Impegnati nel dar conto a discussioni e a diatribe che vanno oltre il puro intento primario del mezzo televisivo, come l’ultima riguardante l’autore in prima linea Antonio Ricci, dimentichiamo giustamente di ricordare alcune trasmissioni e alcuni prodotti che vanno in onda da anni e anni, con risultati ragguardevoli di stagione in stagione. Uno di questi è senz’ombra di dubbio Un posto al sole. Forte di una programmazione che dura da ben dodici anni, la prima soap opera ambientata a Napoli, nonché la prima italiana in assoluto, dopo un periodo di stanca, sembra aver ingranato di nuovo e i risultati d’ascolto, sotto questo punto di vista, confermano. Non a caso è il terzo access più seguito in ordine di meri risultati Auditel, con circa tre milioni di telespettatori a sera che, alle 20.40, subito dopo una puntata del nuovo e tiepidamente accolto Agrodolce, si sintonizzano su RaiTre preferendo il prodotto ai più blasonati e rinomati Affari Tuoi e Striscia la notizia. La tv italiana, perciò, e chi la critica in positivo e in negativo, non devono solamente ritrovare in Centro Vetrine e nel defunto Vivere i tentativi nostrani di fare soap e di farla bene e seguita, in quanto si commetterebbe un gravissimo errore.
I meriti sono i più disparati, e sono da ricercare prevalentemente nella genuinità e nell’originalità nuovamente ritrovata nelle sue storie e nelle sue dinamiche. Nota a parte per quanto riguarda gli attori: già nel 1996, a parte casi eccezionali, era stato preferito un novero che fosse al grande pubblico sconosciuto, ed è stata forse proprio questa la fortuna di Un posto al sole. Si è nella posizione di conoscere il personaggio e non la persona che nella realtà è, e si potrebbe dire che ciò aiuta molto. L’immedesimazione e la fusione tra il personaggio e il rispettivo ruolo, sì stereotipato (il portiere amato da tutti, il marito tollerato a malapena dalla moglie, il ricco solo ed odiato, i due giovani piccioncini), è creato e portato dinanzi alle telecamere in una maniera che dire ottima è dire poco. La semplicità del concept, la sua elaborazione graziosa e mai oltremodo eccessiva, le occhiatine fatte alla più stringente attualità ne fanno poi un prodotto estremamente gradevole. Inutile dire che il contorno alla bellezza sopra descritta è rappresentato dalla città di Napoli che, come nel miglior caso di scenografia unita alle dinamiche, non solo rende giustizia al capoluogo campano ma si integra perfettamente alla realizzazione finale. Gli stacchi tra una scena e l’altra con il Vesuvio o le vie più caratteristiche della metropoli, aiutati da mai invadenti intramezzi musicali, sono dei piccoli capolavori. Certo, ha anche le sue naturali note stonate, da ritrovare soprattutto in buchi o incartamenti narrativi (personalmente non vedo l’utilità della versione estiva nonostante il buon esperimento della terza serie e non capisco in che modo si possa saltare da giugno a settembre, quando la “classica” è in riposo, senza che nulla sia successo ai suoi personaggi essendo trattato anche quest’ultimo lasso cronologico).
Gli ascolti altissimi di queste ultime settimane hanno però rilevato ed evidenziato quanto il popolo poi si appassioni ai protagonisti della soap: la storia tra Carmen, una splendida Serena Rossi che è approdata anche a RaiUno con un episodio dell’amatissimo Commissario Montalbano, e Filippo, il Michelangelo Tommaso ritornato dopo la full immersion nel mondo cinematografico, che inizia a vivere nuovi sviluppi proprio in queste puntate, ha portato al superamento abbondante della soglia del 10% di share, una vera e propria manna dal cielo per la terza rete Rai che le consente di essere in pieno obiettivo d’ascolto anche quando l’offerta in prima serata non è delle migliori. La fortuna della soap è anche da attribuire al grande chiacchiericcio che genera in rete questa, soprattutto per quanto riguarda il sito Upasland, che rivisita in chiave ironica ed in maniera eccelsa storie, personaggi e dinamiche di Un posto al sole.
Insomma, un prodotto senza grandi pretese ma con grandi risultati che soddisfa i gusti dei più. Come ci si può dimenticare della famiglia Palladini, dei vecchi Boschi, del medico Luca De Santis o dei tantissimi abitanti della mitica Terrazza?
Qui la fonte della foto di Palazzo Palladini (Villa Volpicelli - NA)
I meriti sono i più disparati, e sono da ricercare prevalentemente nella genuinità e nell’originalità nuovamente ritrovata nelle sue storie e nelle sue dinamiche. Nota a parte per quanto riguarda gli attori: già nel 1996, a parte casi eccezionali, era stato preferito un novero che fosse al grande pubblico sconosciuto, ed è stata forse proprio questa la fortuna di Un posto al sole. Si è nella posizione di conoscere il personaggio e non la persona che nella realtà è, e si potrebbe dire che ciò aiuta molto. L’immedesimazione e la fusione tra il personaggio e il rispettivo ruolo, sì stereotipato (il portiere amato da tutti, il marito tollerato a malapena dalla moglie, il ricco solo ed odiato, i due giovani piccioncini), è creato e portato dinanzi alle telecamere in una maniera che dire ottima è dire poco. La semplicità del concept, la sua elaborazione graziosa e mai oltremodo eccessiva, le occhiatine fatte alla più stringente attualità ne fanno poi un prodotto estremamente gradevole. Inutile dire che il contorno alla bellezza sopra descritta è rappresentato dalla città di Napoli che, come nel miglior caso di scenografia unita alle dinamiche, non solo rende giustizia al capoluogo campano ma si integra perfettamente alla realizzazione finale. Gli stacchi tra una scena e l’altra con il Vesuvio o le vie più caratteristiche della metropoli, aiutati da mai invadenti intramezzi musicali, sono dei piccoli capolavori. Certo, ha anche le sue naturali note stonate, da ritrovare soprattutto in buchi o incartamenti narrativi (personalmente non vedo l’utilità della versione estiva nonostante il buon esperimento della terza serie e non capisco in che modo si possa saltare da giugno a settembre, quando la “classica” è in riposo, senza che nulla sia successo ai suoi personaggi essendo trattato anche quest’ultimo lasso cronologico).
Gli ascolti altissimi di queste ultime settimane hanno però rilevato ed evidenziato quanto il popolo poi si appassioni ai protagonisti della soap: la storia tra Carmen, una splendida Serena Rossi che è approdata anche a RaiUno con un episodio dell’amatissimo Commissario Montalbano, e Filippo, il Michelangelo Tommaso ritornato dopo la full immersion nel mondo cinematografico, che inizia a vivere nuovi sviluppi proprio in queste puntate, ha portato al superamento abbondante della soglia del 10% di share, una vera e propria manna dal cielo per la terza rete Rai che le consente di essere in pieno obiettivo d’ascolto anche quando l’offerta in prima serata non è delle migliori. La fortuna della soap è anche da attribuire al grande chiacchiericcio che genera in rete questa, soprattutto per quanto riguarda il sito Upasland, che rivisita in chiave ironica ed in maniera eccelsa storie, personaggi e dinamiche di Un posto al sole.
Insomma, un prodotto senza grandi pretese ma con grandi risultati che soddisfa i gusti dei più. Come ci si può dimenticare della famiglia Palladini, dei vecchi Boschi, del medico Luca De Santis o dei tantissimi abitanti della mitica Terrazza?
Qui la fonte della foto di Palazzo Palladini (Villa Volpicelli - NA)
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