Innegabilmente la televisione degli ultimi anni vive nell'ombra di quanto di bella sia stata quella di anni addietro. Ogni tanto ci dilettiamo anche noi nell'istituire paragoni e confronti tra il piccolo schermo del terzo millennio e quello della seconda del '900, utilizzando ogni criterio ed ogni termine per evidenziare la carenza di un determinato aspetto o l'eccellenza dell'innovazione relativamente ad un'altra sfaccettatura di questa o quella tv in particolare. Ciò che meglio identifica, però, la crisi che vive costantemente la televisione nostrana è la carenza dei volti e il contemporaneo riciclo e sfruttamento di quelli che più possono garantire ascolti - non tralasciando l'imposizione forzata, a mo' di regime dittatoriale per quanto riguarda il vedere le facce di starlette senza arte né parte in maniera perpetua sulle varie emittenti -. La tv del 2000 è sinonimo sicuramente di reality show, quel genere di spettacolo che dà origine ad un sottobosco di personaggi che poi affollano ogni angolino di scenografia, ogni sediolino di talk show, ogni momento morto di un contenitore con le loro persone, le loro forme, le loro voci. Sono quei classici personaggi che vivono una metamorfosi (apparente) continua che ha come fine più ampio il riuscire a rimanere a galla, il far parlare di sé - in che modo è indifferente -, che molto spesso, e forse si sarà eccessivi, mettono da parte quel minimo di dignità che si ha a disposizione pur di fare cose che, in altri contesti, mai si sognrebbe di fare. Umiltà e dignità fanno di un essere vivente una persona, un uomo stimabile e degno di tale nome: se così fosse, come si potrebbero etichettare i reduci dai reality?
Me ne viene uno, di nome, in mente dal quale oramai ci si può aspettare di tutto: Daniela Martani. Daniela è una ragazza di Roma, diplomata al Liceo Classico, 35 anni portati più che bene. Perché la Martani è famosa? La sua lotta alla chiusura dell'azienda Alitalia per la quale lavorava è nelle menti dei più: suo il volto della donna con un cappio al collo che ha fatto il giro di mezzo mondo. La lotta per un ideale è la cosa più bella che ci possa essere: si vive di ideali, di valori e la sofferenza è nulla quando combatti perché si ha un qualcosa da far valere. E' ciò che di più nobile possa esistere sulla faccia della Terra, ma solo quando la strenua lotta è vera e credi fino in fondo alle fondamenta di questa. Quando lo fai per aggregarti ad un gregge, senza cervello e senza passione, vali meno di zero. Ora, non si è qui a giudicare perché la Martani abbia condotto quella lotta. Sta di fatto che alle cronache è nota anche per una liasion con il moralista più ipocrita della nostra Tv, Massimo Giletti, che dice una cosa e fa quella diametralmente opposta.
Ad aggiungersi a ciò anche la partecipazione al Grande Fratello che le è servita da consacrazione ultima ed ufficiale a livello nazionale, quasi come un sogno pervicacemente perseguito che diventa tutto ad un tratto realtà. Daniela però lascia la casa del GF9 quando, dopo essersi dichiarata in aspettativa, è sull'orlo del licenziamento: quell'ipotizzabile ipocrisia, quella che vede nel gesto del cappio l'appiglio per poter sfondare nel mondo dello spettacolo - eh sì, oramai questa è la gavetta! - svanisce, immediatamente, perché quei valori e quegli ideali battono forte nel cuore della Martani. "Lascio la casa", le parole di quel lunedì sera, salvo poi dopo due giorni dichiarare di voler andare a Sanremo a cantare una canzone di Federico Zampaglione. Oltre al danno (lasciare la casa e non poter ambire al guadagno di una poltrona nell'elite dello spettacolo italiano), la beffa: la CAI dopo pochi giorni la licenziò.
Fosse tutto qui! La cosa che una persona normale farebbe, a questo punto, è chiudersi in sé, riflettere sui passi fatti, capire dove lo sbaglio. Invece no, la Martani no. Il suo titolo da reduce del Grande Fratello senza credibilità alcuna l'ha voluto far valere. Gira voce in rete che la Pasionaria stia bussando imperterritamente alle porte degli autori del Grande Fratello per farsi riammettere nel reality show. Dopo 20 giorni da quando si autoeliminò. Dopo che è stata licenziata. Dopo che ha perso ogni credibilità. Lei merita di stare due, tre, anche quattro ore a settimana in televisione. Lei. Questo a chi dice che la nostra televisione non è in crisi. Per dovere di cronaca, gli autori del reality show non la sentono affatto. Per fortuna.
Me ne viene uno, di nome, in mente dal quale oramai ci si può aspettare di tutto: Daniela Martani. Daniela è una ragazza di Roma, diplomata al Liceo Classico, 35 anni portati più che bene. Perché la Martani è famosa? La sua lotta alla chiusura dell'azienda Alitalia per la quale lavorava è nelle menti dei più: suo il volto della donna con un cappio al collo che ha fatto il giro di mezzo mondo. La lotta per un ideale è la cosa più bella che ci possa essere: si vive di ideali, di valori e la sofferenza è nulla quando combatti perché si ha un qualcosa da far valere. E' ciò che di più nobile possa esistere sulla faccia della Terra, ma solo quando la strenua lotta è vera e credi fino in fondo alle fondamenta di questa. Quando lo fai per aggregarti ad un gregge, senza cervello e senza passione, vali meno di zero. Ora, non si è qui a giudicare perché la Martani abbia condotto quella lotta. Sta di fatto che alle cronache è nota anche per una liasion con il moralista più ipocrita della nostra Tv, Massimo Giletti, che dice una cosa e fa quella diametralmente opposta.
Ad aggiungersi a ciò anche la partecipazione al Grande Fratello che le è servita da consacrazione ultima ed ufficiale a livello nazionale, quasi come un sogno pervicacemente perseguito che diventa tutto ad un tratto realtà. Daniela però lascia la casa del GF9 quando, dopo essersi dichiarata in aspettativa, è sull'orlo del licenziamento: quell'ipotizzabile ipocrisia, quella che vede nel gesto del cappio l'appiglio per poter sfondare nel mondo dello spettacolo - eh sì, oramai questa è la gavetta! - svanisce, immediatamente, perché quei valori e quegli ideali battono forte nel cuore della Martani. "Lascio la casa", le parole di quel lunedì sera, salvo poi dopo due giorni dichiarare di voler andare a Sanremo a cantare una canzone di Federico Zampaglione. Oltre al danno (lasciare la casa e non poter ambire al guadagno di una poltrona nell'elite dello spettacolo italiano), la beffa: la CAI dopo pochi giorni la licenziò.
Fosse tutto qui! La cosa che una persona normale farebbe, a questo punto, è chiudersi in sé, riflettere sui passi fatti, capire dove lo sbaglio. Invece no, la Martani no. Il suo titolo da reduce del Grande Fratello senza credibilità alcuna l'ha voluto far valere. Gira voce in rete che la Pasionaria stia bussando imperterritamente alle porte degli autori del Grande Fratello per farsi riammettere nel reality show. Dopo 20 giorni da quando si autoeliminò. Dopo che è stata licenziata. Dopo che ha perso ogni credibilità. Lei merita di stare due, tre, anche quattro ore a settimana in televisione. Lei. Questo a chi dice che la nostra televisione non è in crisi. Per dovere di cronaca, gli autori del reality show non la sentono affatto. Per fortuna.
Parole sante!
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