UOMINI. LO DICE UNA CHE NON HA MAI DIFESO LE RAGIONI DEGLI OMOSESSUALI NE' TANTO MENO DI QUELLI CHE OSTENTANO IN PUBBLICO LA LORO OMOSESSUALITA' COME LUXURIA EPPURE LUXURIA QUESTA VOLTA HA RAGIONE. NON FATEMI ASPETTARE TROPPO PER LA REPLICA.
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