mercoledì 10 giugno 2009

NICOLA SAVINO: CHI LASCIA LE SCORIE VECCHIE PER UN COLORADO NUOVO...

“Iattura e sciagura”, direbbe Bonolis. “Tradimento ed ingiuria” diciamo noi di Scavicchia la notizia leggendo uno degli ultimi avvicendamenti televisivi e passaggi di conduttori da Rai e Mediaset. Sì, lo scambio di conduttori tra le due aziende, l’arruolamento di una figura storica di un marchio da parte di quello concorrente, l’acquisto di un volto identificativo di una rete, ha sempre il retrogusto amaro del tradimento. E dell’ingiuria, se considerassimo poi tutto quanto il percorso del personaggio in questione. Se n’è parlato molto, se n’è parlato tanto, ma solo poco fa è giunta l’ufficializzazione: Nicola Savino lascia Raidue. Nicola Savino, uno dei “protetti” di Simona Ventura assieme a Francesco Facchinetti, per chissà quale stramba ragione smette di vestire la casacca rossa che con tanto amore aveva portato durante l’era Marano e approda dal “nemico”.

Savino, diciamocela tutta, non è uno di quei personaggi che da una parte o dall’altra ti cambia qualcosa, perché poco dà a chi lo vede. La sua “forza televisiva” è figlia di un format, in questo caso Scorie, che danno lustro alla sua mediocrità, alla sua poca – a mio avviso – televisività, al fatto che non lo contraddistingui per chissà quale caratteristica, quale peculiarità. Differente è il discorso se lo approntassimo sul piano radiofonico, dove sicuramente il risultato è degno di nota. Ecco, nonostante tutto, tu Nicola Savino lo identifichi con Raidue, non per altro, quanto per il fatto che è stato “imposto” a forza. E quindi Savino uguale Raidue, perché te lo ritrovi all’Isola, perché te lo piazzano a Quelli che il calcio, perché ce lo mettono ad X Factor: bene. Tutto un tratto, la voglia di volare alto, la volontà di diventare qualcuno, la consapevolezza che il tatto con cui è stato trattato finora non vi sarà più per un cambio di direzione, sovrastano le scelte del buon Savino che, con tutta la squadra di Scorie, varca il cancello che separa Rai e Mediaset e si mette comodo tra le braccia del Biscione.

Adesso, sottolineato che allo scrivente Savino non mi piace si era capito, no? –, interroghiamoci un attimo sulle motivazioni che spingono un conduttore ad accettare di andare a Mediaset sapendo che in Rai, in un modo o nell’altro, si sta facendo carriera. Aldilà delle volontà e delle consapevolezze di cui sopra, un progetto in ballo bello sostanzioso può fare la differenza in una scelta di così grande entità. Ma Colorado può essere considerato un progetto sostanzioso? Uno dei programmi più beceri della televisione attuale, che fa sorridere praticamente mai eppure tanto amato dal pubblico giovane – santa pace! –, con una comicità da cabaret di quart’ordine, è un progetto sostanzioso? No, non lo è di certo. Perché il posto che prenderebbe Savino è quello di Beppe Braida, altra cima. Per una Rossella Brescia che, a questo punto, è a zonzo, alla ricerca di qualche altra cosa, con tutta la probabilità di questo mondo.
Sinceramente credo che questo sia un passo falso che può pregiudicare il percorso e la carriera televisiva di Savino, che riconosco essere lunga, faticosa, e diciamo anche meritata. Il fatto di essere nelle grazie della conduttrice di punta di una rete e del suo direttore ovviamente aiutava e, probabilmente, una presa di petto della situazione ha fatto in modo che in Savino nascesse la voglia matta di crescere. Certo è che chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quello che lascia, ma non sa quello che trova…

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