domenica 13 luglio 2008

SUPERSHOW: POCO SUPER, NIENTE SHOW

Se c’è una cosa che credo possa dare altamente fastidio al telespettatore medio è quella che ha inizio nel momento in cui, originariamente, un’idea viene spacciata per una grande novità nel marasma televisivo che trova, poi, realizzazione in un programma strutturato come un semplice copia ed incolla dei momenti più importanti, più divertenti, più significativi di un’azienda o semplicemente di un canale. Nella televisione moderna tali rappresentazioni trovano sviluppo in Varietà da un lato, divenuto successivamente SuperVarietà, quando l’intero programma vede al proprio fulcro uno e un solo protagonista e tutti gli spezzoni che ne fanno parte sono a lui connessi, e Ieri e oggi in Tv dall’altro. Due progetti, due programmi, trattati essenzialmente come tappabuchi. Il primo, infatti, trova posizione fissa proprio in estate e, quando non si toccano dappertutto i 35° gradi, come sostituto in previsione di uno sciopero dei giornalisti del Tg1 o di una trasmissione improvvisamente saltata. Il secondo, a sua volta, non è meglio trattato, e, anzi, è guardabile ed apprezzabile in particolar modo nella notte tra il sabato e la domenica, alle ore 2. Accessibilissimo, quindi. Concentrandoci solamente sulla sponda Mediaset, c’è da dire che da un po’ di tempo a questa parte, soprattutto dopo la nomina di Massimo Donelli come direttore di Canale5, si è avanzata sempre più l’ipotesi di un programma che racchiudesse nella sua messa in onda i momenti più belli della Tv commerciale, dalla sua nascita ad oggi, dimenticandosi, quindi, in maniera assurda, del gioiellino curato minuziosamente da Paolo Piccioli. Passa il tempo e il progetto prende sempre più forma e sempre più dei lineamenti ma soprattutto dei contenuti ed un nome: Supershow. Inizialmente previsto come access domenicale per l’anno passato in sostituzione di Paperissima Sprint, viene rimandato a data da destinarsi. Un destino per poco buio, però.

Inizialmente il debutto era fissato per il 22 giugno. Per un’Italia che passa ai quarti agli Europei, un esordio posticipato. 29 Giugno, ma neanche quest’altra data va bene: come si suol dire, chi ben comincia è a metà dell’opera, e il cammino non sarebbe comunque stato quello giusto se ci si scontra ab ovo contro il competitor più duro possibile, in quel caso la finale degli stessi Campionati d’Europa, Spagna-Germania. E, più facile a dirsi che a farsi, debutto ulteriormente rimandato, questa volta per domenica 6 luglio. Ecco quindi, che alle ore 20.40, SuperShow ha inizio. Breve anteprima, stacco pubblicitario e via con la sigla. Molto moderna, per essere un programma ispirato al passato, fatta con la comparsa dei personaggi che hanno fatto, chi più chi meno, la storia dell’azienda di Cologno Monzese. Ma neanche ci si siede comodi sulla poltrona per guardarlo e goderselo, che nello stesso momento giunge solenne la fine. Si potrebbe pensare che rituffarsi nella nostalgia prodotta dal visionare quei pezzi faccia scorrere il tempo più veloce che mai, e invece non funziona affatto così. Per due semplici motivazioni. La durata è veramente breve, e non è relativamente tale. 15 minuti scarsi per un tuffo nel passato coincidono con il rischio di prendersi una bronchite, metaforicamente parlando. Successivamente, i pezzi mandati in onda, separati gli uni dagli altri da uno stacco fatto di mille colori accompagnato da musica che potrebbe portarti a crisi epilettiche, non sono interamente attinenti alla storia, alla fortuna del colosso di Berlusconi. Se ci si aspettava il jingle de Il pranzo è servito, di Bis, di C’eravamo tanto amati, tanto per dire, la delusione ti copre dalla testa ai piedi: per la maggiore, infatti, sono prediletti spezzoni tratti dai programmi della Gialappa’s Band, dei vari Zelig e Facciamo Cabaret e, in unica forma, un piccolo filmato tratto da Drive In. Insomma, la prima è steccata, e lo spiacere è notevole. Si spera che la seconda sia diversa. Ma altro che amarcord! Sembra una seconda parte della prima puntata. Spezzoni che, seppur siano veramente divertenti, non hanno niente a che vedere con il glorioso passato di Mediaset, anche per la data in cui vennero mandati in onda, ricordata in basso a sinistra. Eccetto uno dell’87, il più vecchio è del ’98. Lo show, quindi, manca.

Questo sembra essere solamente una macedonia dei più bei programmi degli ultimi 10 anni di Italia1, con tutto rispetto. E tutte le promesse, come quella relativa al mandare in onda la nascita del Tg5 o l’esordio di Scotti in Tv, a Deejay television? Tutte non mantenute. Altro che super, questo è un programma mini davvero. Ma in fondo potevi aspettarti una cosa del genere, leggendo la locandina. Gli autori del programma, infatti, sono Alessandro Castelli e Giuliano Costa, gli storici della Gialappa’s. Non era meglio mandarlo su Italia1, questo fantomatico SuperShow, e collocare il bel Ieri e oggi in tv in access, sull’ammiraglia, il cui principale merito è quello di sapere usare nel migliore dei modi il ricco patrimonio a disposizione? La cosa bella è che tutto ciò era prevedibile, ed ampiamente documentato. Ostinazione, quella di ipotizzare che non si proseguisse sulla strada ampiamente prevedibile? Forse no, perché è pur sempre simpatico buttare fumo negli occhi di chi si aspetta uno "show super", ma che si ritrova con un piccolo programmino costato due lire, e forse neanche.

1 commento:

  1. Post eccellente. Mi hai tolto le parole di bocca...ehm...i tasti sotto le dita..ahahah

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