lunedì 4 agosto 2008

È FINITA L'ERA DELLA CONCORRENZA?

Pochi giorni fa parlammo di come Massimo Donelli affermi strenuamente che il paragone Canale 5 - RaiUno sia campato in aria dato che tra i due canali non c'è l'ombra di concorrenza, data la volontà di ognuna delle due di concorrere per sé al fine di raggiungere i propri obiettivi e i propri traguardi. Avevamo espresso le nostre perplessità e i nostri dubbi in merito, anche alla luce di come siano spesi milioni di euro per allestire un grande sabato sera da parte di RaiUno. Intento che, maliziosamente, provammo a leggere sotto un'ottica puramente commerciale, relativa ad una fortemente voluta ed ipotecabile, dato l'investimento, vittoria su C'è posta per te di Maria De Filippi. Sembra, però, che un minimo di verità, nelle parole delle due ammiraglie delle aziende leader della Tv in chiaro, ci sia, almeno scorgendo, combinandoli, i palinsesti delle due reti. Come rilevato da La Stampa, da cui traiamo il pezzo per pubblicarlo, questi ultimi due sembrano essere complementari, affinché una proposta sempre più variegata e molteplice venga offerta.
Raiuno e Canale 5 si sparano a salve
La guerra è finta: nella nuova stagione mai un vero scontro diretto Sorpresa! I programmi d’autunno di Raiuno e di Canale 5 in prima serata sono complementari, come se li avesse fatti la stessa mano. Se uno fa fiction, l’altro fa intrattenimento e viceversa. La domenica e il lunedì, un’abitudine consolidata, Raiuno mette la sua fiction. Si va dalle nuovissime Coco Chanel, Paolo VI o Puccini alle classiche Montalbano, Provaci ancora Prof, Raccontami, mentre Canale 5 la domenica schiera Il ballo delle debuttanti, un’idea di Maria De Filippi, una produzione della famiglia Costanzo per la conduzione di Rita Della Chiesa e il lunedì l’ultrasperimentato Zelig. E così via, per tutta la settimana. Martedì Tutti pazzi per la tv con la Clerici su Raiuno e su Canale 5 la fiction, che può essere la risorgimentale Il sangue e la rosa oppure Anna e i cinque con la Ferilli. Mercoledì, il ritorno di Raffaella Carrà con la lotteria da una parte, la serie sui misfatti dei medici di Crimini bianchi dall’altra. Giovedì, eccezione, potrebbe esserci uno scontro: perché se Raiuno mette la fiction (Suor Bakhita oppure Einstein della Cavani), Canale 5 con Distretto di polizia punta sugli eterni estiminatori di questo serial. Venerdì, I migliori anni del solito Carlo Conti su Raiuno cederà il posto, da fine novembre, al programma musicale Gigi e Anna con D’Alessio e la Tatangelo. Dall’altra parte, c’è prima Fantasia, una gara di tabeaux vivants con il duo Barbara D’Urso e Luca Laurenti, poi Paperissima con Gerry Scotti e Michelle Hunziker. Il sabato su Canale5 c’è il potentissimo C’è posta per te di Maria De Filippi, difficile da sconfiggere, e su Raiuno il gioco Volami nel cuore condotto da Pupo e da un pupetto, sostituito, in novembre, da Pippo Baudo e la sua Serata d’onore. Per questa volta, dunque, lo spettatore non sarà costretto a dilemmi tra due fiction uguali o tra due show talmente simili da potersi confondere, tanto da far pensare che i due direttori di rete si siano messi d’accordo.
Possibile? Massimo Donelli di Canale 5 e Fabrizio Del Noce di Raiuno negano. «Io faccio il palinesesto puntando sulle mie pietre miliari - dice Donelli - che sono C’è posta per te, Striscia, Paperissima, Zelig e Distretto. Le novità non sono molte. Posso anticipare, comunque, che avrò anche un programma musicale da fine ottobre, dopo il Ballo delle debuttanti, ma è ancora allo studio con la Endemol. Nessun accordo con la Rai». Allora come mai il prossimo autunno i due palinsesti s’integrano con questa perfezione? «È capitato - risponde Del Noce -, ma concordarli non sarebbe utile alla concorrenza». Non ci sarà mica una spia in Rai, direttore? «Non credo proprio».

Intrattenimento à gogo
Un’altra singolarità di quest’autunno è che Raiuno schiererà quattro varietà o consimili alla settimana, cosa mai avvenuta e che lascia sconcertati soprattutto perché, da tempo, il varietà è ritenuto in agonia. «Non potevo far altro - sostiene Del Noce -, la prima fase di Champion’s league dà ascolti troppo bassi. Il grande cinema arriva in tv spremuto dalla sala, dai dvd, da Sky e da quant’altro. Le novità le devo testare prima, quando i dati d’ascolto non vengono utilizzati per i contratti pubblicitari. E adesso non avevo pronta una quarta serata di fiction come l’anno scorso». Produzione ridotta a causa dello scandalo che ha travolto il capo della fiction Rai, Agostino Saccà? «No, no. La produzione è andata avanti. Ma i generi sono sempre gli stessi. Non posso mettere in prima serata due gialli: annoio». E Donelli: «Noi lavoriamo di concerto con le altre reti Mediaset. Il grande cinema è di Retequattro che trasmette 1.400 film l’anno. A Canale 5 tocca produrre in proprio. Posso dire con orgoglio che nella nuova stagione siamo arrivati al 97% di cose prodotte da noi». Ma dove troverete tanti divi o teledivi, vip grandi e piccoli, per riempire otto varietà settimanali? I due si preoccupano. Spiega Donelli: «Il problema esiste. Il parco dei nomi che fanno ascolto è ristretto. Ma non tutti i nostri show hanno bisogno di superospiti. Molti saranno solo messi a fare la ciliegina sulla torta». Meno ottimista Del Noce: «Ormai gli ospiti vengono contesi tra noi e la concorrenza a colpi di migliaia di euro. E anche se il parco s’è allargato, sono pochi quelli che fanno impennare l’Auditel». Nessun artista è più disposto ad apparire in prima serata senza essere pagato. «La parola gratis è morta da anni. Se i grandi nomi hanno un disco o un film in promozione vogliono parlare solo di quello e l’ascolto cala. Per un numero divertente si deve pagare».

L’informazione senza audience
Né Raiuno né Canale 5 hanno pensato di dedicare una serata che sia una alla grande informazione. «La prima serata - confessa Del Noce - è una brutta bestia: avere il 20% di share è un’impresa. Abbiamo avuto fior di professionisti, Lerner, Santoro, Sassoli, ma non ce l’hanno fatta. E poi noi siamo una rete generalista che si rivolge a tutti. Invece oggi piace il giornalismo aggressivo, a tesi, polemico che noi di Raiuno lasciamo a Raidue e Raitre per rispettare l’equilibrio aziendale». E lei, Donelli, perché non fa informazione in prima serata? «Non è vero. Qualche volta la facciamo». Quando? «L’abbiamo fatta quando abbiamo avuto Veltroni e Berlusconi ospiti a Matrix». Ma stavamo andando a votare, direttore. «Certo, certo. Una volta, mi ricordo, abbiamo messo una docufiction sul delitto di Erba. L’informazione paga solo se è legata a un evento drammatico appena accaduto, altrimenti fa scendere l’ascolto».
Non ci è dato sapere se tutto ciò sia frutto di una combina o di una incredibile coincidenza. Criticamente, potremmo dire che è finita l'era della concorrenza (almeno leggendo le arole e scorgendo le azioni); da telespettatori, non possiamo che essere felici. Sempre che, qualora le scelte si rivelassero sbagliate, cambiamenti in corsa e posizionamenti di trasmissioni e fiction in corso d'opera non incomberanno sui telespettatori. Che Donelli avesse ragione?

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