mercoledì 7 gennaio 2009

LA FRANCIA ELIMINA LA PUBBLICITÀ DALLA TV PUBBLICA: IL PANORAMA E I RISCHI SE L’ITALIA CEDESSE ALL’UTOPICA TENTAZIONE

La notizia del giorno, o meglio di quest’ultimo periodo, è quella che proprio ieri ha avuto il suo primario effetto, nella terra dove ha trovato nascita e sviluppo. Per un attimo ci spostiamo dall’analisi di quanto quotidianamente teniamo sott’occhio in Italia per affrontare un attimo un discorso che affonda radici nel sistema televisivo francese. Il Presidente della Repubblica dei cugini d’oltralpe, infatti, il criticato e contorto Nicholas Sarkozy, tuonò nel gennaio dello scorso anno annunciando la volontà di abolire totalmente la pubblicità sulle reti pubbliche introducendo però una sorta di tassazione per quanto riguarda quelle private a mo’ di finanziamento per le prime (al di là, naturalmente, del canone). Il provvedimento ha avuto applicazione dalla serata di ieri ed è così che le cinque reti di France Televisions hanno iniziato la loro regolare trasmissione senza spot da collante tra una parte e l’altra di un prodotto, un programma ed il contiguo e così via. Come scrive oggi Digital News, per assurdo, tutto ciò è stato vissuto come un vero e proprio evento e vi è stato un incremento di circa tre milioni di telespettatori rispetto al consueto. Si ragiona sul cambio di abitudini e nell’essere valevole del provvedimento, oltre che sul succitato aumento di ascolti, anche in terra italiana. Ma passa in secondo piano una semplice domanda che ci si potrebbe porre che sconvolgerebbe il nostro, di sistema televisivo: e se questo tipo di osservanza avesse vita anche in Italia?

La situazione, teoricamente parlando, è diversa a seconda si parli di Francia o di Italia, dato il prendere in considerazione differenti e innumerevoli variabili. Ragioniamo solamente, quindi, sull’essenza di quanto accaduto: l’eliminazione totale della pubblicità. Il primario dato di fatto è che nella nostra Rai esista un’eterna diatriba sull’uso del denaro direttamente attinto dalle nostre tasche, e di ciò ce ne occupammo anche in tempi non sospetti. Secondariamente, ci si chiede quali siano le trasmissioni messe su con la pubblica pecunia e quali, invece, pagate esclusivamente dalla pubblicità. Perché è questo il primario colpo che subirebbe eventualmente la nostra Tv pubblica: la conseguente soppressione di alcuni programmi, gli stessi, per assurdo, che più smuovono la critica televisiva e anche colori i quali nutrono meno interesse nei confronti del mezzo. Gli Affari Tuoi diverrebbero i vecchi Fatti Vostri, le Isole dei Famosi di ogni epoca si trasformerebbero in altri Viaggi sul Po e via dicendo. L’access prime time, realizzato solo per arginare il dilagare il successo di quanto in onda sulle reti commerciali, cesserebbe – ipoteticamente – d’esistere, e dopo il Tg1 si passerebbe direttamente alle svariate prime serate, in cui prediletti i classici “minimo sforzo massima resa”, che in quest’ultimo periodo possiamo ritrovare in Superquark, approfondimenti giornalistici, telefilm. Morirebbe tutto ciò che richiede un dispendio economico eccessivo. Alcuni, da una parte, ne sarebbero entusiasti, quelli alla ricerca dell’apice qualitativo estenuantemente rincorso e mai raggiunto. Altri, magari, contesterebbero la scelta, ma sarebbero sicuramente in minoranza. Affiorerebbe il reale sentimento, avente adesso i delineamenti del pregiudizio, nei confronti di quanto trash è giudicato, poiché non esisterebbe più. Sarebbe la vittoria non solo di chi non ne può davvero più di stacchi numerosi paragonabili a quelli della commerciale, per la cui esistenza sono vitali, ma anche di chi guarda "al dunque" di quanto prodotto e di chi vuole un po’ di ferree regole nel sistema audiovisivo.

Il problema dove sorge? Sorge nel momento in cui si dà la giusta dimensione all’ingiustificata lotta tra Rai e Mediaset: se leggessimo quotidianamente i comunicati non tanto della seconda (che è commerciale), quanto della prima (pubblica), emergerebbe la volontà di vivere una sfida però senza senso, resa tale da una parte e dall’altra. Ascolti, sovrapposizioni, percentuali. Avrebbero più ragion d’essere? Certo è che davvero un’utopia, un giorno, immaginare un qualcosa del genere in Italia. Onore al merito e al coraggio, quindi, per una scelta che, in questo territorio, coinvolgerebbe e provocherebbe una rottura di pericolosi equilibri ed interessi

2 commenti:

  1. "introducendo però una sorta di tassazione per quanto riguarda quelle private a mo’ di finanziamento per le prime "

    oltre alla tessa sui ricavi delle private c'è ne anche una sugli operatori fornitori d'accesso ad internet.

    Il picco di telespettatori lunedì sera sembra essere stato durante il meteo tra il TG e l'inizio del programma di prima serata alle 20:35.
    Il programma di prima serata di France 2 lunedì ha fatto un valore assoluto superiore alla sua solita media, ma uno share identico al solito.
    Penso che il VA elevato sia un mix tra l'attesa dell'"evento" (io mi chiedo che c'era da vedere?!), il fatto di inziare (e quindi chiudere prima) e il brutto tempo.
    Ieri (martedì) la fiction ha fatto il 18%, in linea con la media di rete. Anche Fr3 mi sembra sui livelli soliti (11,9% lunedì, 14% martedì. Media 2007 era 13,3)
    Quindi la prima serata ha retto in termini di ascolti.
    Io pensavo che la seconda serata sarebbe calata perchè in pratica inizia quando il programa di primetime è ancora in onda sulle private. Ma, invece, mi sono sbagliato. I due programmi di seconda serata di France2 hanno fatto oltre il 20% sia lunedì che martedì. Quindi tiene anche quello.

    Altra cosa è che lunedì TF1, nonostante avesse detto di non cambiare orari, è partita alle 20:48 al posto che alle 20:55.
    M6 e ARTE avevano già annunciato una partenza alle 20:45. Quindi, si parte prima....un'utopia da noi ormai

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  2. Grande Andrea! :) Così il panorama è ancora più chiaro, con numeri e percentuali!

    Visto che sei così esperto, ti volevo chiedere se potresti spiegarmi meglio questa tassa sui fornitori a internet. Che sarebbero? Le tasse tipo alle italiane (tanto per dire) Fastweb, Alice e amicizia? O ho capito una cosa per un'altra?

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