Amici 8, tra novità ventilate e divenute realtà, è entrato nel vivo della sua natura. E ovviamente non ci riferiamo ai sempre più numerosi esami che giustappunto questa settimana hanno mietuto la prima vittima, quale il bravo attore Piero Campanale, ma alle oramai insopportabili liti instauratesi non tanto tra i concorrenti, mai come quest’anno uniti, coesi e compatti, ma tra i professori, tanto da far pensare che quest’anno trattasi di un’appendice tutta loro dedicata. Amici 8, poi, diciamoci la verità, che novità ha portato? Niente di che. Una viva diretta sfumata in luogo di un registrato freddo e “costruito”, l’appuntamento del sabato totalmente snaturato al quale è stato preferito una sì più lunga ma meno seguita domenica pomeriggio solo per questioni di audience, a cui poca importanza tutti dicono di darema che tanto muove come se le trasmissioni e i programmi fossero scacchi e pedine indistinte, protagonisti nuovi, come giusto che sia. Eppure c’è qualcosa che non va. Parliamoci chiaro: gli ascolti di Amici, per quanto riguarda il daytime, vanno più che bene e molto probabilmente la media è anche più alta di quella fatta registrare il primo mese dalla scorsa edizione. Quindi non si tratta di questo. Forse è Zanforlin che non è riuscito ad imporsi sulle scene? Neanche, perché già abbiamo potuto ammirarlo in anni passati. Qual è quella cosa maledetta che non fa tornare il conto? Quella cosa che sballa tutto il calcolo e fa sì che non ci sia trasporto nel seguire l’ottava edizione di Amici?
È sott’occhio di tutti quanto il programma, e le valide menti che lavorano dietro le quinte di esso sia, e siano, sempre stato capace di rinnovarsi nei suoi equilibri e nelle sue dinamiche, oltre che nel suo regolamento. Anche quest’anno c’è stato questo aspettato rinnovo ma non sotto l’aspetto più importante: i protagonisti.
Sono gli stessi attori, gli stessi ballerini e gli stessi cantanti che non riescono a far breccia nel cuore della maggior parte dei telespettatori. E ad essere sinceri non perché non siano capaci o perché non siano emozionanti nel momento in cui eseguono un numero, tutt’altro. Ma perché gli stessi spettatori della trasmissione – o almeno parlo in primissima persona – hanno in mente e nel cuore ancora quanto visto lo scorso anno, quando fu mandata in onda un’edizione che è stata da sempre destinata a fare storia e, al contempo, da spartiacque. Amici 7, quella più rosea di tutte sotto ogni qualsiasi punto di vista, ha lasciato un segno indelebile. Non ci si può dimenticare dell’emozione della vittoria di Marco Carta (seppur, a livello personale, accompagnato da un po’ di delusione in quanto il tifo era per la Bonanno, ma penso sia oramai cosa nota), delle risate fatte con le imitazione di Pasqualino Maione, delle litigate che vedevano protagonista Maria Luigia, dell’eccellenza sul campo di Marina, dell’impeccabilità di Francesco e via discorrendo. Non si può.
E l’effetto negativo è riversato innegabilmente sui protagonisti di quest’anno. Forse in tutto ciò occupa particolare importanza il fatto che mai come lo scorso anno è stata data vita ad artisti che hanno avuto la fortuna e la forza di togliersi da dosso l’etichetta Amici – Marco Carta, sotto questo punto di vista, insegna – e che continuano sulla loro strada. L’emblema di chi ce l’ha fatta, il risultato finale di un’opera durata sette anni. Adesso, Amici, cosa può più e cos'altro può volere? Mi pare che il suo esito l’abbia più che avuto. E nulla possono i bravi Luca, Valerio, Andreina, Leonardo, Alessandra, Silvia. Tanti nomi che non sanno e non possono cancellare ciò che è stato e rappresentare il continuo di un ricambio annuale e ciclico.
Se ancora ascolto Avrai intonata da Roberta mi emoziono facilmente, così come qualcun altro potrebbe avere la stessa emozione ascoltando Simonetta, Cassandra, Marco. Insomma, quest’edizione, per quanto possa promettere bene, non farà storia. Quella, purtroppo o per fortuna, l’ha già fatta Amici 7 di cui, adesso come non mai, si sente abbastanza nostalgia.
È sott’occhio di tutti quanto il programma, e le valide menti che lavorano dietro le quinte di esso sia, e siano, sempre stato capace di rinnovarsi nei suoi equilibri e nelle sue dinamiche, oltre che nel suo regolamento. Anche quest’anno c’è stato questo aspettato rinnovo ma non sotto l’aspetto più importante: i protagonisti.
Sono gli stessi attori, gli stessi ballerini e gli stessi cantanti che non riescono a far breccia nel cuore della maggior parte dei telespettatori. E ad essere sinceri non perché non siano capaci o perché non siano emozionanti nel momento in cui eseguono un numero, tutt’altro. Ma perché gli stessi spettatori della trasmissione – o almeno parlo in primissima persona – hanno in mente e nel cuore ancora quanto visto lo scorso anno, quando fu mandata in onda un’edizione che è stata da sempre destinata a fare storia e, al contempo, da spartiacque. Amici 7, quella più rosea di tutte sotto ogni qualsiasi punto di vista, ha lasciato un segno indelebile. Non ci si può dimenticare dell’emozione della vittoria di Marco Carta (seppur, a livello personale, accompagnato da un po’ di delusione in quanto il tifo era per la Bonanno, ma penso sia oramai cosa nota), delle risate fatte con le imitazione di Pasqualino Maione, delle litigate che vedevano protagonista Maria Luigia, dell’eccellenza sul campo di Marina, dell’impeccabilità di Francesco e via discorrendo. Non si può.
E l’effetto negativo è riversato innegabilmente sui protagonisti di quest’anno. Forse in tutto ciò occupa particolare importanza il fatto che mai come lo scorso anno è stata data vita ad artisti che hanno avuto la fortuna e la forza di togliersi da dosso l’etichetta Amici – Marco Carta, sotto questo punto di vista, insegna – e che continuano sulla loro strada. L’emblema di chi ce l’ha fatta, il risultato finale di un’opera durata sette anni. Adesso, Amici, cosa può più e cos'altro può volere? Mi pare che il suo esito l’abbia più che avuto. E nulla possono i bravi Luca, Valerio, Andreina, Leonardo, Alessandra, Silvia. Tanti nomi che non sanno e non possono cancellare ciò che è stato e rappresentare il continuo di un ricambio annuale e ciclico.
Se ancora ascolto Avrai intonata da Roberta mi emoziono facilmente, così come qualcun altro potrebbe avere la stessa emozione ascoltando Simonetta, Cassandra, Marco. Insomma, quest’edizione, per quanto possa promettere bene, non farà storia. Quella, purtroppo o per fortuna, l’ha già fatta Amici 7 di cui, adesso come non mai, si sente abbastanza nostalgia.
Il primo Amici ... e il secondo ...
RispondiEliminaerano + puntati sulla selezione di ragazzi ... potenziali e futuri talenti ...
Poi con gli anni la deriva ... verso il "reality", l'urlato ...il trash e gli infiniti litigi ...
Amici così è diventata davvero un altra cosa ...
Bellissimo articolo...anche io seguo con zero interesse Amici quest'anno...la scorsa edizione è stata troppo bella e quoto con te su AVRAI....ascolto sempre l'ep di Roberta e mi piace sempre di più!
RispondiEliminaW la Bonanno
quoto il tuo articolo!
RispondiEliminami manca un sacco la 7 edizione...
INDIMENTICABILE
ormai la Bonanno è una cantante a tutti gli effetti,certo deve ancora studiare per imparare tanto ma lontano dalla squadra di Amici.
RispondiEliminaDopo la tournè aspettiamo il suo secondo CD.
IN BOCCA AL LUPO ROBERTA!