Era inizio luglio quando, in un tiepido pomeriggio, ci dedicammo alla riflessione relativa al cosa ci avrebbe proposto la nuova bella stagione, tanto calda quanto vuota, da un punto di vista, ovviamente, strettamente televisivo. Chi si aspettava tutte le tipologie di premi, non è stato deluso. Chi è patito delle repliche – oddio, se ne trovi qualcuno: io stento - può dichiararsi soddisfatto. I telefilm hanno riservato qualche delusione, nonostante li avessimo immaginati come tesori sicuri da tenersi stretti e da non dilapidare nel giro di un attimo, tra spostamenti in seconda ed in terza serata e barbare scelte, quali quelle del mandare tre episodi consecutivi per cercare di fare apparire la cifra due nella lettura dello share. Giro di boa dell’estate 2008. Siamo a fine luglio, e dato che ad agosto la Tv va realmente in ferie (anche alcuni programmi prettamente estivi vanno in soffitta venendo sostituiti da - guarda caso – repliche di qualsiasi tipo) dobbiamo ricrederci, almeno parzialmente. Qualcosa, un minimo, un pizzico di novità, in questi tre mesi, ci è stato proposto. Ora, facendo da parte ogni qualsiasi tipo di snobismo e di pregiudizio aprioristico nutrito per personaggi di dubbia qualità e direttori di rete evidentemente avvezzi al rischio, dobbiamo dire le cose come veramente stanno. Non siamo stati lasciati solamente in balia dei gialli della Fletcher o dei casi del tribunale di Forum che conoscevamo da un bel po’ di tempo, diciamocelo. Sembra che da un paio di anni a questa parte queste afose giornate abbiano preso una piega diversa, sotto un certo punto di vista, legandoci solamente a ciò che accade nel panorama delle ammiraglie.
Una volta essere stati deliziati con tutte le assurdità più assolute riproposte, la televisione, d’impatto, verso le 19 sembra accetti la possibilità di essere accesa. Da una parte il giochino nella mani di un Pupo, che smantella un giocattolino semplicemente perfetto con le urla da pescivendolo al mercato generale, dall’altra un sempre più affarituoieggiante croupier Papi - che di comune al primo ha solamente la doppia p nel nome, per militanza sugli schermi e per bravura - alla guida di giri di palla tanto snobbati dal pubblico della rete quanto commentati in maniera effervescente. L’intento di questi programmi, Reazione a catena da una parte, Jackpot dall’altra, è chiaro. Si sono presi due piccioni con una sola fava: sperimentare - parolina chiave di questa stagione e della passata – affinché venga trovato qualcosa da sostituire o da alternare alle macchine rodate e continuamente oliate di anno in anno relative ai due preserali, continuamente riproposti, invernali ed autunnali da una parte, intrattenere chi non va in vacanza dall’altra. Spazio al telegiornale, giusto mezz’ora, e il televisione può, incredibilmente, essere lasciato ancora accesso così come prima: è tempo degli access, no? In questo caso scendono in campo due fuoriclasse del mezzo televisivo: Frizzi, re dell’estate scorsa con le sue identità da svelare, e Greggio, forte dei 9 mesi alla guida di Striscia che, manco a dirlo, esce sempre vittoriosa da ogni confronto. La botola, esperimento mal riuscito, negli intenti così come nella resa, frutto del mescolamento delle parti migliori - o quantomeno ritenute tali - di due o tre format già conosciuti da una parte, aspiranti Veline, per una sorta di continuità con il resto dell’anno, che ballano e danzano dall’altra. Nonostante il lungo protrarsi dei due programmi, quasi un testa a testa a chi finisce dopo, per racimolare qualche decimale di share in più e proclamarsi programma più visto della giornata, il nostro strumento vive un dubbio: spegnersi in tutti i sensi e lasciare uscire chi lo fissa da già due ore o proporre qualcosa di “nuovo”?
Molto spesso è prediletta la prima scelta, e ci mancherebbe altro: è estate, e dopo gli sprechi, premiati o meno dal pubblico e in vista dei quali, anche per la nuova stagione, nulla di particolare rilievo è proponibile, tutto ci appare come normale - non da telespettatori, certamente. A volte, l’altra via non viene del tutto ostruita con forza. Un minimo di luce c’è, traspare e ciò è sinonimo che un modo per batterla esiste: quello relativo al sabato sera. Ancora una volta, la sperimentazione è la nostra chiave d’accesso. Quattro esperimenti che vi stiamo raccontando sabato per sabato, quattro show diversi - tra di loro, perché, guardandoli, tutta questa novità non è visibile, e si soffre di un deja vu multiplo – e quattro starlette, le rinominate (?) Del Noce’s Angels, che hanno la possibilità di sbarcare alla serata più importante della settimana - ammesso e non concesso che già siano approdate in prime time... -, nonostante ci sia qualcuno che ha il coraggio di dire come stanno le cose, armandosi di coraggio e di estrema razionalità. Adesso, proviamo a fare il punto della situazione. Le repliche, i premi, i telefilm ci sono. Perché non dire anche che ci sono questi differenti esperimenti, al preserale, all’access e anche in prima serata? Perché non sono effettivamente tali o perché si vuole ricorrere nella scontatezza del giudizio della massa? Noi, per dovere e per passione, vogliamo comunque essere sinceri.
Una volta essere stati deliziati con tutte le assurdità più assolute riproposte, la televisione, d’impatto, verso le 19 sembra accetti la possibilità di essere accesa. Da una parte il giochino nella mani di un Pupo, che smantella un giocattolino semplicemente perfetto con le urla da pescivendolo al mercato generale, dall’altra un sempre più affarituoieggiante croupier Papi - che di comune al primo ha solamente la doppia p nel nome, per militanza sugli schermi e per bravura - alla guida di giri di palla tanto snobbati dal pubblico della rete quanto commentati in maniera effervescente. L’intento di questi programmi, Reazione a catena da una parte, Jackpot dall’altra, è chiaro. Si sono presi due piccioni con una sola fava: sperimentare - parolina chiave di questa stagione e della passata – affinché venga trovato qualcosa da sostituire o da alternare alle macchine rodate e continuamente oliate di anno in anno relative ai due preserali, continuamente riproposti, invernali ed autunnali da una parte, intrattenere chi non va in vacanza dall’altra. Spazio al telegiornale, giusto mezz’ora, e il televisione può, incredibilmente, essere lasciato ancora accesso così come prima: è tempo degli access, no? In questo caso scendono in campo due fuoriclasse del mezzo televisivo: Frizzi, re dell’estate scorsa con le sue identità da svelare, e Greggio, forte dei 9 mesi alla guida di Striscia che, manco a dirlo, esce sempre vittoriosa da ogni confronto. La botola, esperimento mal riuscito, negli intenti così come nella resa, frutto del mescolamento delle parti migliori - o quantomeno ritenute tali - di due o tre format già conosciuti da una parte, aspiranti Veline, per una sorta di continuità con il resto dell’anno, che ballano e danzano dall’altra. Nonostante il lungo protrarsi dei due programmi, quasi un testa a testa a chi finisce dopo, per racimolare qualche decimale di share in più e proclamarsi programma più visto della giornata, il nostro strumento vive un dubbio: spegnersi in tutti i sensi e lasciare uscire chi lo fissa da già due ore o proporre qualcosa di “nuovo”?
Molto spesso è prediletta la prima scelta, e ci mancherebbe altro: è estate, e dopo gli sprechi, premiati o meno dal pubblico e in vista dei quali, anche per la nuova stagione, nulla di particolare rilievo è proponibile, tutto ci appare come normale - non da telespettatori, certamente. A volte, l’altra via non viene del tutto ostruita con forza. Un minimo di luce c’è, traspare e ciò è sinonimo che un modo per batterla esiste: quello relativo al sabato sera. Ancora una volta, la sperimentazione è la nostra chiave d’accesso. Quattro esperimenti che vi stiamo raccontando sabato per sabato, quattro show diversi - tra di loro, perché, guardandoli, tutta questa novità non è visibile, e si soffre di un deja vu multiplo – e quattro starlette, le rinominate (?) Del Noce’s Angels, che hanno la possibilità di sbarcare alla serata più importante della settimana - ammesso e non concesso che già siano approdate in prime time... -, nonostante ci sia qualcuno che ha il coraggio di dire come stanno le cose, armandosi di coraggio e di estrema razionalità. Adesso, proviamo a fare il punto della situazione. Le repliche, i premi, i telefilm ci sono. Perché non dire anche che ci sono questi differenti esperimenti, al preserale, all’access e anche in prima serata? Perché non sono effettivamente tali o perché si vuole ricorrere nella scontatezza del giudizio della massa? Noi, per dovere e per passione, vogliamo comunque essere sinceri.
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