Quando personalmente leggo le interviste di personaggi famosi rimango spesso affascinato dalle mille e più risposte che gli stessi danno relativamente ai loro gusti televisivi. Imperversano programmi di denuncia, volti che di questa sono esponenti assoluti, volano titoli di trasmissioni che sviscerano questo troncone per trarne esempio e fatti da narrare e divulgare. Report di Milena Gabanelli, Striscia la notizia di Antonio Ricci e Le iene di Davide Parenti, per farne tre - di nomi - appartenenti a questa tipologia di programmi. E quest’oggi ci occupiamo proprio di quest’ultimo, uno dei marchi storici di Italia1. Nato nel lontano 1996 in forma quotidiana, in onda durante la fascia pomeridiana, chiuso subito per bassi ascolti, venne collocato in seconda serata, laddove forma il proprio nido d’oro. Volto storico della trasmissione, naturalmente, quella Simona Ventura, adesso reclamizzante la propria posizione soffocata dalla sete di potere di alcune personalità, che, insieme al duo Luca e Paolo, rappresentano senz’ombra di dubbio l’anima dell’irriverente e trasgressiva trasmissione, seppur ci sia anche un’Alessia Marcuzzi ancorata per la quarta volta consecutiva al Grande Fratello che ha rappresentato parte del corso di questa. Perché i vip dovrebbero dire di amare Le iene, volto ad un target che si discosta profondamente dal loro e avente uno stile antitetico rispetto alla reclamata e voluta qualità? Perché la trasmissione, nel suo piccolo che tanto piccolo non è, ha creato un mito. L’unione della ironia, del divertimento, alla riflessione e al momento dedito al pensare, mediante la trasmissione di reportage scandalistici, è una miscela omogenea, indissolubile. La sua fortuna ha alla base provocazioni annuali, scoop di prim’ordine misti ad una trama narrativa semplice e diretta, fortemente giovanile. Caratteristiche che hanno fatto del programma di Davide Parenti, come già detto precedentemente, uno dei marchi storici di Italia1.
Ieri è iniziata la nuova edizione che, a differenza di quanto accaduto l’anno scorso, durante la garanzia autunnale 2007, approda direttamente in prima serata, senza il passaggio primario alla seconda, dove una maggiore libertà d’espressione è ovviamente concessa per differenza di pubblico seduto dinanzi allo schermo. Le iene, tuttavia, arrivano all’edizione dell’autunno 2008 avendo alle spalle un’ulteriore, quella della primavera dello stesso anno, che ha registrato ascolti in netto ribasso, un qualcosa giustificato con una collocazione impervia, quella del venerdì sera che la vedeva contrapposta, internamente, ai Cesaroni. E cosa ha portato di nuovo questa nuova serie?
Niente. Davvero niente. Andiamo con ordine, però. La nuova edizione della famosissima trasmissione di Italia1 vede un cambio di conduzione. Svanita l’ipotesi Mammucari, che ha vestito i panni della iena riproponendo la celebre supercazzola di matrice monicelliana (ricordate Amici miei?), il ruolo, tolto a Luca e Paolo per nuovi progetti che forse vedranno vita sull’ammiraglia Mediaset, venne dato a Fabio De Luigi, noto più per la militanza nei programmi della Gialappa’s che per altro. In accoppiata, per una volta ancora, con Ilary Blasi, che non ha mai particolarmente brillato, pur riuscendo nell’impresa di fare meglio di Cristina Chiabotto (non che si trattasse di un'impresa difficile, però), la cui esperienza è assolutamente da dimenticare. In uno studio medesimo nell’architettura a quello che ha fatto da sfondo per tanti anni, ma colorato diversamente, di un bianco accecante, sfiorante il paradisiaco, i due si destreggiano in malo modo. De Luigi non si può oggettivamente guardare nel ruolo da spalla, emergendo troppo rispetto alla figura di spicco ricoperta dalla Blasi che, a sua volta, non fa il suo mestiere nel migliore dei modi. L’alchimia è inesistente, quella con la coppia recitante in Camera Cafè è utopistica. Il comico non è abituato a reggere una diretta di cerca tre ore, visibilmente in imbarazzo e fortemente spaesato, mostrando segni di stanca dopo un po’; la moglie di Totti conferma quanto è sempre pensato: è inadatta nell'incarico. La bellezza non basta. Ma se la sua incapacità era magicamente celata grazie ai siparietti con Luca e Paolo, in questa occasione, sola soletta, dimostra di non sapere reggere il baraccone. Fosse tutto qui, però.
Da sempre l’anima della trasmissione sono i servizi, si tratti di reportage, di scoop o chi per essi. Forse la delusione maggiore? Forse affrettati in un giudizio che dovrebbe avere le basi una visione di più puntate? Magari. Poco graffianti, poco irriverenti. Troppo poco rispetto all’eccellenza a cui ci avevano abituati. Noiosi nella loro incredibile lunghezza. La domanda, perciò, sorge spontanea: colpa dell’ansia della prima che Le iene ancora non hanno mostrato gli artigli? Può darsi. Per ora, però, è nel limbo.
Ieri è iniziata la nuova edizione che, a differenza di quanto accaduto l’anno scorso, durante la garanzia autunnale 2007, approda direttamente in prima serata, senza il passaggio primario alla seconda, dove una maggiore libertà d’espressione è ovviamente concessa per differenza di pubblico seduto dinanzi allo schermo. Le iene, tuttavia, arrivano all’edizione dell’autunno 2008 avendo alle spalle un’ulteriore, quella della primavera dello stesso anno, che ha registrato ascolti in netto ribasso, un qualcosa giustificato con una collocazione impervia, quella del venerdì sera che la vedeva contrapposta, internamente, ai Cesaroni. E cosa ha portato di nuovo questa nuova serie?
Niente. Davvero niente. Andiamo con ordine, però. La nuova edizione della famosissima trasmissione di Italia1 vede un cambio di conduzione. Svanita l’ipotesi Mammucari, che ha vestito i panni della iena riproponendo la celebre supercazzola di matrice monicelliana (ricordate Amici miei?), il ruolo, tolto a Luca e Paolo per nuovi progetti che forse vedranno vita sull’ammiraglia Mediaset, venne dato a Fabio De Luigi, noto più per la militanza nei programmi della Gialappa’s che per altro. In accoppiata, per una volta ancora, con Ilary Blasi, che non ha mai particolarmente brillato, pur riuscendo nell’impresa di fare meglio di Cristina Chiabotto (non che si trattasse di un'impresa difficile, però), la cui esperienza è assolutamente da dimenticare. In uno studio medesimo nell’architettura a quello che ha fatto da sfondo per tanti anni, ma colorato diversamente, di un bianco accecante, sfiorante il paradisiaco, i due si destreggiano in malo modo. De Luigi non si può oggettivamente guardare nel ruolo da spalla, emergendo troppo rispetto alla figura di spicco ricoperta dalla Blasi che, a sua volta, non fa il suo mestiere nel migliore dei modi. L’alchimia è inesistente, quella con la coppia recitante in Camera Cafè è utopistica. Il comico non è abituato a reggere una diretta di cerca tre ore, visibilmente in imbarazzo e fortemente spaesato, mostrando segni di stanca dopo un po’; la moglie di Totti conferma quanto è sempre pensato: è inadatta nell'incarico. La bellezza non basta. Ma se la sua incapacità era magicamente celata grazie ai siparietti con Luca e Paolo, in questa occasione, sola soletta, dimostra di non sapere reggere il baraccone. Fosse tutto qui, però.
Da sempre l’anima della trasmissione sono i servizi, si tratti di reportage, di scoop o chi per essi. Forse la delusione maggiore? Forse affrettati in un giudizio che dovrebbe avere le basi una visione di più puntate? Magari. Poco graffianti, poco irriverenti. Troppo poco rispetto all’eccellenza a cui ci avevano abituati. Noiosi nella loro incredibile lunghezza. La domanda, perciò, sorge spontanea: colpa dell’ansia della prima che Le iene ancora non hanno mostrato gli artigli? Può darsi. Per ora, però, è nel limbo.
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