mercoledì 3 dicembre 2008

LA TELEVISIONE HA BISOGNO DI UN RICAMBIO GENERAZIONALE O PUÒ FARNE A MENO?

Innegabilmente l’insuccesso di Pippo Baudo e della sua Serata d’onore, di cui anche noi abbiamo ampiamente parlato, ha aperto un varco nelle riflessioni fattibili circa lo stato della televisione attuale, imperversante, come noto, in un declino sempre più delineato. Parallelamente, però, sentire parlare il tredici volte presentatore del Festival di Sanremo in termini di delusione, rieducazione del pubblico, ritorno al gusto di questo al bello, insomma, lascia un po’ attoniti ma soprattutto lascia ampio spazio a tante, articolate opinioni. Uno di questo si riallaccia alla veduta che si ha del flop di questo nuovo programma del sabato sera di Raiuno. Come già abbiamo avuto modo di dire, più che flop della trasmissione, questo è il flop del carattere e del conduttore in sé e per sé. Parliamoci chiaramente: nei programmi che non funzionano il termine cui è ascrivibile il pessimo risultato è pur sempre colui che mette la faccia nel progetto. In questo caso Baudo. Baudo fa parte di una sfoltita schiera di conduttori che nel passato hanno fatto faville, che in tempi oramai remoti erano divenuti punti di riferimento di una società sull’orlo del cambiamento pur appartenendo al vaporoso mondo della televisione che è distante da quello reale. Questa schiera è tutt’oggi presente ma, nelle sue singolarità, nelle sue individualità mostra segni di cedimento. In poche parole: i conduttori di una volta possono essere ancora validi esponenti del mondo della conduzione ai nostri giorni?
Era quello che, esplicitamente, si era chiesto anche il nostro lettore in un post ad hoc della nostra rubrica Scavicchiamail, sottolineando ed evidenziando l’esigenza di un rinnovo e di un ricambio generazionale. Ciò è fattibile quando a due criteri è dato rispetto: il primo affonda radici nell’esiguità effettiva del serbatoio di conduttori che svolgono questo mestiere da anni ed anni, mentre il secondo nella direttamente proporzionale numerosità delle giovani (e valide) leve. Qualora, infatti, uno dei due punti non siano soddisfatti relativamente ad equità e a giustezza, entra in gioco un meccanismo per il quale il tutto non ha senso. Che le giovani leve ci siano, è evidente. Non a caso, dato il loro sovraffollamento, vi sottoponiamo un simpatico sondaggio su chi sia la peggiore tra le quattro principali, le rinominate Del Noce’s Angels: una lotta dura e cruda. È il primo, però, quello su cui dobbiamo soffermarci un pochino. Presentatori vecchio stampo ci sono ancora? A livello anagrafico la maggior parte di questi, per una normale chiusura del ciclo della vita, no: ne rimane una minima parte riciclata nelle sue parti rispetto alle funzioni. Il primo è sicuramente Mike Bongiorno, di cui abbiamo rimarcato l’oscena rivisitazione del personaggio, ridottosi a rendersi ridicolo pur di poter apparire ancora in ambito televisivo. Ha presentato ancora quiz per Rete4 ma adesso la rete sembra non dargli più fiducia alcuna, concedendogli solo lo spazio de I consigli di Mike. Baudo è cosa risaputa, no? Ci sarebbe la Carrà, l’unica su cui ci sarebbe da spendere qualche parolina in più ed anche positiva. Capace, spigliata, pare addirittura essere in grado di reggere il passo con i tempi ma è ingabbiata, però, in un obsoleto format, quel Carramba che fortuna che, per struttura e resa, è quanto di più vecchio proponibile e obsoleto data la boncompagnizzazione dello stesso, come ha sottolineato ottimamente il nostro Bubino.

Insomma, l’esiguità del serbatoio di cui prima è parzialmente reale, se non nulla, qualora ipotecassimo il rinnovo dei pionieri della tv di vecchia data. Ma questi saprebbero rispondere alle esigenze maggiormente giovanili di cui esprime l’esistenza il nuovo telespettatore medio? Sicuramente, ancora una volta, in minima parte. L’unica che, a livello puramente personale, saprebbe agire sotto questa ottica è la Carrà che sembra che debba dare ancora molto al sistema tv, seppur se ne discosti, a parole, in occasione di interviste e affini. Ciò che più spaventa, quindi, a conti fatti, dai quali deduciamo la mancanza del primo dei due criteri ritrovati, è questo necessario ricambio generazionale. I vari Conti, Clerici, Scotti reggono, possono reggere, ma non a vita. Un domani, la nostra tv, in mano a chi sarà? Naturalmente la risposta è legata a doppio filo all’identità della tv di un domani. Adesso, però, che si dia importanza alla qualità e alla bravura di chi sta in televisione: o dobbiamo aprire un’altra pagina del passato per poter squarciare nei giudizi quella di oggi?

3 commenti:

  1. I Conduttori più anziani sono i più bravi, e credo che per almeno altri 10 anni l'italia ne avrà bisogno.

    La Carrà fa più audience degli altri, e secondo me è anche la più brava, simpatica e completa, e perchè no, la più moderna tra quelli citati.

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  2. Ottima analisi e concorso sulle parole positive da spendere sulla Carrà, l'unica che davvero può essere ancora oggi una garanzia e che si auspicherebbe un suo utilizzo in programma nuovi.

    Lei stessa, da un paio d'anni ormai, parla del suo desiderio di condurre un talk show, ma anche se non fosse un talk show che la Rai si impegni a darle nuovi e bei programmi, con tutto quello che ha dato e da ancora alla Rai se lo merita!

    Come ci si impegna a costruire nuovi programmi, studi, etc. per le Angels, non vedo perchè non si debba fare lo stesso sforzo per l'ultima, grande conduttrice della vecchia guardia.

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  3. Senza dubbio ... la Carrà rimane la conduttrice della vecchia guardia + moderna e aperta, disponibile certamente a
    essere protagonista e punto di unione di generazioni televisive diverse a mio parere.
    E spero che gli possa essere dato nuovo spazio in futuro ...
    El Barto ...
    il punto è proprio questo ... in tv c'e bisogno di un gruppo di nuove leve , di nuovi personaggi tv che possano anche sperimentare linguaggi nuovi.
    Raiuno ... in maniera ... un pò discutibile ... ci sta pensando ...
    e prova a proporre a volte in maniera assurda e inconcepibile ...
    nuovi volti nei diversi spazi del palinsesto.
    Per quanto riguarda Mediaset ...invece mi pare ... buio totale ...sempre gli stessi volti ... e sempre gli stessi programmi ... e all'orizzonte nessun segnale di cambiamento ...
    e questo nn è un segnale buono per il principale gruppo televisivo privato ...e per tutta la nostra tv.
    Ho l'impressione che in questo stanco duopolio generalista ...
    la mancanza di una forte e trainante concorrenza ... abbia la
    innegabile forza ... di frenare scelte innovative e sperimentali di programmi e di volti ...purtroppo !
    Sono davvero lontani anni luci i fantastici e pioneristici anni 80 della nostra tv ...

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