domenica 28 dicembre 2008

IL MINISTRO BONDI: "I TELEGIORNALI SONO CRUENTI E NON HANNO CONSIDERAZIONE DI CHI LI GUARDA"



Sempre più spesso si diffonde un malcontento nei telespettatori al quale raramente si dedica, in maniera molto generale, spazio e tempo. Sembra che l’occasione sia stata eccellentemente colta dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Sandro Bondi che in un pezzo ad Il tempo afferma, tra l’altro:

Esiste un grave problema che riguarda l'informazione televisiva che tratta vicende di cronaca nera senza alcuna cautela e senza alcuna considerazione di chi guarda. Possibile che i telegiornali siano diventati una serie ininterrotta di notizie catastrofiche, e che non vi sia spazio per parlare del bene che tante persone fanno? Qualche giorno fa tutti i telegiornali hanno dato grande risalto ad una notizia raccapricciante e orribile, dagli effetti imprevedibili sulla psicologia dei bambini. Questa notizia è stata ripetuta da tutti i telegiornali il giorno di Santo Stefano, con la solita morbosità nel raccontare i particolari e nell'indugiare nell'orrore senza fine. Possibile che nessuno sia in grado di calcolare le conseguenze che tali notizie hanno nell'animo dei bambini? Possibile che i telegiornali siano diventati una serie ininterrotta di notizie catastrofiche, di racconti dell'orrore, di fatti di sangue? Un misto di cronaca nera e di cronaca rosa? Se non sapremo arrestare questo circolo vizioso della televisione non vi sarà fine al peggio, al brutto, al deteriore, al pessimismo, al volgare, e all'orrore. Vogliamo per una volta mettere da parte le divisioni politiche e svolgere un'azione comune per la difesa di certi valori fondamentali? Spero che qualcuno voglia riprendere il mio appello.

Il tutto affonda radici in quella che è la dimensione resa all’informazione e ai suoi affini. Informazione è solo quella del brutto, del cattivo, dello straordinariamente negativo? Frequentemente, ed è un qualcosa che in passato abbiamo già notato, il parlare del macabro sfocia in un’eccessiva morbosità che ha un effetto, che da un punto di vista televisivo è prelibato e prediletto: l’ascolto. Ancora una volta è possibile sottolineare come l’asservimento totale alla percentuale, al successo, allo share sia tale da manifestare un’inenarrabile mancanza di tatto e tantomeno di rispetto nei confronti dello spettatore. Certo, non che l’istituzione del telegiornale debba parlare obbligatoriamente del solo positivo, dipingendo così la situazione nostrana tutta rose e fiori, ma il giusto equilibrio, il mix tra serio e “faceto” non è mai stato raggiunto. Il mass-media, nella sua grandezza, ha una potenza inimmaginabile rispetto al muovere le coscienze. Non si fa un brutto uso del suo potere, in questo modo? E questo non è essere bacchettoni: di (un inutile e ostruzionistico) Mogie ne esiste già uno… Si rifletta, gente. Si rifletta.

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