Proprio nel momento in cui pare siano iniziate le trattative private, tuona la voce, pimpante e sicura, di Matarrese che, ancora una volta, afferma e sottolinea alcune delle caratteristiche di chi il calcio deve - quasi come se fosse obbligatorio - acquistarlo, evidenziando, anche sarcasticamente, quella che è la caratteristica che, da un punto di vista strettamente televisivo, più sconvolgimenti potrebbe apportare alla domenica pomeriggio e a quella serale: quella relativa all’esclusiva della trasmissione degli highlights protesa fino alla mezzanotte, il che avrebbe come principale risultato la soppressione di Controcampo o de La domenica sportiva. Alle pagine de La gazzetta dello sport, in una maniera che più spigolosa non si sarebbe potuta immaginare, sull'orlo del rischio che per il primo anno in assoluto nessuno si accaparri i diritti calcistici, il presidente della Lega Calcio confida le sue speranze:
«Ho letto sulla Gazzetta che Cristina Chiabotto sostituirà Elisabetta Canalis a Controcampo. Bene, vuol dire che Mediaset farà vera concorrenza alla Rai e acquisterà i diritti in chiaro del calcio di A. Altrimenti, come potrà trasmettere Controcampo?».Il presidente della Lega Antonio Matarrese è pimpante e determinato. Al Roseo di Bagno di Romagna giunge dopo essere andato a Sportilia a stringere la mano a Collina e agli arbitri. Sceglie la sala col pianoforte, «ma mi siedo più in là, cosa che non farebbe Berlusconi che suonerebbe anche». Accetta «soltanto acqua fresca liscia perché il pranzo non va giù e il caffè mi innervosisce. Figuriamoci, proprio nel Ferragosto più laborioso della mia carriera. Non mi sono mai nascosto, ho sempre sfidato le ferite. Un vero dirigente è un guerriero».
La Lega viene da un contratto triennale di 62,5 milioni l'anno da Mediaset. Ha chiesto 70 milioni, l'asta è andata deserta, adesso parte la trattativa privata.
«Galliani è il dirigente del calcio che più sa di tv. Quando firmò con Mediaset infilò i dieci giorni in cui la Rai aveva strapagato i diritti della Champions strappandoli a Mediaset che ebbe subito l'occasione di rifarsi. E come! Dieci giorni di concorrenza sfrenata nei quali Galliani fu abile a compilare la superschedina».E lei come giocherà?
«Oggi la concorrenza non è così agguerrita e allora l'abbiamo inventata noi: diritti in esclusiva fino a mezzanotte. Compri tutto o nulla. O Domenica Sportiva o Controcampo. Il calcio ha un valore immenso e chi lo acquista lo sa. Anche noi che lo vendiamo».Ma la Rai dice che non ha tanti soldi. Magari aspetta 110 milioni da Sky nella partita per lo scambio Mondiali-Olimpladl per due.
«Se non posso permettermi un abito su misura giro al largo dalla grande sartoria».Lei si appella alla Rai «che non può perdere un'occasione storica».
«Non chiedo nulla allungando la mano. Semplicemente pago il canone come milioni di italiani: qualcosa in cambio dobbiamo ricevere. O i soldi ci sono soltanto per Mondiali, Europei e Olimpiadi? Li hanno finiti? E perché mai dovrebbero rimetterci presidenti che con investimenti alimentano la passione degli italiani?».Sarà una partita politica?
«Lì c'è grande confusione. Vincerà la tecnica. Il rapporto mio, del comitato di presidenza, del dg Brunelli e dell'advisor Infront sarà soltanto con il dg della Rai Cappon e con i rappresentanti operativi degli altri otto gruppi che hanno manifestato interesse per i sei pacchetti: Rai Trade, Mediaset, Telecom, Sky, Sportltalia, ContoTv, Be4, Img. Non correremo da nessuno, li riceveremo tutti in Lega alla luce del sole: con linearità, limpidezza, senza fare o permettere trabocchetti».C'è chi dice: alla fine la Lega venderà a Rai (Novantesimo) sulla televisione pubblica e a Mediaset (Controcampo) costruendo il diritto per le 22.30.
«Quel qualcuno ha capito male. L'esclusiva fino alle 24 non si tocca, è punto di forza, innovazione. Magari le due tv — o la Rai? — spingono per questo e allora, alle Autorità garanti di comunicazione e mercato che hanno fatto i complimenti alla Lega e alla sua struttura per come sta applicando rigorosamente una legge mal digerita che rende tutto macchinoso chiedo di dirci se siamo in un regime di vera concorrenza, ovvero di libertà».
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