Il preserale di Canale5 è Scotti-dipendente, è un dato di fatto. Anzi, per correggere il tiro, dovremmo dire è Milionario-dipendente. La scalata sino alla 15ma domanda, i tre aiuti più familiari della nostra televisione, la scelta del dito più veloce sono abitudini alle quali gli italiani non intendono rinunciare. Non è, ad onor del vero, sufficiente il faccione del bonario conduttore pavese a tenere in obiettivo tutta la fascia del presera, seppur garantisca una buona percentuale d’ascolto, quanto piuttosto un coniugare perfettamente questo all'elemento Chi vuol essere Milionario?. Per condizioni imposte dalla casa di produzione del quiz, domande intervallate a ragionamenti e tempi dilungati non possono coprire tutti e due periodi di garanzia e per questo motivo sempre più spesso si ricorre allo sperimentare nuovi game e nuovi giochi. Scartata l’ipotesi Amadeus, intento a ritornare in Rai, s’è pescato fra il parco conduttori il nome del successore (estivo) di Gerry Scotti.
La scelta è caduta su Enrico Papi, che aveva alle sue spalle già un’esperienza del genere, con l’investigativo L’imbroglione, datato 2004 ma, soprattutto, forte di una primavera aurea con la conduzione della rediviva Ruota della fortuna. Tratto dal format francese Mister Chance Jackpot, il gioco che è chiamato a condurre si intitola Jackpot, fate il vostro (manco a dirlo) gioco. Una grande roulette formata da 25 caselle numerate la vera e propria protagonista del quiz attorno a cui si snodano i 70 minuti del game. La prima versione del gioco prevedeva due concorrenti per ogni partita, che nella prima fase avevano il compito di accumulare quanto più altisonante montepremi possibile, lanciando una fantomatica palla, con il sottofondo musicale del caratteristico (e successivamente soppresso) jingle della trasmissione, sulla ruota. Non solo numeri su di essa, corrispondenti alla somma che i concorrenti potevano accumulare rispondendo ad una semplice domanda le cui opzioni di risposta erano un semplice sì o no, ma anche caselle jackpot, una volta caduta la palla sulle quali al totale messo da parte si sarebbe potuto aggiungere una cospicua somma mediante la risoluzione della cosiddetta raffica di domande (5 risposte esatte da dare in soli 30 secondi), e out, a partire dalle quali ci sarebbe potuto essere uno scambio di concorrenti all’interno della partita stessa, solo rispondendo male ad una determinata domanda denominata ugualmente out. La parte finale (ed è questa la peculiarietà del gioco per essere un preserale dell’ammiraglia Mediaset, in quanto spesso si è fatto ricorso a giochi dalla durata non specificata, come lo stesso Milionario o 1 contro 100) prevedeva 7 domande, una volta risposta risolte le quali si potevano scegliere tanti numeri sulla ruota quante le risposte esatte date. L’ultimo tiro di palla, preannunciato dall’entrata della valletta Karina Michelin, la “donna del destino”, era il culmine della gara: se la palla si fosse fermata sui numeri scelti precedentemente dalla coppia in gioco, il montepremi sarebbe stato vinto. Cosa accaduta, a memoria, solo un paio di volte. Il gioco, che debutta lunedì 26 maggio 2008, ottiene alla prima puntata il 18.79% di share, un punto abbondante in meno rispetto al predecessore 50-50, stabilizzandosi, nelle settimane successive, al 16%. Davvero troppo poco per una fascia che, nonostante sia fuori garanzia, è ritenuta estremamente importante.
Cambiamenti in vista, anzi. In realtà viene messa in atto una reale riformulazione delle regole del gioco, ovviamente non preannunciate ma scopribili solo a puntata iniziata. Stravolto sin dalle sue radici, l’unico elemento in comune con la versione precedente è la stessa roulette. Il quiz, da questa volta in poi, si suddivide in giochi. Nel nuovo modello, nell’anteprima viene messa da parte una somma in modo tale che faccia da base monetaria a tutta la partita che viene disputata successivamente, alla quale partecipano solo due concorrenti, senza la possibilità che vengano cambiati per un errore di risposta alla casella out -che, come diremo tra poco, non esiste più-. Un gioco di semplici attinenze tra un termine e altri dieci, di cui cinque prevedono una connessione effettiva mentre altrettanti cinque sono inseriti per distogliere l’attenzione. Per ogni attinenza individuata, 5.000 euro. Le caselle, sempre numerate, non vedono l’aggiunta di jackpot od out, bensì dei colori verdi e rosso. Le prime, mediante l’indovinare un parola di cui lunghezza ed iniziale note, consente il raddoppio del montepremi, mentre le seconde lo dimezzano. Alla fase finale, come bonus, si accede con già alcune caselle accese (tutte quelle verdi inutilizzate durante la partita) alle quali si possono aggiungere altre, tante quante le risposte esatte date ad un questionario fatto da 10 domande rispondibili mediante il sì o il no - è l’unica parte del quiz ancora in questo modo, dato il mutamento in uno squallido game multiple choice dell’intera struttura -.
Quali sono state le cause dell’insuccesso dell’ennesimo tentativo di sviare il preserale di Canale 5 da Scotti? Prima di tutto, il conduttore: anche in questo caso, Enrico Papi si conferma come il presentatore per eccellenza di Italia1, ma totalmente inadatto alla sorella maggiore. Il provare a distaccarsi dal suo modo di essere giovanile, estroso, un po’ matto per assunzione di una veste più consona al nuovo impegno presosi, lo rendono altamente impacciato e timoroso. C’è anche da dire che, come raramente accade, dato comunque una non particolare attrazione basale del quiz, è il conduttore a reggere la baracca, come succede quotidianamente, in più evidenziato modo, in Affari Tuoi. Il gioco, per come inizialmente è stato proposto, aveva un proprio appeal scaduto e reso banale nel tempo. Ad esempio, il frequente cambio di concorrenti in seguito ad un out portava aria di freschezza anche solo all’interno di una puntata, che non rischiava così di appiattirsi e di ripiegarsi su sé stessa. Ogni partita aveva un suo perché, aveva il motivo per farsi seguire per l’imprevedibilità insita alla sua struttura. L’ultimo tiro di palla, la cui tensione è sottolineata da jingle musicali mai inadatti, è ricco di teorica suspence che va, però, a disperdersi nel giro di un attimo e non trova buona realizzazione nella pratica. I cambi autoriali per sovvertire l’evidente flop non hanno fatto altro che svecchiare ulteriormente il gioco, quando invece è proprio l’errore che non si doveva commettere dato che in estate pochissimi giovani seguono la Tv. Non si richiedeva ovviamente un eccessivo (ed effettivo) cambio di rotta che vertesse e strizzasse l’occhio al target più adulto, ma le canzoni di sottofondo, un Papi che gioca con i suoi concorrenti dando spazio e forma a siparietti a volte ridicoli, concorrenti che sempre più spesso danno l’idea di essere attori, non aiutano assolutamente. Assurda la giustificazione relativa al granitico pubblico di RaiUno che non si schioda dal suo preserale, che sia Alta Tensione o Reazione a Catena, e dalla rete in generale dato che in più occasioni ha testimoniato come, oltre l’uno, esistano altri tasti sul telecomando e sappiano usarli.
Il format, tuttavia, non è completamente da buttare. Una sua possibile e giusta collocazione è probabilmente quella dell’access di Italia1, alternandosi alla Ruota della Fortuna, proprio per gli aspetti che lo stanno rendendo il più grande flop di questa estate. Un’altra cartuccia è stata male sparata, e intanto i promo annunciano il ritorno del Milionario, quasi come se fosse un pegno da scontare annualmente. Riuscirà Canale 5 a trovare un buon sostituto per quest’ultimo, anche se non un quiz? Io ho i miei dubbi.
La scelta è caduta su Enrico Papi, che aveva alle sue spalle già un’esperienza del genere, con l’investigativo L’imbroglione, datato 2004 ma, soprattutto, forte di una primavera aurea con la conduzione della rediviva Ruota della fortuna. Tratto dal format francese Mister Chance Jackpot, il gioco che è chiamato a condurre si intitola Jackpot, fate il vostro (manco a dirlo) gioco. Una grande roulette formata da 25 caselle numerate la vera e propria protagonista del quiz attorno a cui si snodano i 70 minuti del game. La prima versione del gioco prevedeva due concorrenti per ogni partita, che nella prima fase avevano il compito di accumulare quanto più altisonante montepremi possibile, lanciando una fantomatica palla, con il sottofondo musicale del caratteristico (e successivamente soppresso) jingle della trasmissione, sulla ruota. Non solo numeri su di essa, corrispondenti alla somma che i concorrenti potevano accumulare rispondendo ad una semplice domanda le cui opzioni di risposta erano un semplice sì o no, ma anche caselle jackpot, una volta caduta la palla sulle quali al totale messo da parte si sarebbe potuto aggiungere una cospicua somma mediante la risoluzione della cosiddetta raffica di domande (5 risposte esatte da dare in soli 30 secondi), e out, a partire dalle quali ci sarebbe potuto essere uno scambio di concorrenti all’interno della partita stessa, solo rispondendo male ad una determinata domanda denominata ugualmente out. La parte finale (ed è questa la peculiarietà del gioco per essere un preserale dell’ammiraglia Mediaset, in quanto spesso si è fatto ricorso a giochi dalla durata non specificata, come lo stesso Milionario o 1 contro 100) prevedeva 7 domande, una volta risposta risolte le quali si potevano scegliere tanti numeri sulla ruota quante le risposte esatte date. L’ultimo tiro di palla, preannunciato dall’entrata della valletta Karina Michelin, la “donna del destino”, era il culmine della gara: se la palla si fosse fermata sui numeri scelti precedentemente dalla coppia in gioco, il montepremi sarebbe stato vinto. Cosa accaduta, a memoria, solo un paio di volte. Il gioco, che debutta lunedì 26 maggio 2008, ottiene alla prima puntata il 18.79% di share, un punto abbondante in meno rispetto al predecessore 50-50, stabilizzandosi, nelle settimane successive, al 16%. Davvero troppo poco per una fascia che, nonostante sia fuori garanzia, è ritenuta estremamente importante.
Cambiamenti in vista, anzi. In realtà viene messa in atto una reale riformulazione delle regole del gioco, ovviamente non preannunciate ma scopribili solo a puntata iniziata. Stravolto sin dalle sue radici, l’unico elemento in comune con la versione precedente è la stessa roulette. Il quiz, da questa volta in poi, si suddivide in giochi. Nel nuovo modello, nell’anteprima viene messa da parte una somma in modo tale che faccia da base monetaria a tutta la partita che viene disputata successivamente, alla quale partecipano solo due concorrenti, senza la possibilità che vengano cambiati per un errore di risposta alla casella out -che, come diremo tra poco, non esiste più-. Un gioco di semplici attinenze tra un termine e altri dieci, di cui cinque prevedono una connessione effettiva mentre altrettanti cinque sono inseriti per distogliere l’attenzione. Per ogni attinenza individuata, 5.000 euro. Le caselle, sempre numerate, non vedono l’aggiunta di jackpot od out, bensì dei colori verdi e rosso. Le prime, mediante l’indovinare un parola di cui lunghezza ed iniziale note, consente il raddoppio del montepremi, mentre le seconde lo dimezzano. Alla fase finale, come bonus, si accede con già alcune caselle accese (tutte quelle verdi inutilizzate durante la partita) alle quali si possono aggiungere altre, tante quante le risposte esatte date ad un questionario fatto da 10 domande rispondibili mediante il sì o il no - è l’unica parte del quiz ancora in questo modo, dato il mutamento in uno squallido game multiple choice dell’intera struttura -.
Quali sono state le cause dell’insuccesso dell’ennesimo tentativo di sviare il preserale di Canale 5 da Scotti? Prima di tutto, il conduttore: anche in questo caso, Enrico Papi si conferma come il presentatore per eccellenza di Italia1, ma totalmente inadatto alla sorella maggiore. Il provare a distaccarsi dal suo modo di essere giovanile, estroso, un po’ matto per assunzione di una veste più consona al nuovo impegno presosi, lo rendono altamente impacciato e timoroso. C’è anche da dire che, come raramente accade, dato comunque una non particolare attrazione basale del quiz, è il conduttore a reggere la baracca, come succede quotidianamente, in più evidenziato modo, in Affari Tuoi. Il gioco, per come inizialmente è stato proposto, aveva un proprio appeal scaduto e reso banale nel tempo. Ad esempio, il frequente cambio di concorrenti in seguito ad un out portava aria di freschezza anche solo all’interno di una puntata, che non rischiava così di appiattirsi e di ripiegarsi su sé stessa. Ogni partita aveva un suo perché, aveva il motivo per farsi seguire per l’imprevedibilità insita alla sua struttura. L’ultimo tiro di palla, la cui tensione è sottolineata da jingle musicali mai inadatti, è ricco di teorica suspence che va, però, a disperdersi nel giro di un attimo e non trova buona realizzazione nella pratica. I cambi autoriali per sovvertire l’evidente flop non hanno fatto altro che svecchiare ulteriormente il gioco, quando invece è proprio l’errore che non si doveva commettere dato che in estate pochissimi giovani seguono la Tv. Non si richiedeva ovviamente un eccessivo (ed effettivo) cambio di rotta che vertesse e strizzasse l’occhio al target più adulto, ma le canzoni di sottofondo, un Papi che gioca con i suoi concorrenti dando spazio e forma a siparietti a volte ridicoli, concorrenti che sempre più spesso danno l’idea di essere attori, non aiutano assolutamente. Assurda la giustificazione relativa al granitico pubblico di RaiUno che non si schioda dal suo preserale, che sia Alta Tensione o Reazione a Catena, e dalla rete in generale dato che in più occasioni ha testimoniato come, oltre l’uno, esistano altri tasti sul telecomando e sappiano usarli.
Il format, tuttavia, non è completamente da buttare. Una sua possibile e giusta collocazione è probabilmente quella dell’access di Italia1, alternandosi alla Ruota della Fortuna, proprio per gli aspetti che lo stanno rendendo il più grande flop di questa estate. Un’altra cartuccia è stata male sparata, e intanto i promo annunciano il ritorno del Milionario, quasi come se fosse un pegno da scontare annualmente. Riuscirà Canale 5 a trovare un buon sostituto per quest’ultimo, anche se non un quiz? Io ho i miei dubbi.
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