In verità ancora non è chiaro il futuro di Paolo Bonolis. Il presentatore romano infatti, ha nei suoi sogni, nonostante lo renda meno presente di quanto in realtà sia, il desiderio di realizzare un altro Sanremo. Quello del 2009, infatti, secondo alcune voci dovrebbe essere di nuovo nelle sue mani, ma, a quanto dice lui stesso in queste due interviste, rilasciate rispettivamente al Il Giornale e La Stampa, sembra ancora tutto aperto. Ci dobbiamo credere? Non mancano le frecciatine a Pippo Baudo. In verità fu lo stesso Fabrizio Del Noce, verso il quale lui dichiara grande stima, a mettere sulla bocca di tutti il suo nome, nel momento sbagliato e verso le persone sbagliate. Cosa doveva fare Baudo? Invece di commentare il successo della prima serata, era lì a parlare di Sanremo2008 e di un suo sostituto. Doveva esultare?
«Il senso della vita? Per me non c’è Però voglio divertirmi»
Singolare che, dopo tre edizioni del programma, e quarantadue interviste in proposito, se si chiede a lui quel che lui ha tante volte chiesto agli altri (qual è «il senso della vita»?) Paolo Bonolis risponda: «Nessuno. La vita non ha un senso. Perché non ha un motivo». Curioso. Ma Bonolis - giunto alla conclusione de Il senso della vita, con una puntata speciale stasera in prima serata, alle 21 su Italia Uno, per celebrare i suoi record di «miglior programma della seconda serata» - è, come dice lui stesso, «un agnostico. O un pessimista contento. E non dico questo come fosse un gioco ossimòrico. Io sono solo uno per cui la vita non ha un senso. E nemmeno la morte, se è per questo. Bisogna prendere atto che si muore. Si muore e basta. È triste ma è così».Sì, è davvero strano che lei la pensi così. Possibile che dopo aver dialogato in proposito con personaggi del calibro di Woody Allen, Roberto Benigni, don Ciotti, non abbia trovato risposte più significative?«Mi ha colpito molto quella che mi ha dato Monica Bellucci. Per lei il senso della vita è la passione. La passione che si deve mettere in tutto ciò che si fa. Comunque anche se non ho la fede, non ho nemmeno nulla contro la fede. Mi trovo nella posizione neutra in cui si trovano molti e che, forse, rappresenta per molti il vero senso della vita. La ricerca».Al di là delle sue riflessioni personali, non c’è dubbio che un programma atipico come il suo abbia incontrato un atipico successo.«Col 33,19 per cento di share della puntata del 4 maggio, e la media stagionale del 20,49, Il senso della vita si è rivelato il programma di seconda serata più seguito dell’anno. E con la puntata di stasera concludiamo in grande stile: protagonista della fotointervista sarà Michelle Hunziker; come ospiti avremo Marco Materazzi e Beppe Fiorello, assieme ai Negramaro, alle Vibrazioni, ad Andrea Rivera; mentre la sigla, cantata una strofa a turno dai suddetti personaggi, sarà la poco nota ma splendida La leggerezza, di Giorgio Gaber».Un successo che all’inizio pareva improbabile. Ma che oggi, nell'ambito dei suoi impegni a Mediaset, è anche rimasto isolato.«A Mediaset ho cercato di fare quel che faccio ovunque vada: qualcosa che mi somigli. Ormai Paolo Bonolis ha cinquant’anni. Sta raggiungendo il fascino sottile della decomposizione. Ed è in una fase della sua vita in cui vuol guardarsi meglio attorno, conoscere di più della vita. Senza però smettere di divertirsi. Così è nato il programma e per questo - credo - ha avuto successo. Con la serietà e l'umorismo, in Il senso della vita, non ho recitato un ruolo: sono stato semplicemente me stesso. La riflessione e il disimpegno, la commozione e la risata, sono state le due facce della stessa medaglia. La mia».Proviamo a passare in rassegna le foto salienti dell'album di questo show.«L’apporto che mi ha più commosso, è stato quello di Benigni. L'intervento che mi ha più spiazzato, quello di Maria De Filippi. E non perché Maria abbia pianto ma per le parole che ha detto. Tutti la pensavano un “cyborg” programmato contro gli errori; e lei invece s’è dimostrata essere umano con le proprie debolezze, come tutti gli esseri umani. Divertentissima Laura Pausini: schietta, genuina e trascinante esattamente come appare. Inaspettatamente riflessivo Renato Zero: non ha fatto “spettacolo” non ha concesso nulla alla scena. È stato saggio e intenso come un padre».Tutti sinceri? Tutti onesti?«Tutti disponibili. La fotointervista consente di aprirsi più di un'intervista, proprio perché non è un'intervista. Non fa domande e non pretende risposte: propone immagini e stimola osservazioni. Credo, comunque, che il tasso di sincerità media di chi vi si è sottoposto sia stato molto alto».
E ora il futuro. Ovvero il ritorno a Sanremo. Che con lei ha segnato l'edizione più seguita e applaudita del festival.«
Ma ancora non è sicuro che vada a Sanremo! Prenderò una decisione entro le prossime due settimane. E comunque, se lo farò, sarà un festival sempre inteso come grande festa, grande spettacolo, ma completamente diverso dall'edizione 2005».Se ne occuperà per più edizioni? E questo ritorno in Rai potrebbe preludere a un addio a Mediaset?«
Non mi è stata ventilata l’ipotesi delle più edizioni. E una sola basta a occuparti per tutto l’anno. Ecco perché, se andrò al festival, nella prossima stagione non mi vedrete in tv per nessun altro programma. Quanto all'azienda per cui lavorerò, ripeto quel che vado dicendo già da un po’. Voglio evitare di legarmi in esclusiva. Preferisco sposare un progetto, piuttosto che una rete». «Non lo sto preparando ancora, sto ragionando se poterlo preparare o meno. Dico solo che ci si deve decidere nel giro di 2 o 3 settimane, sennò sarà troppo tardi. In caso affermativo, debbo vedere se mi vengono delle idee. Sto ragionando per non andare lì a dire buh». Bonolis 2005 aveva inventato, con le eliminazioni, le categorie, una specie di Grammy in salsa italiana: uomini, donne, giovani, gruppi, e «classic»; non tornerebbe però su quei passi: «Vorrei declinarlo in un altro modo, se no, tanto vale rimandare in onda quello del 2005». Del Noce lo ama, non lo ha mai nascosto, e probabilmente non vede l’ora... «Anche a me Del Noce piace, è uno che stringe un patto e lo difende: quando abbiamo lavorato insieme, è sempre stato leale»; del Festival immagina una durata breve («Se mai dovesse appartenermi, io alle 3 di notte voglio dormire..»); scopriamo pure che ha guardato di sfuggita il bel Dopofestival degli Elii: «Io il giorno dopo devo lavorare. Ogni Festival si è raccontato in modo gradevole, ma non è che tutte le giocate riescono, è come con le partite di calcio».
«La gara deve diventare spettacolo. La mia esperienza musicale è praticamente nulla, non so suonare, canto che faccio schifo, ascolto come chiunque. Mi circonderei di persone che mi aiutano. Non è che per confezionare qualcosa la devi conoscere bene, importante è collezionare entusiasmo e fiducia». Attento a non sfiorare mai la polemica, si tradisce solo se gli si parla di Baudo: «Ha fatto 2 splendidi Sanremo, non siamo amici, siam diversi per carattere ed età; non credo che lui verrebbe in vacanza con me, ma io gli devo tanto: grazie a lui ho fatto due festival; nel 2005 da vivo, e nel 2007 da morto: mi chiamava sempre il "de cuius"».