Chi, qualche mese fa, avrebbe mai detto che Pierino Chiambretti, dopo tanti attestati di stima per la Rai, ed in particolare per RaiUno, sarebbe finito nel palinsesto di Italia1? Poche persone, sicuro. Fabrizio Del Noce sembrava aver la pazienza di accoglierlo assecondando ogni sua volontà. Persino Antonio Marano, direttore di RaiDue, ha lanciato attestati di stima nei confronti dell'eccellente show-man torinese.
Ebbene, la conclusione dell'affare è un Chiambretti sempre, ancora non ufficialmente, più inserito nella programmazione prossima imminente della giovane rete di Cologno Monzese. Già nel "lontano" 2003, l'artista torinese sembrava vicino a Mesiaset, per la conduzione di Scherzi a Parte. La trattativa non andò in porto, ed ora, a distanza di cinque anni, sembra più viva che mai. Riporto qui di seguito un interessante articolo de LaStampa. Una osservazione giusta ed opportuna, al riguardo della nuova posizione televisiva di Piero Chiambretti. Un Piero Chiambretti che, pedina nelle mani degli addetti ai lavori, lavora contro il suo stesso fantasma. Un fantasma forse più libero e meno riflessivo sul da farsi, un Chiambretti probabilmente più "realmente irriverente", senza forzare atteggiamenti, ed senza innescare un palese atteggiamento di incoerenza. Un Piero Chiambretti forse più Chiambretti, quell'artista che, libero dalle politiche di audience e share, ogni sera su La7 esternava il suo "io professionale" senza avere fini o scopi, e privo di ogni filo agganciato alla propria schiena, semplicemente per il piacere di fare il proprio lavoro.Ecco l'articolo:
Pierino sfida la sinistra chic della terza rete e se stesso
Berlusconi ha scelto Chiambretti per rafforzare Italia 1
Il nuovo salotto rosso quotidiano di Serena Dandini, il nuovo assetto con le prime serate di Fabio Fazio, addirittura lo show evento di Paola Cortellesi. E quel Ballarò che fa rullare i motori ormai quasi al 20%… Raitre sembra fare sul serio, nello scacchiere televisivo dell'autunno la rete un tempo Cenerentola, stavolta parte in pole-position: e il suo color rosso rischia di assomigliare a quello vivo delle Ferrari, più che al solito stinto delle belle bandiere della sinistra che fu. E così, invece di partire per la vacanze con la sgradevole sensazione di doversi ritrovare a settembre con qualche fastidio di troppo, Pier Silvio Berlusconi ha deciso di correre il rischio d'ingaggiare Pierino Chiambretti, proprio per rafforzare Italia 1 in chiave anti-Raitre. Un rischio che sarà stato pure ben considerato, ma che nessuno si nasconde almeno a tre livelli: politico, editoriale e pure di assetto delle risorse artistiche. A Mediaset, quando si parla di risate, si vedono subito i grandi potentati autoriali dietro le quinte: la fraternità spacca-audience di dio Ricci, che non sbaglia mai un colpo da Striscia la notizia alle Veline a Paperissima; il clan Gino&Michele e tutti gli Zelig; le Iene e ienate di Davide Parenti, ancora alle prese con il tourbillon tra Luca&Paolo e i vari candidati sostituti; per non dire mai dei «mai dire» vari della Gialappa's… Non è facile armonizzare un'orchestra del genere e aggiungerci pure un primo violino alla Chiambretti. Dal punto di vista editoriale, inoltre, riaprire le case alle Markette su Italia 1 vuol dire magari pure rischiare di sovrapporsi a Canale 5, perlomeno al venerdì sera, quando Enrico Mentana fa il pieno di ascolti con la puntata soft-comica di Matrix. E badando infine al sodo, ossia alla politica, c'è l'incognita della scelta di campo: contro il salotto col divano rosso «gauche-caviar» di Raitre, contro gli pseudo-snob, ecco servito un sano trash-pop markettaro. Sulla carta, la scelta non fa una grinza, ed è facile pure che un vasto pubblico scelga Italia 1. Sempre che Chiambretti voglia davvero lasciarsi del tutto alle spalle quel mitico, celebrato portalettere che recapitava in giro le cartoline di Andrea Barbato, e poi le grandi carovane universitarie con Paolo Rossi, e le Prove Tecniche e di Va' Pensiero, gli show antesignani di tutti i Quelli che sono venuti dopo. E poi non è facile, nemmeno per tanto denaro, nemmeno per un'altra pizzeria o un altro alloggio ai Parioli, mettersi così di traverso contro quel che resta dell'Intellighenzia Rossa e soprattutto di una certa opinione pubblica che resiste, resiste e resiste ancora adesso nell'Italia Uno, quella vera e non la rete tv, di Berlusconi.
Berlusconi ha scelto Chiambretti per rafforzare Italia 1
Il nuovo salotto rosso quotidiano di Serena Dandini, il nuovo assetto con le prime serate di Fabio Fazio, addirittura lo show evento di Paola Cortellesi. E quel Ballarò che fa rullare i motori ormai quasi al 20%… Raitre sembra fare sul serio, nello scacchiere televisivo dell'autunno la rete un tempo Cenerentola, stavolta parte in pole-position: e il suo color rosso rischia di assomigliare a quello vivo delle Ferrari, più che al solito stinto delle belle bandiere della sinistra che fu. E così, invece di partire per la vacanze con la sgradevole sensazione di doversi ritrovare a settembre con qualche fastidio di troppo, Pier Silvio Berlusconi ha deciso di correre il rischio d'ingaggiare Pierino Chiambretti, proprio per rafforzare Italia 1 in chiave anti-Raitre. Un rischio che sarà stato pure ben considerato, ma che nessuno si nasconde almeno a tre livelli: politico, editoriale e pure di assetto delle risorse artistiche. A Mediaset, quando si parla di risate, si vedono subito i grandi potentati autoriali dietro le quinte: la fraternità spacca-audience di dio Ricci, che non sbaglia mai un colpo da Striscia la notizia alle Veline a Paperissima; il clan Gino&Michele e tutti gli Zelig; le Iene e ienate di Davide Parenti, ancora alle prese con il tourbillon tra Luca&Paolo e i vari candidati sostituti; per non dire mai dei «mai dire» vari della Gialappa's… Non è facile armonizzare un'orchestra del genere e aggiungerci pure un primo violino alla Chiambretti. Dal punto di vista editoriale, inoltre, riaprire le case alle Markette su Italia 1 vuol dire magari pure rischiare di sovrapporsi a Canale 5, perlomeno al venerdì sera, quando Enrico Mentana fa il pieno di ascolti con la puntata soft-comica di Matrix. E badando infine al sodo, ossia alla politica, c'è l'incognita della scelta di campo: contro il salotto col divano rosso «gauche-caviar» di Raitre, contro gli pseudo-snob, ecco servito un sano trash-pop markettaro. Sulla carta, la scelta non fa una grinza, ed è facile pure che un vasto pubblico scelga Italia 1. Sempre che Chiambretti voglia davvero lasciarsi del tutto alle spalle quel mitico, celebrato portalettere che recapitava in giro le cartoline di Andrea Barbato, e poi le grandi carovane universitarie con Paolo Rossi, e le Prove Tecniche e di Va' Pensiero, gli show antesignani di tutti i Quelli che sono venuti dopo. E poi non è facile, nemmeno per tanto denaro, nemmeno per un'altra pizzeria o un altro alloggio ai Parioli, mettersi così di traverso contro quel che resta dell'Intellighenzia Rossa e soprattutto di una certa opinione pubblica che resiste, resiste e resiste ancora adesso nell'Italia Uno, quella vera e non la rete tv, di Berlusconi.
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