La novella stagione televisiva sta entrando nel suo vivo, pur essendo passata poco più di una settimana dal suo avvio, per quanto riguarda, ovviamente, Mediaset. Mandati in onda i primi prodotti che hanno acceso il suo morente e puramente estivo daytime, è tempo, stando a quanto circoscritto al lavoro di chi ai piani alti, di dare importanza alle prime serate che, in questo iniziale scorcio di garanzia, ha visto la programmazione di soli film e fiction in prima visione. Sarà questa, però, la settimana in cui tutti gli sforzi produttivi vedranno vita e, si spera, seguito effettivo. Trasmissioni che, tra conferme e novità, si accingono ad entrare nel cuore degli italiani. Ed era proprio questo l’intento che si era posto la prima di queste ultime, il pubblicizzatissimo Ballo delle debuttanti, condotto, in tandem, da Rita Dalla Chiesa e da Garrison Rochelle. Tuttavia, nonostante quanto abbiamo visto ieri sera e che ci apprestiamo a descrivere per entrare nel vivo della critica che abbiamo intenzione di fare, pare che quest’ultimo non sia stato ampiamente rispettato. Entrare nel cuore degli italiani, dei suoi telespettatori, usando quelli che sono evidenti scorciatoie è sinonimo di forzatura e, forse con un pizzico di azzardo, di raggiro.
Alle 21.25, in uno Studio 5, lo stesso della fase serale di Amici, addobbato a grandissimo salone da ballo sul cui soffitto sorgeva un sontuoso ed imponente lampadario di cristallo, la conduttrice di Forum e il professore di ballo più amato del talent presentato di Maria De Filippi, danno il benvenuto ai loro telespettatori. Quel pavimento blu, sul quale pur sorge un intreccio disegnato nel suo centro, richiama troppo il terreno calpestato dalle squadre blu e bianche della scorsa edizione. La presentazione delle due squadre è scorrevole, veloce, seppur macchiata: l’ombra di un vivente déjà vu inizia ad avanzare. E non basta solamente questo, se ci aggiungiamo anche il modo di sedersi delle due squadre, delle oramai conosciute Pop e Chic, ai lati del palco, e il loro convivere in casette. Lo zampino della De Filippi è quanto mai presente. L’odore di quanto impresso nella rivisitazione di Un, due, tre… stalla! è solo un vago ricordo rispetto a questa, che è una sua creatura a tutti gli effetti. L’effetto, presagito, di una copia di ciò che è avvenuto con Ballando con le stelle è solo, per l’appunto, un presagio, un’idea, che non trova dimensione né spazio. Una primaria impressione è che questo Ballo sia una sorta di trasposizione di Amici in stile ottocentesco.
Quella che pare essere un’impressione, però, trova conferma dopo appena un’ora di trasmissione. Largo alle prove, tutte a tema danzerino. È pur sempre la trasmissione che deve eleggere la debuttante del 2008, colei che deve andare a Vienna a rappresentare il nostro Belpaese, no? Prima la rappresentante della squadra di Iancu (supportata, guarda caso, da Alessandra Celentano) e poi quella della squadra di Bill, e viceversa. Subito dopo il ballo, microfono alla giuria e via ai commenti. Come medesimamente accade quando, dopo l’esecuzione di canto, Maria De Filippi cede la parola ai vari Grazia Di Michele, Luca Jurman e chi per essi. Inutile dire che tra la giuria, divisa in popolare e nobile, gli screzi nascono in maniera incessante. Gli stessi che si vivono tra le ragazze, tra le due squadre in maniera molto sentita. Forse è questa la pecca del programma. Le ragazza stesse. Si sente perfettamente quanto siano “gestite”, “controllate” e mai naturali. Impersonano uno stereotipo, se ne fanno portatrici e lo difendono. È così che la chic è quella che non va in discoteca ma va alla mostra d’arte, ed è cosi che, allo stesso modo, la pop ha già dato il primo bacio e per andare a ballare non si crea poi così tanti scrupoli.
La trasmissione avanza nel suo naturale corso e quel sentire proprio si può azzardare essere comune. Si alza il tono, mai placato dalla Dalla Chiesa, troppo fine ed elegante anche per questo Amici dell’800 la quale, come prevedibile, è come un pesce fuor d’acqua. A meno serve Garrison che, dal canto suo, è in condizione reale di fregiarsi di essere conduttore di prime time solo per aver annunciato i tipi di ballo che saranno effettuati? La sfida, ieri vinta dalla squadra Pop con il 59%, è tenuta viva dal continuo ricorrere alla visione del televoto mediante una riformulazione dell’idea delle carte “amiciane”. Piccoli blocchetti rossi vaganti per lo schermo che si pongono l’uno in fila l’altro decretando la supremazia di una delle due squadre mediante una maggiore lunghezza corrispettiva.
Il popolo di Canale5, dal punto di vista degli ascolti, boccia quanto visto, decretando un sonoro tonfo: 3.256.000 telespettatori per un 18.38% di share, basso di per sé, bassissimo se considerata la lunghezza fiume del programma. Che fa riflettere, se considerata la controprogrammazione inusuale con la MotoGP serale. Chiusura, comunque, per le 00.25. Insomma, pare che l’originale sia intaccabile. Amici è unico, e Il ballo delle debuttanti, in quanto sua spudorata copia in salsa, forse, meno polemica e più patinata, non può chiedere granché. Per adesso non ci sbilanciamo per il futuro, dato che sicuramente si cambierà marcia e, di conseguenza, stile. In stand by.
Alle 21.25, in uno Studio 5, lo stesso della fase serale di Amici, addobbato a grandissimo salone da ballo sul cui soffitto sorgeva un sontuoso ed imponente lampadario di cristallo, la conduttrice di Forum e il professore di ballo più amato del talent presentato di Maria De Filippi, danno il benvenuto ai loro telespettatori. Quel pavimento blu, sul quale pur sorge un intreccio disegnato nel suo centro, richiama troppo il terreno calpestato dalle squadre blu e bianche della scorsa edizione. La presentazione delle due squadre è scorrevole, veloce, seppur macchiata: l’ombra di un vivente déjà vu inizia ad avanzare. E non basta solamente questo, se ci aggiungiamo anche il modo di sedersi delle due squadre, delle oramai conosciute Pop e Chic, ai lati del palco, e il loro convivere in casette. Lo zampino della De Filippi è quanto mai presente. L’odore di quanto impresso nella rivisitazione di Un, due, tre… stalla! è solo un vago ricordo rispetto a questa, che è una sua creatura a tutti gli effetti. L’effetto, presagito, di una copia di ciò che è avvenuto con Ballando con le stelle è solo, per l’appunto, un presagio, un’idea, che non trova dimensione né spazio. Una primaria impressione è che questo Ballo sia una sorta di trasposizione di Amici in stile ottocentesco.
Quella che pare essere un’impressione, però, trova conferma dopo appena un’ora di trasmissione. Largo alle prove, tutte a tema danzerino. È pur sempre la trasmissione che deve eleggere la debuttante del 2008, colei che deve andare a Vienna a rappresentare il nostro Belpaese, no? Prima la rappresentante della squadra di Iancu (supportata, guarda caso, da Alessandra Celentano) e poi quella della squadra di Bill, e viceversa. Subito dopo il ballo, microfono alla giuria e via ai commenti. Come medesimamente accade quando, dopo l’esecuzione di canto, Maria De Filippi cede la parola ai vari Grazia Di Michele, Luca Jurman e chi per essi. Inutile dire che tra la giuria, divisa in popolare e nobile, gli screzi nascono in maniera incessante. Gli stessi che si vivono tra le ragazze, tra le due squadre in maniera molto sentita. Forse è questa la pecca del programma. Le ragazza stesse. Si sente perfettamente quanto siano “gestite”, “controllate” e mai naturali. Impersonano uno stereotipo, se ne fanno portatrici e lo difendono. È così che la chic è quella che non va in discoteca ma va alla mostra d’arte, ed è cosi che, allo stesso modo, la pop ha già dato il primo bacio e per andare a ballare non si crea poi così tanti scrupoli.
La trasmissione avanza nel suo naturale corso e quel sentire proprio si può azzardare essere comune. Si alza il tono, mai placato dalla Dalla Chiesa, troppo fine ed elegante anche per questo Amici dell’800 la quale, come prevedibile, è come un pesce fuor d’acqua. A meno serve Garrison che, dal canto suo, è in condizione reale di fregiarsi di essere conduttore di prime time solo per aver annunciato i tipi di ballo che saranno effettuati? La sfida, ieri vinta dalla squadra Pop con il 59%, è tenuta viva dal continuo ricorrere alla visione del televoto mediante una riformulazione dell’idea delle carte “amiciane”. Piccoli blocchetti rossi vaganti per lo schermo che si pongono l’uno in fila l’altro decretando la supremazia di una delle due squadre mediante una maggiore lunghezza corrispettiva.
Il popolo di Canale5, dal punto di vista degli ascolti, boccia quanto visto, decretando un sonoro tonfo: 3.256.000 telespettatori per un 18.38% di share, basso di per sé, bassissimo se considerata la lunghezza fiume del programma. Che fa riflettere, se considerata la controprogrammazione inusuale con la MotoGP serale. Chiusura, comunque, per le 00.25. Insomma, pare che l’originale sia intaccabile. Amici è unico, e Il ballo delle debuttanti, in quanto sua spudorata copia in salsa, forse, meno polemica e più patinata, non può chiedere granché. Per adesso non ci sbilanciamo per il futuro, dato che sicuramente si cambierà marcia e, di conseguenza, stile. In stand by.
Non ho mai visto 1 programma peggiore. Cioè la DallaChiesa completamente un pesce fuori dall'acqua ... una giuria fantastica che per quanto assurda faceva morire dalle risate perche' ti chiedevi "Ma a questi quanto li hanno pagati per essere cosi' ridicoli?". Un programma che non ha un minimo di senso , che finisce pure per strumentalizzare i poveri ballerini. Sono curioso di vedere il cambiamento che Maria porra' a questo scempio. Ottima recensione , tra l'altro :D
RispondiEliminaGrazie mille, Filippo :) Anche per l'affetto che ci riservi eheh :)
RispondiEliminaNon posso che darti ragione a tutto spiano ;)
nn penso popo il programma è bello e la giuria fa skifo sanno solo disprezzare......W LE POP...
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