Partiamo da un innegabile dato di fatto: mamma Rai sempre più spesso sta assumendo le sembianze di una vecchia zia, bacchettona, stanca e nauseante nelle sue sempre meno variegate proposte. La stessa, però, ha dato vita ad un universo parallelo incredibilmente bello, giovane di nascita, ancora ristretto nel campo d’azione, ma ricco nelle idee di chi lo dirige. Parliamo di RaiQuattro, la rete semi-generalista nata nel pieno luglio del 2008 che nella serata di ieri ha dato vita ad un esperimento denominato Sugo. Questo è presentato come un magazine sui consumi mediatici, ideato dalla mente autoriale di Gregorio Paolini e condotto da Carolina Di Domenico, ex veejay di MTV. Il programma ha inizio alle ore 23.10 e già nella sigla mostra qualcosa di sé che è accattivante. Il primo aggettivo per etichettare il magazine è inusuale, e ciò si incentra perfettamente nell’opera di diversificazione rispetto al solito della massa impressa alla rete. Le tematiche di questa prima puntata “pilota” sono pescate e attinte dalla più fresca realtà, all’apparenza ripetitive ma narrate con un piacevole stile nuovo. A fare da sfondo e da collante ai vari servizi è una sorta di bagno dal quale passano i vari uomini del programma, che entrano nelle varie porte per approdare in differenti lidi della società quotidiana per poterla riportare, rappresentare, descrivere.
Si inizia con Belen Rodriguez per capire come si forma una star a partire da un reality. Barbara Foria, già apprezzata a Tintoria e a Pirati, scava nel dietro le quinte insistentemente, intervista di tutto di più. La voglia di capire fin dove si possa portare avanti un personaggio noto quasi esclusivamente per il gossip è tanta e facendo quattro chiacchiere con l’oggetto del servizio, pur consapevole questa delle capacità in canto ed in ballo, emerge la passività, l’assoggettamento al chiacchiericcio per esistere ancora in ambito mediatico. Poi il commento del cantante rock Pino Scotto, moralista in Database di Rock Tv, noto al grande pubblico per le sue colorite prese di posizione. Dopo che la conduttrice, in un modo del tutto informale e sostanzialmente diverso, come già detto, introduce i servizi, si susseguono i fenomeni del web: l’immancabile moda del momento, quella di Facebook, con un video di Andrea Moraldi, la descrizione del lavoro di chi sta dietro ad Italiansubs, ossia di quelle persone che scrivono i sottotitoli in lingua italiana delle ultime puntate delle serie Tv arrivate dagli U.S.A., la mania dei telefilm. L’arte del vox populi e l’uso che se ne può fare in televisione, svelato in televisione, è stato unico nella sua originalità ed unicità: i sondaggi su cui si creano servizi ad hoc possono divenire subliminali mezzi di propaganda, nel loro essere artefatti e manovrabili. Successivamente uno sguardo al mondo dell’hot con la resa nota di quanto avviene nel metter su le trasmissioni che animano la notte di molte emittenti private, quelle con donne pronte a spogliarsi al richiamo di un colpo di telefono con annessa personale richiesta.
Sugo è un magazine fresco, dinamico e l’apparenza della sua inusualità è concreta, tangibile. È utilizzata una dialettica giovane, un modo di narrare e di raccontare la tendenza veloce ed apprezzabile. Un qualcosa che nel campo della generalista non è mai esistito e forse mai esisterà, se si pensa che contemporaneamente andava in onda, su Raiuno – tanto per dire –, una puntata di Porta a Porta tutta incentrata sul fenomeno Ernestino. Un programma giovane, fatto da e per giovani, la Rai raramente l’aveva creato. E mi sovveniva, nel guardarlo e nell’appagamento figlio della sua visione, un lecito dubbio: se si voleva svecchiare Raidue, perché non si è fatto ricorso a questa tipologia di proposta e ci si è ripiegati a robe come Insieme sul due o Italia allo specchio?
Si inizia con Belen Rodriguez per capire come si forma una star a partire da un reality. Barbara Foria, già apprezzata a Tintoria e a Pirati, scava nel dietro le quinte insistentemente, intervista di tutto di più. La voglia di capire fin dove si possa portare avanti un personaggio noto quasi esclusivamente per il gossip è tanta e facendo quattro chiacchiere con l’oggetto del servizio, pur consapevole questa delle capacità in canto ed in ballo, emerge la passività, l’assoggettamento al chiacchiericcio per esistere ancora in ambito mediatico. Poi il commento del cantante rock Pino Scotto, moralista in Database di Rock Tv, noto al grande pubblico per le sue colorite prese di posizione. Dopo che la conduttrice, in un modo del tutto informale e sostanzialmente diverso, come già detto, introduce i servizi, si susseguono i fenomeni del web: l’immancabile moda del momento, quella di Facebook, con un video di Andrea Moraldi, la descrizione del lavoro di chi sta dietro ad Italiansubs, ossia di quelle persone che scrivono i sottotitoli in lingua italiana delle ultime puntate delle serie Tv arrivate dagli U.S.A., la mania dei telefilm. L’arte del vox populi e l’uso che se ne può fare in televisione, svelato in televisione, è stato unico nella sua originalità ed unicità: i sondaggi su cui si creano servizi ad hoc possono divenire subliminali mezzi di propaganda, nel loro essere artefatti e manovrabili. Successivamente uno sguardo al mondo dell’hot con la resa nota di quanto avviene nel metter su le trasmissioni che animano la notte di molte emittenti private, quelle con donne pronte a spogliarsi al richiamo di un colpo di telefono con annessa personale richiesta.
Sugo è un magazine fresco, dinamico e l’apparenza della sua inusualità è concreta, tangibile. È utilizzata una dialettica giovane, un modo di narrare e di raccontare la tendenza veloce ed apprezzabile. Un qualcosa che nel campo della generalista non è mai esistito e forse mai esisterà, se si pensa che contemporaneamente andava in onda, su Raiuno – tanto per dire –, una puntata di Porta a Porta tutta incentrata sul fenomeno Ernestino. Un programma giovane, fatto da e per giovani, la Rai raramente l’aveva creato. E mi sovveniva, nel guardarlo e nell’appagamento figlio della sua visione, un lecito dubbio: se si voleva svecchiare Raidue, perché non si è fatto ricorso a questa tipologia di proposta e ci si è ripiegati a robe come Insieme sul due o Italia allo specchio?
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