Ci sono, nella vita, durante la nostra esistenza, breve o lunga essa sia al momento, delle regole non scritte, non certificate, date le quali i nostri corpi e le nostre membra sono mosse ed animate in un modo che stentiamo a capire e a comprendere razionalmente. Forze imprescindibili ed intrinsecamente simili a queste, molto più specificamente e metaforicamente parlando, sono quelle che dettano condizioni irrinunciabili nella gestione di un palinsesto, in ambito televisivo quindi, e non ci riferiamo al bel programma, al buon conduttore, alla formula vincente o chi per essi da inserire per raggiungere e superare quelli che sono gli obiettivi prefissati, anzi. Tutto il contrario. Regole che hanno il retrogusto di un bollo, di una tassa, di un qualcosa da dover obbligatoriamente fare. Un esempio su tutti che è possibile fornire a testimonianza di quanto detto è, ad esempio, un debosciato Bagaglino da riproporre annualmente senza che mai, in ognuna delle sue riproposizioni, splenda o si identifichi per un particolare successo, o la conferma in blocchi di un gruppo di attori che recita in differenti sceneggiati che cambiano gli uni dagli altri solo per l’intitolazione (Nancy Brilli, Giuliana De Sio, Gabriel Garko, Manuela Arcuri e così via). Un’altra tassa che riguarda esclusivamente Mediaset ha invece il gusto del contentino, dello zuccherino da somministrare all’asinello pur di farlo avanzare nel suo impervio percorso. E allora che venga prodotto e trasmesso un bel tv movie a carico dei fratelli Vanzina, a cui è stata tolta la regia dell’ormai esaurito Ciclone in famiglia, per far nascere sui loro volti un bel sorriso.
Si dà vita, perciò, a Vip, film per la televisione che vi abbiamo presentato proprio ieri consigliandovene, come nostro solito, la visione e anticipato, rispetto alla tabella di marcia, di qualche giorno per sopperire alla mancanza del Ballo delle debuttanti chiuso per flop. L’intenzione, da quello che il comune telespettatore medio può capire, è che si è trattato di una prova per testarne riscontro e possibilità di sviluppo per una lunga serie, così come accaduto per Un dottore quasi perfetto interpretato da Luca Ward, miseramente bocciato in ascolti e perciò bloccato, e per Piper, che invece continuerà nel suo corso. E le potenzialità, slegandoci dagli ascolti che giustificheranno quanto detto, a differenza di quanto ipotizzabile, ovvero un giudizio nato a partire da questi come ci limitammo a sottolineare un po’ di tempo fa, non ci sono per niente.
Parco attori direttamente tratto da quello del Ciclone in famiglia, con qualche differenza nei ruoli, nelle figure, e nelle personalità (ma neanche tanto, poi). Ricordate il signor Dominici, ruspante, caciarone, romano doc? Adesso si chiama er Fettuccinaro, colui che, letteralmente, cucina le fettuccine, con una parlata tipica del capoluogo laziale. Ovviamente interpretato da Maurizio Mattioli. Sua moglie Simonetta? Adesso è organizzatrice di eventi, perennemente con la puzza sotto al naso, come proprio avveniva nella fiction con protagonista Massimo Boldi. Ruolo che spetta, naturalmente, a Monica Scattini. E via di seguito, con Buccirosso e new entry delle quali si poteva fare a meno nella maniera più assoluta: la Seredova nei panni della classica amante, Brignano e la Colombari a fingere di essere vip pur di accaparrarsi tutti i privilegi del ruolo, la Cucinotta a fare l’attrice indebitata, Branciamore che, dal canto suo, è un giornalista d’assalto di cronaca rosa. Tutto utile per fare brodo e per sviluppare la tematica che stava a cuore ai fratelli Vanzina: narrare la vita dei vip, che si nasconde dietro i lustrini e paillettes. Quello che ci viene presentato non è niente di nuovo rispetto a quello che, implicitamente, conoscevamo già noi comuni mortali, condito degli aspetti più propri dell’inflazionato genere della commedia, il che dà origine a flash-back perpetui e continui che perdurano durante tutto l’arco della fiction, e ad un tipo di comicità talmente spicciola da far rimpiangere Pippo Franco e Aida Yespica che si lanciavano tavolini e sedie durante Di che peccato sei? di Pier Francesco Pingitore, con annesse tutti i prodotti di quest’ultimo. Il livello qualitativo è bassissimo, tale da invogliare il telespettatore a girare su un autentico gioiellino quale Raccontami che intanto era in onda su RaiUno.
Per rendere dimensione di ciò, a memoria, una delle battute che più avrebbero dovuto far ridere è stata quella lanciata durante la preparazione della serata con ospite Will Smith per il quale, l’organizzatrice di eventi Ilaria (Monica Scattini) chiede al proprietario del Fettuccinaro - sì, proprio così è chiamato il locale – Mario (Maurizio Mattioli) di conservargli un a tavola, alla cui richiesta l'uomo ribatte, con evidente cadenza romanesca, di preoccuparsi di prenotarne uno al manicomio “perché uscirà pazzo con le mie fettuccine”. E lì, personalmente, mi sono armato di telecomando e ho schiacciato sul tasto rosso, nella consapevolezza che ormai tutto, finalmente, era finito. Due ore allucinanti, tutto già visto e risaputo. Tutto così banale e scontato, tutto così incredibilmente passato per un Notthing Hill all’amatriciana. Se si voleva emulare il Ciclone in famiglia, lo si è fatto nel migliore dei modi. Se si voleva far rimpiangere Villa Ada o La palestra del regista del Bagaglino, quasi. Eppure 3.430.000 spettatori, per il 16.12% di share, l’hanno visto. Per assaporare il gusto dell’osceno o per aver dimenticato la tv accesa?
Si dà vita, perciò, a Vip, film per la televisione che vi abbiamo presentato proprio ieri consigliandovene, come nostro solito, la visione e anticipato, rispetto alla tabella di marcia, di qualche giorno per sopperire alla mancanza del Ballo delle debuttanti chiuso per flop. L’intenzione, da quello che il comune telespettatore medio può capire, è che si è trattato di una prova per testarne riscontro e possibilità di sviluppo per una lunga serie, così come accaduto per Un dottore quasi perfetto interpretato da Luca Ward, miseramente bocciato in ascolti e perciò bloccato, e per Piper, che invece continuerà nel suo corso. E le potenzialità, slegandoci dagli ascolti che giustificheranno quanto detto, a differenza di quanto ipotizzabile, ovvero un giudizio nato a partire da questi come ci limitammo a sottolineare un po’ di tempo fa, non ci sono per niente.
Parco attori direttamente tratto da quello del Ciclone in famiglia, con qualche differenza nei ruoli, nelle figure, e nelle personalità (ma neanche tanto, poi). Ricordate il signor Dominici, ruspante, caciarone, romano doc? Adesso si chiama er Fettuccinaro, colui che, letteralmente, cucina le fettuccine, con una parlata tipica del capoluogo laziale. Ovviamente interpretato da Maurizio Mattioli. Sua moglie Simonetta? Adesso è organizzatrice di eventi, perennemente con la puzza sotto al naso, come proprio avveniva nella fiction con protagonista Massimo Boldi. Ruolo che spetta, naturalmente, a Monica Scattini. E via di seguito, con Buccirosso e new entry delle quali si poteva fare a meno nella maniera più assoluta: la Seredova nei panni della classica amante, Brignano e la Colombari a fingere di essere vip pur di accaparrarsi tutti i privilegi del ruolo, la Cucinotta a fare l’attrice indebitata, Branciamore che, dal canto suo, è un giornalista d’assalto di cronaca rosa. Tutto utile per fare brodo e per sviluppare la tematica che stava a cuore ai fratelli Vanzina: narrare la vita dei vip, che si nasconde dietro i lustrini e paillettes. Quello che ci viene presentato non è niente di nuovo rispetto a quello che, implicitamente, conoscevamo già noi comuni mortali, condito degli aspetti più propri dell’inflazionato genere della commedia, il che dà origine a flash-back perpetui e continui che perdurano durante tutto l’arco della fiction, e ad un tipo di comicità talmente spicciola da far rimpiangere Pippo Franco e Aida Yespica che si lanciavano tavolini e sedie durante Di che peccato sei? di Pier Francesco Pingitore, con annesse tutti i prodotti di quest’ultimo. Il livello qualitativo è bassissimo, tale da invogliare il telespettatore a girare su un autentico gioiellino quale Raccontami che intanto era in onda su RaiUno.
Per rendere dimensione di ciò, a memoria, una delle battute che più avrebbero dovuto far ridere è stata quella lanciata durante la preparazione della serata con ospite Will Smith per il quale, l’organizzatrice di eventi Ilaria (Monica Scattini) chiede al proprietario del Fettuccinaro - sì, proprio così è chiamato il locale – Mario (Maurizio Mattioli) di conservargli un a tavola, alla cui richiesta l'uomo ribatte, con evidente cadenza romanesca, di preoccuparsi di prenotarne uno al manicomio “perché uscirà pazzo con le mie fettuccine”. E lì, personalmente, mi sono armato di telecomando e ho schiacciato sul tasto rosso, nella consapevolezza che ormai tutto, finalmente, era finito. Due ore allucinanti, tutto già visto e risaputo. Tutto così banale e scontato, tutto così incredibilmente passato per un Notthing Hill all’amatriciana. Se si voleva emulare il Ciclone in famiglia, lo si è fatto nel migliore dei modi. Se si voleva far rimpiangere Villa Ada o La palestra del regista del Bagaglino, quasi. Eppure 3.430.000 spettatori, per il 16.12% di share, l’hanno visto. Per assaporare il gusto dell’osceno o per aver dimenticato la tv accesa?
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