Che Arisa sia un personaggio davvero molto originale lo sanno davvero tutti. Ma che in passato avesse più volte tentato la strada del talent show per sfondare a livello musicale, questo no, non lo sapevano tutti. In quest’intervista rilasciata al settimanale Vero la prima classificata al Festival di Sanremo 2009 sezione Proposte, infatti, ha parlato dei tanti tentativi che ha sprecato per sfondare ad Amici, dove però non è stata per due volte consecutive selezionata per un problema di telegenia. Tra le altre cose, stima per Marco Carta nonostante il genere musicale non sia quello che le risulta maggiormente congeniale. Eccola, nella sua interezza.
Ha tanti buoni motivi, Arisa, per non risparmiare "note" in Sincerità. Perché la giovane cantante, che ha vinto la sezione Proposte 2009 del Festival di Sanremo con un brano che inneggia proprio alla franchezza e all'onestà, da una parte non vuole essere definita un "personaggio". "Sono una cantante, sia chiaro, e non un paio di occhiali con la montatura nera e un abito rétro", si affretta a precisare dalle pagine di Vero. Dall'altra, proprio a rimarcare la sua totale estraneità a tutto ciò che sta attorno alle canzoni ma che musica non è, fa sapere che la cosa davvero importante, per lei, è l'album appena pubblicato. "Si intitola Sincerità, come il brano che mi ha portato fortuna a Sanremo. Ed è bellissimo. Lo dico senza falsa modestia". Rinunciando dunque a ogni forma di ipocrisia, appunto, ricorda anche come ci siano strade più facili, per "arrivare", rispetto a quelle che lei e la sua famiglia, con sacrifici e rinunce, hanno preferito battere. "Dedico questo momento bellissimo a mamma e papà, perché sono le uniche persone che non mi abbandoneranno mai. Meritano il meglio, perché è grazie a loro se oggi vivo un momento d'oro".
Una vita certo "non facile", la tua...
Siamo sempre stati persona normalissime. E, in quanto tali, come tanti altri, facciamo tuttora, con serenità, una vita piena di sacrifici.
Nella tua carriera qual è stato il sacrificio più grande?
Mio padre mi accompagnava sempre ovunque, in giro per le feste di paese. Stava tutto il giorno con me, e a volte si rincasava alle tre del mattino. E lui, un paio di ore dopo, si preparava per il lavoro. Non lo potrò mai dimenticare.
Vuoi rivolgere un pensiero anche a tua madre?
Mia madre mi ha insegnato tutto quello che so. E ha cercato sempre di fare qualche lavoretto extra per non farmi mancare mai niente. E per non farmi pesare la nostra condizione economica, senza troppe possibilità.
E al tuo fidanzato?
Lo ringrazio anche per il solo fatto di esistere. E di starmi costantemente vicino.
Non è che anche tu sei passata da Amici o X Factor, in qualche modo?
Ho fatto i provini due volte ad Amici, più o meno cinque anni fa. Non avevo nulla da fare in quel momento in campo musicale. Non lo nego, quella della Tv rimane la strada più facile.
Com'è andata?
Alle selezioni non sono stata presa. La commissione di insegnanti non era quella che poi è presente in studio, ma penso che ci fossero dei personaggi della redazione. Perché là, temo, ti prendono soprattutto per la tua "telegenia".
Una bella soddisfazione, per te, vincere Sanremo insieme con Marco Carta, che invece viene da Amici...
La sua canzone non è il mio genere. Ma ha un bel timbro di voce ed è stata una brava persona.
Restando in tema di trionfi e trionfatori. Che cosa hai pensato quando hai sentito Bonolis pronunciare il tuo nome?
Un'unica cosa: "Finalmente è arrivato il mio momento!"
E hai vinto con la canzone Sincerità. Quanto conta la schiettezza, per te?
Conta tantissimo, ma bisogna innanzitutto rispettare gli altri. Ciò comporta anche la possibilità di omettere delle cose, talvolta.
Come è stata in generale la tua esperienza sanremese?
Bellissima. Tanto che l'ultimo giorno, quando ho dovuto lasciare la città. mi sono messa a piangere. Sono stati tutti molto carini, e la gara in sé si è rivelata molto meno fredda e ingessata di quanto mi aspettassi.
Sei arrivata al Festival dopo tanti anni di gavetta, mantenendoti con lavoretti vari...
Ho fatto la cameriera, la cassiera e l'estetista. Sono stati anni faticosi, ma belli. E, soprattutto, necessari per la mia crescita personale e artistica. Altrimenti non sarei quella che sono ora: una persona onesta, pulita, che dà un valore al lavoro. Se mai dovesse arrivare il successo, che io distinguo dalla semplice popolarità, certo non mi potrà cambiare minimamente.
Avresti mai immaginato, sinceramente, di poter un giorno vincere Sanremo?
No, intimamente io non ci ho mai creduto. Pensavo che non fosse nemmeno possibile. Perché fare musica, specialmente in Italia, è difficile.
Perché?
Tante volte capita di arrivare a un passo dal realizzare e ottenere finalmente qualcosa. Ma poi, in un attimo e senza che spesso se ne capiscano le ragioni, tutto svanisce ed è rimesso in discussione. Non si conclude mai niente. E aggiungo: molti pensano che vincere il Festival sia sinonimo di diventare ricchi. Io posso testimoniare che non è così: non ho una lira! Però mi ritengo comunque molto ricca.
Qual è allora il tuo tesoro?
Le persone. I familiari prima di tutto, ma anche tutta la gente che mi ferma per strada per dirmi parole tanto carine. Sì, anche loro, oggi, sono il mio personalissimo patrimonio.
Ha tanti buoni motivi, Arisa, per non risparmiare "note" in Sincerità. Perché la giovane cantante, che ha vinto la sezione Proposte 2009 del Festival di Sanremo con un brano che inneggia proprio alla franchezza e all'onestà, da una parte non vuole essere definita un "personaggio". "Sono una cantante, sia chiaro, e non un paio di occhiali con la montatura nera e un abito rétro", si affretta a precisare dalle pagine di Vero. Dall'altra, proprio a rimarcare la sua totale estraneità a tutto ciò che sta attorno alle canzoni ma che musica non è, fa sapere che la cosa davvero importante, per lei, è l'album appena pubblicato. "Si intitola Sincerità, come il brano che mi ha portato fortuna a Sanremo. Ed è bellissimo. Lo dico senza falsa modestia". Rinunciando dunque a ogni forma di ipocrisia, appunto, ricorda anche come ci siano strade più facili, per "arrivare", rispetto a quelle che lei e la sua famiglia, con sacrifici e rinunce, hanno preferito battere. "Dedico questo momento bellissimo a mamma e papà, perché sono le uniche persone che non mi abbandoneranno mai. Meritano il meglio, perché è grazie a loro se oggi vivo un momento d'oro".
Una vita certo "non facile", la tua...
Siamo sempre stati persona normalissime. E, in quanto tali, come tanti altri, facciamo tuttora, con serenità, una vita piena di sacrifici.
Nella tua carriera qual è stato il sacrificio più grande?
Mio padre mi accompagnava sempre ovunque, in giro per le feste di paese. Stava tutto il giorno con me, e a volte si rincasava alle tre del mattino. E lui, un paio di ore dopo, si preparava per il lavoro. Non lo potrò mai dimenticare.
Vuoi rivolgere un pensiero anche a tua madre?
Mia madre mi ha insegnato tutto quello che so. E ha cercato sempre di fare qualche lavoretto extra per non farmi mancare mai niente. E per non farmi pesare la nostra condizione economica, senza troppe possibilità.
E al tuo fidanzato?
Lo ringrazio anche per il solo fatto di esistere. E di starmi costantemente vicino.
Non è che anche tu sei passata da Amici o X Factor, in qualche modo?
Ho fatto i provini due volte ad Amici, più o meno cinque anni fa. Non avevo nulla da fare in quel momento in campo musicale. Non lo nego, quella della Tv rimane la strada più facile.
Com'è andata?
Alle selezioni non sono stata presa. La commissione di insegnanti non era quella che poi è presente in studio, ma penso che ci fossero dei personaggi della redazione. Perché là, temo, ti prendono soprattutto per la tua "telegenia".
Una bella soddisfazione, per te, vincere Sanremo insieme con Marco Carta, che invece viene da Amici...
La sua canzone non è il mio genere. Ma ha un bel timbro di voce ed è stata una brava persona.
Restando in tema di trionfi e trionfatori. Che cosa hai pensato quando hai sentito Bonolis pronunciare il tuo nome?
Un'unica cosa: "Finalmente è arrivato il mio momento!"
E hai vinto con la canzone Sincerità. Quanto conta la schiettezza, per te?
Conta tantissimo, ma bisogna innanzitutto rispettare gli altri. Ciò comporta anche la possibilità di omettere delle cose, talvolta.
Come è stata in generale la tua esperienza sanremese?
Bellissima. Tanto che l'ultimo giorno, quando ho dovuto lasciare la città. mi sono messa a piangere. Sono stati tutti molto carini, e la gara in sé si è rivelata molto meno fredda e ingessata di quanto mi aspettassi.
Sei arrivata al Festival dopo tanti anni di gavetta, mantenendoti con lavoretti vari...
Ho fatto la cameriera, la cassiera e l'estetista. Sono stati anni faticosi, ma belli. E, soprattutto, necessari per la mia crescita personale e artistica. Altrimenti non sarei quella che sono ora: una persona onesta, pulita, che dà un valore al lavoro. Se mai dovesse arrivare il successo, che io distinguo dalla semplice popolarità, certo non mi potrà cambiare minimamente.
Avresti mai immaginato, sinceramente, di poter un giorno vincere Sanremo?
No, intimamente io non ci ho mai creduto. Pensavo che non fosse nemmeno possibile. Perché fare musica, specialmente in Italia, è difficile.
Perché?
Tante volte capita di arrivare a un passo dal realizzare e ottenere finalmente qualcosa. Ma poi, in un attimo e senza che spesso se ne capiscano le ragioni, tutto svanisce ed è rimesso in discussione. Non si conclude mai niente. E aggiungo: molti pensano che vincere il Festival sia sinonimo di diventare ricchi. Io posso testimoniare che non è così: non ho una lira! Però mi ritengo comunque molto ricca.
Qual è allora il tuo tesoro?
Le persone. I familiari prima di tutto, ma anche tutta la gente che mi ferma per strada per dirmi parole tanto carine. Sì, anche loro, oggi, sono il mio personalissimo patrimonio.
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