Nonostante le tante polemiche che hanno coinvolto le fiction ospedaliere, ecco un nuovo figlio del genere, dopo la debacle di Medici Miei, su Italia1. Di tutt'altra stoffa e genere però il prodotto, almeno a quanto traspare da notizie e da tutto ciò che è stato detto nella conferenza stampa di presentazione del prodotto stesso. Daniele Pecci, dismessi i panni, anzi i costumi di Orgoglio, torna in un progetto importante ed ambizioso, che si va ad affiancare alle già note fiction di uguale genere, della stessa produzione di Pietro Valsecchi: Distretto di Polizia e Ris. La denuncia di quanto avviene nella cronaca mediante una pellicola. La volontà di rendere maggiormente partecipe il pubblico televisivo a ciò che accade nel dietro le quinte della società, piena di ombra e misteri. Ecco un interessante articolo al proposito di Quotidiano.net:
Roma, 22 settembre 2008 - Taodue ha presentato 'Crimini bianchi', la fiction che andrà in onda da mercoledì 24 settembre in prima serata su Canale 5 sfidando così il ritorno in tv di Raffaella Carrà con 'Carramba! Che fortuna". Protagonisti della serie sono i componenti di un'associazione no profit che aiuta tutti coloro che hanno subito ingiustizie a causa del malfunzionamento della sanità e degli errori non ammessi dai medici.
"Ho accettato il ruolo in questa fiction ad un patto, quello di non renderla finta. Il pubblico non deve prevedere il lieto fine, devono essere mostrati i casi di cronaca che si possono leggere sui giornali. Questa non è una fiction 'consolatoria', mostra la realtà. Per prepararci abbiamo assistito ad autopsie in ospedale, abbiamo imparato a fare le suture. Non volevamo creare qualcosa di falso", ha detto Daniele Pecci, protagonista della fiction accanto a Ricky Memphis, Christiane Filangieri, Micaela Ramazzotti, Antonio Mancini, Claudio Angelini ed Emanuela Galliussi.
"Il nostro intento è creare formule nuove ed esportarle", ha spiegato il direttore Fiction Mediaset Giancarlo Scheri, "In Francia stanno guardando la serie per riproporla in francese. Ci vogliono dei prodotti capaci di far discutere, di attivare il pubblico", ha aggiunto Pietro Valsecchi, produttore Taodue.
"'Crimini bianchi' è una fiction da guardare come specchio dell'Italia, nasce per raccontare quello che succede nella sanità, i rapporti tra i medici, i rapporti tra medici e pazienti e tutto ciò che ruota intorno a questo ambito. E' chiaro che non si tratta di una serie televisiva contro i medici. Attraverso storie che prendono spunto da fatti di cronaca la fiction racconta il nostro spaccato - ha proseguito Valsecchi - Il nostro auspicio è far nascere un dibattito sulla sanità, la politica deve fare un passo indietro sulle sue scelte".
"L'impatto che questa serie può avere sull'opinione pubblica è molto forte. - ha commentato Carlo Rossella, presidente di Medusa - Un tempo il cittadino aveva una fiducia illimitata negli ospedali italiani, ora la gente sa che una volta varcata la soglia dell'ospedale non può sapere per certo come ne uscirà. Sull'argomento tante sono state le inchieste giornalistiche, ma percepirlo attraverso una serie televisiva ha un effetto diverso. Io ritengo che sarà emozionante per il grande pubblico, dato che lo è stato per me che sono giornalista da 40 anni. Io credo che se in un paese funzionano bene gli ospedali anche il resto del paese funziona bene. Questa fiction è un grande contributo al miglioramento della società".
Il regista Alberto Ferrari sottolinea l'impatto di "estrema verità" della fiction: "Abbiamo voluto raccontare di bravi medici che spesso non sono messi in condizione di fare il proprio lavoro al meglio. Avevamo bisogno di un linguaggio di docu-fiction, non volevamo una situazione patinata, volevamo far sentire lo spettatore in corsia. Abbiamo cercato estrema verità anche utilizzando la macchina a mano".
Come consulenti medici nella fiction hanno dato il loro contributo Maria Giovanna Gatti, Paolo Cornaglia Ferraris e Daniele Nuccetelli. "L'errore medico esiste, le puntate della fiction sono sull'errore medico non riconosciuto. Quest'ultimo crea grandi problemi ai pazienti e sporca l'immagine della categoria. Ma la sanità in Italia è ad un livello eccellente rispetto a paesi come l'America", ha sottolineato Maria Giovanna Gatti, che lavora nella direzione scientifica dell'Istituto Europeo di Oncologia.
"La malasanità - ha spiegato Dante Palladino, sceneggiatore -non si può individuare in un solo aspetto. Inizialmente questa serie doveva ambientarsi in un solo ospedale, poi abbiamo scelto una strada diversa: la malasanità parte da chi gestisce gli ospedali, dal governo, da chi lavora all'interno della struttura, da chi li costruisce, eccetera. Così abbiamo deciso di far partire tutte le puntate dalla sede dell'associazione per il malato, in ogni puntata viene presentato un caso e gli ospedali a volte si vedono solo marginalmente. Noi ci siamo rivolti al Tribunale per i diritti del malato, che esiste da anni, per comprendere e rendere al meglio le dinamiche. Io penso che la serie vada giudicata nel suo complesso, e proprio questo punto di vista esterno all'ospedale ci permette di cogliere tutti questi aspetti. Tra i temi trattati ci sono i farmaci pericolosi, lo scambio dei tubi ossigeno-azoto, la lista trapianti, l'inquinamento ambientale. In questa prima serie di 12 puntate non abbiamo esaurito tutti gli aspetti della malasanità, speriamo di trattarli in una seconda serie".
"Trenta anni fa nacque in Italia il Tribunale dei Diritti del Malato, lo creò un avvocato, proprio come succede con Ricky Memphis nella fiction. Trenta anni fa forse questa fiction non si sarebbe fatta, è cambiata la cultura e il messaggio della serie è positivo", ha detto la dottoressa Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanza attiva - Tribunale dei Dritti del Malato.
"Trenta anni fa i medici non stavano dalla nostra parte, oggi sì. Anche i medici da un po' di tempo hanno iniziato a mettersi in discussione. E' difficile in Italia promuovere delle modalità per affrontare questi errori. Solo recentemente - ha concluso la Petrangolini - nei contratti dei medici si prevede che negli ospedali ci siano le 'unità di controllo dei rischi'. Un terzo degli ospedali ha messo queste commissioni ma io non conosco la loro efficacia. Gli errori sono sempre gli stessi, a impressionare è proprio la loro ripetitività".
Roma, 22 settembre 2008 - Taodue ha presentato 'Crimini bianchi', la fiction che andrà in onda da mercoledì 24 settembre in prima serata su Canale 5 sfidando così il ritorno in tv di Raffaella Carrà con 'Carramba! Che fortuna". Protagonisti della serie sono i componenti di un'associazione no profit che aiuta tutti coloro che hanno subito ingiustizie a causa del malfunzionamento della sanità e degli errori non ammessi dai medici.
"Ho accettato il ruolo in questa fiction ad un patto, quello di non renderla finta. Il pubblico non deve prevedere il lieto fine, devono essere mostrati i casi di cronaca che si possono leggere sui giornali. Questa non è una fiction 'consolatoria', mostra la realtà. Per prepararci abbiamo assistito ad autopsie in ospedale, abbiamo imparato a fare le suture. Non volevamo creare qualcosa di falso", ha detto Daniele Pecci, protagonista della fiction accanto a Ricky Memphis, Christiane Filangieri, Micaela Ramazzotti, Antonio Mancini, Claudio Angelini ed Emanuela Galliussi.
"Il nostro intento è creare formule nuove ed esportarle", ha spiegato il direttore Fiction Mediaset Giancarlo Scheri, "In Francia stanno guardando la serie per riproporla in francese. Ci vogliono dei prodotti capaci di far discutere, di attivare il pubblico", ha aggiunto Pietro Valsecchi, produttore Taodue.
"'Crimini bianchi' è una fiction da guardare come specchio dell'Italia, nasce per raccontare quello che succede nella sanità, i rapporti tra i medici, i rapporti tra medici e pazienti e tutto ciò che ruota intorno a questo ambito. E' chiaro che non si tratta di una serie televisiva contro i medici. Attraverso storie che prendono spunto da fatti di cronaca la fiction racconta il nostro spaccato - ha proseguito Valsecchi - Il nostro auspicio è far nascere un dibattito sulla sanità, la politica deve fare un passo indietro sulle sue scelte".
"L'impatto che questa serie può avere sull'opinione pubblica è molto forte. - ha commentato Carlo Rossella, presidente di Medusa - Un tempo il cittadino aveva una fiducia illimitata negli ospedali italiani, ora la gente sa che una volta varcata la soglia dell'ospedale non può sapere per certo come ne uscirà. Sull'argomento tante sono state le inchieste giornalistiche, ma percepirlo attraverso una serie televisiva ha un effetto diverso. Io ritengo che sarà emozionante per il grande pubblico, dato che lo è stato per me che sono giornalista da 40 anni. Io credo che se in un paese funzionano bene gli ospedali anche il resto del paese funziona bene. Questa fiction è un grande contributo al miglioramento della società".
Il regista Alberto Ferrari sottolinea l'impatto di "estrema verità" della fiction: "Abbiamo voluto raccontare di bravi medici che spesso non sono messi in condizione di fare il proprio lavoro al meglio. Avevamo bisogno di un linguaggio di docu-fiction, non volevamo una situazione patinata, volevamo far sentire lo spettatore in corsia. Abbiamo cercato estrema verità anche utilizzando la macchina a mano".
Come consulenti medici nella fiction hanno dato il loro contributo Maria Giovanna Gatti, Paolo Cornaglia Ferraris e Daniele Nuccetelli. "L'errore medico esiste, le puntate della fiction sono sull'errore medico non riconosciuto. Quest'ultimo crea grandi problemi ai pazienti e sporca l'immagine della categoria. Ma la sanità in Italia è ad un livello eccellente rispetto a paesi come l'America", ha sottolineato Maria Giovanna Gatti, che lavora nella direzione scientifica dell'Istituto Europeo di Oncologia.
"La malasanità - ha spiegato Dante Palladino, sceneggiatore -non si può individuare in un solo aspetto. Inizialmente questa serie doveva ambientarsi in un solo ospedale, poi abbiamo scelto una strada diversa: la malasanità parte da chi gestisce gli ospedali, dal governo, da chi lavora all'interno della struttura, da chi li costruisce, eccetera. Così abbiamo deciso di far partire tutte le puntate dalla sede dell'associazione per il malato, in ogni puntata viene presentato un caso e gli ospedali a volte si vedono solo marginalmente. Noi ci siamo rivolti al Tribunale per i diritti del malato, che esiste da anni, per comprendere e rendere al meglio le dinamiche. Io penso che la serie vada giudicata nel suo complesso, e proprio questo punto di vista esterno all'ospedale ci permette di cogliere tutti questi aspetti. Tra i temi trattati ci sono i farmaci pericolosi, lo scambio dei tubi ossigeno-azoto, la lista trapianti, l'inquinamento ambientale. In questa prima serie di 12 puntate non abbiamo esaurito tutti gli aspetti della malasanità, speriamo di trattarli in una seconda serie".
"Trenta anni fa nacque in Italia il Tribunale dei Diritti del Malato, lo creò un avvocato, proprio come succede con Ricky Memphis nella fiction. Trenta anni fa forse questa fiction non si sarebbe fatta, è cambiata la cultura e il messaggio della serie è positivo", ha detto la dottoressa Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanza attiva - Tribunale dei Dritti del Malato.
"Trenta anni fa i medici non stavano dalla nostra parte, oggi sì. Anche i medici da un po' di tempo hanno iniziato a mettersi in discussione. E' difficile in Italia promuovere delle modalità per affrontare questi errori. Solo recentemente - ha concluso la Petrangolini - nei contratti dei medici si prevede che negli ospedali ci siano le 'unità di controllo dei rischi'. Un terzo degli ospedali ha messo queste commissioni ma io non conosco la loro efficacia. Gli errori sono sempre gli stessi, a impressionare è proprio la loro ripetitività".
Un prodotto sicuramente, almeno a quanto traspare dalle parole dei diretti interessati, ambizioso e degno di attenzione. Il pubblico italiano, in verità, negli ultimi tempi sta dimostrando una maggiore dedizione alle fiction, attuali e non in costume, ma di pura evasione, prive di denunce e cronaca nera. Prodotti leggeri come La Stella della Porta Accanto, con Bianca Guaccero, ha infatti proprio ieri l'altro, raccolto un ottimo favore popolare. E proprio contro il più puro intrattenimento, si va a scontrare Crimini Bianchi. La seconda puntata del Carramba che Fortuna di Raffaella Carrà che, forte dell'ottimo esordio, spera di non ripetere il piccolo tonfo (perdita di ben 5 punti percentuali di share) accaduto ieri ad Antonella Clerici ed il suo Tutti Pazzi per la Tele.
L'appuntamento è per stasera, alle 21:10, su Canale5.
TaoDue, Pietro Valsecchi: una garanzia di qualità. I promo mi hanno attirato alla grandissima così come il backstage. Insomma, lo seguirò senza ombra di dubbio :D
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