lunedì 29 dicembre 2008

SCAVICCHIA TV DÉJÀ VU 2008: REALITY SHOW

Abbiamo parlato delle trasmissioni comiche per aprire questo nostro piccolo cammino utile all’ispezione di quanto di buono e di non buono o di quanto apprezzato o totalmente rinnegato è stato trasmesso in questo 2008 volto oramai al termine. Quest’oggi ci dedichiamo allo scrivere la pagina di quel genere di trasmissioni che ha fatto il bello e il cattivo tempo della televisione, sia essa quella di Stato, sia essa quella commerciale, sia ancora quella satellitare. Il bello perché ha un merito, incontrovertibile ed innegabile, a tratti anche incredibile da vedersi: il fare ascolti, fine primario di ogni produzione televisiva in procinto di essere mandata in onda o già trasmessa. E anche il cattivo, perché non è solo il numero che conta, ma anche la presunta qualità. Queste trasmissioni, per dare adito ad un pregiudizio che in taluni casi non ha ragion d’essere, sono estremamente criticate in quanto ritenute vergognose, oscene, indecorose. La televisione nel corso degli otto anni in cui il genere ha saputo radicarsi nei palinsesti italiani e ha saputo farsi apprezzare nelle sue miriadi di declinazioni, non ha conosciuto modo per farne a meno e anche questo 2008 è stato alla sua insegna. Ciò sarebbe stato impensabile agli albori di questi nuovi trecentosessantacinque giorni, tenendo conto della flessione che ha incontrato nel giro dei precedenti due anni. Eppure, non si sa cosa – o meglio si sa, ma si fa estrema fatica ad ammetterlo, soprattutto da parte di chi ci mette la faccia in queste produzioni – ha fatto sì che il mondo dei reality show risorgesse, come abbiamo poi sottolineato nel corso dell’anno. E allora facciamo un bell’excursus riguardo i reality del 2008.
Rispetto a quanto detto, il nostro cammino quotidiano inizia nella maniera più incoerente immaginabile. Altro che rinascita, ad inizio anno venne mandato in onda il reality più sconclusionato della storia, andato in onda su Raiuno. Sì, proprio quella Raiuno che si era proclamata più e più volte come restia alla sua produzione e alla sua trasmissione. Un reality show, però, atipico, il che rende giustizia e coerenza alle dichiarazioni succitate. Le sue dimensioni sono quello dello show, della varietà brillante, che mette in mostra i buoni sentimenti, il romanticismo, la galanteria, la precisa esecuzione delle regole del bon ton. Si fa generalmente ricorso a descrivere così il pazzesco flop di Uomo e gentiluomo perché, sotto sotto, anche a distanza di un anno, il fil rouge di quel programma non è mai stato chiaro. Un accozzaglia di format uniti dalla struttura arcinota di Notti sul ghiaccio e Ballando con le stelle in cui dovevano dimostrare le loro qualità da presunti gentiluomini i nove partecipanti che andavano da Al Bano a Salvo Simeoli – chi? – e giudicati da una folta schiera di bellissime del mondo dello spettacolo. Ad ogni puntata un eliminato buttato in piscina da ballerine pronte a danzare all’inizio di una calda ed avvolgente musica, il che faceva molto Beato fra le donne. I ricordi di quell’orrendo reality, nonostante le dichiarazioni della conduttrice secondo cui poi sarebbe ritornato in estate, si annidano proprio alla prova di quest’ultima, una rauca ed influenzata Milly Carlucci che contribuì in larga parte all’insuccesso della trasmissione, coadiuvata dal fido Paolo Belli e dal comico (?) Gabriele Cirilli. C’è però da dire, certamente non a difesa dell’oscenità trasmessa, che fu un’altra vittima, insieme al rimpianto Soliti Ignoti di Fabrizio Frizzi, dello squilibrio prodotto dal segmento dopo Tg di Fiorello denominato W Radio 2 minuti, per il quale il game saltava e alle 20.55 era già in onda la preparatissima Carlucci. Gli ascolti furono del 18% di share alla prima e del 13% alla seconda puntata, schiacciata dall’impensabile boom di ascolti della seconda serie de I Cesaroni.

Timidamente, in maniera contemporanea all’attesissimo debutto del suddetto mini-varietà condotto dal duo Fiorello - Baldini, si registra l’esordio dell’ottava edizione del Grande Fratello. È l’anno di rottura del papà di tutti i reality show, profondamente rivoluzionato nell’aspetto, immutato nelle dinamiche e risultato oltremodo noioso nel computo totale. Inizia il 21 gennaio 2008, sfatando perciò il tabù del GF al giovedì, andando in onda di lunedì sera, una serata ritenuta impossibile per un reality rispetto alle abitudini del popolo televisivo, che di solito di sarebbe ingozzato di seconde parti di fiction e di film in prima assoluta e poi assimilata nella consuetudine come successo poi per la sesta edizione dell’Isola. La prima puntata è un bailamme unico: tre case da presentare, due da costruire, una non vista, un camping dove abitare, concorrenti che entravano ogni settimana, graticole, stanze delle sorprese e quant’altro. E il bello è che tutto era già “iniziato”: tre concorrenti erano stati rinchiusi in una bolla, una sorta di casa dalle pareti trasparenti, a Roma per decretare un concorrente ufficiale; la stessa bolla presa sotto assedio durante la prima puntata da una centinaia di rappresentati della Fiamma Tricolore e violentemente distrutta. Alessia Marcuzzi è alla guida della trasmissione per la terza volta consecutiva, eguagliando il record dell’amata Barbara D’Urso, ma il tutto non è sinonimo di una spiccata bravura nella conduzione, anzi. Spenta, spossata, evidentemente demotivata, senza il ritmo e senza l’entusiasmo della sua prima edizione – la sesta –, la Marcuzzi regala noia alle quindici prime serate che si stabilizzano su di una media d’ascolto di poco sopra al 23% di share, al limite dell’accettabile, e calando di due punti rispetto alla media della bruttissima settima edizione. Questo Grande Fratello, però, tra famiglie siciliane, boxer romane, figli di papà vari è portata alla ribalta dalla stra-conosciuta vicenda Lina CarcuroRoberto Mercandalli che è il serbatoio dal quale è stato attinto un incredibile botto di ascolti nelle puntate medio-finali ed è stato il cibo addentato da tutte le trasmissioni dell’azienda e non (basti pensare all’Arena di Massimo Giletti) per godere dei suoi innegabili benefici. La miriade di stratagemmi utilizzati per poter innalzare i carenti risultati (addirittura la terza puntata scivolò sotto i cinque milioni con uno share di poco superiore al 21%), da Totti a C’è posta per te, rendono idea di quanto sia stata forte la crisi attraversata dal programma in questo inizio 2008. La vittoria finale va a Mario Ferretti, muratore umbro. Ma la grande stampa non batte ciglio: il GF non fa più rumore, è una trasmissione come tante e solo in casi fortuiti, eccessivi come quello poco fa citato, smuove le coscienze. Riuscirà la nona edizione a rialzare aspettative e risultati?

Poco dopo il Festival di Sanremo, nella miglior tradizione della programmazione di Raidue, che ogni primavera lancia un reality (tre edizioni di Music Farm e una de La sposa perfetta), ha inizio sulla rete di Antonio Marano un talent andato in onda già nei due mesi precedenti con i provini. X Factor è difatti il primo, vero talent della televisione italiana – o almeno così venne presentato nei promo, logicamente –, direttamente tratto dal format The X Factor, nato in seguito al successo di American Idol in terra americana cui tanto somiglia, ideato dal produttore discografico Simon Cowell e trasmesso sui circuiti televisivi britannici. Ad essere sinceri, prima ancora che fosse annunciata la sua versione italiana, si sarebbe potuto conoscere un po’ l’universo di X Factor: chi non ha mai ascoltato Bleeding love di Leona Lewis, sua più famosa vincitrice della versione inglese? Quindici sono i concorrenti, suddivisi in tre distinte categorie capitanate da tre intenditori della musica: gli over 25 (anni), assegnati a Simona Ventura – ma realmente se ne intende, poi, di musica? –, il cantante Morgan per i Gruppi vocali e la produttrice discografica Mara Maionchi per i 15-24. La trasmissione, condotta da Francesco Facchinetti, promosso in prima serata per oscuri meriti dopo aver preso parte all’Isola dei famosi 5 in veste di inviato, è una buona rassegna della musica in televisione, evidentemente non morta. Il programma è di qualità, senza dubbio: colpisce il fatto che riscuote un enorme successo nella fascia pregiata di pubblico, quella dei laureati. Gli ascolti, tuttavia, sono davvero scarsi. Nonostante la chiusura fissata per una mezzanotte più che inoltrata, non superano mai il 10% di share di media, portando la prima serata di Raidue a totalizzare, nei casi migliori, l’8%, quattro punti in meno rispetto alla media di rete. Stesso discorso per i daytime: orario inconsulto, quello delle 20 contro i telegiornali, che non consentono al format di andare oltre il 5% di share. La motivazione principale del flop delle puntate serali è da riscontrare nel voluto harakiri cui è stato soggetto il programma, mandato in onda per la prima un lunedì, contro il Grande Fratello e quindi schiacciato dalla forte controprogrammazione, e poi, nel corso dei tre mesi, in quasi tutti i giorni della settimana. Ciononostante, il gradito riscontro avuto dalla trasmissione in termini di successo discografico – inutile citare Giusy Ferreri, seconda classificata, ma anche gli Aram Quartet, i vincitori, comparsi in classifica per qualche settimana con il loro primo lavoro discografico – ha fatto sì che l’ostinazione di Marano nel farlo divenire una colonna portante della sua rete sfociasse nella conferma per una seconda edizione già annunciata per il 12 gennaio, guardo caso nuovamente contro il Grande Fratello, premiere contro premiere. Da X Factor, poi, proviene anche la superlativa Silvia Aprile che approderà a Sanremo per la cinquantanovesima edizione.

Nello stesso periodo di X Factor, però, è stato trasmesso un altro talent, godente di ben più rinominata fama, giunto alla settima edizione, l’indimenticabile settima edizione. Parliamo di Amici che approda il 3 febbraio 2008 in prima serata con la sua versione finale, per sole quattro puntate alla domenica sera per poi trasferirsi al mercoledì. Ancora una volta squadra blu contro squadra bianca, sette protagonisti contro altrettanti. La scuola di Maria De Filippi regala a Canale 5 gli ascolti più alti della sua storia, con una media del 27% di share sfociante in sette milioni e 32% di share per la puntata finale. L’edizione è eccellente, avendo coniugato degli elementi da sempre ricercati dal pubblico italiano in una maniera egregia: battibecchi tra professori, sfide, nemici, urla, attimi di sano e puro trash. La padrona di casa è una sempre criticata ma eccezionale Maria De Filippi che, anche in questo caso, non è imparziale circa i suoi gusti e le sue preferenze. Questa nuova fase finale però rimarrà alla storia per l’incredibile coincidenza delle percentuali di vittoria delle due fazioni: il famoso 51% contro il 49% ma anche per il rapporto di complicità tra Luca Jurman e Marco Carta in un rapporto quanto mai similare a quello tra maestro e discepolo, padre e figlio. Come sapranno i più, infatti, Amici 7 è stato vinto, anzi stravinto, da Marco Carta, su cui poi abbiamo ci siamo giustamente (e fortunatamente) ravveduti alla luce del grandissimo successo riscosso. E in questo caso scomodiamo Youtube per rammentarne l’emozione unica delle carte finali:

Proprio da una costola di Amici nasce Il ballo delle debuttanti, sul quale vi è un rifiuto netto anche solo nel ricordo. Approdo al prime time di Rita Dalla Chiesa coadiuvata da Garrison Rochelle, l’intento del Ballando con le stelle misto ad Amici di Canale5 è quello di eleggere la debuttante del 2008. Tutt’altro che ballo, però, il programma di rivela la fotocopia al femminile di Uomo e gentiluomo declinato al trash, con prove al limite del decoro e litigi furenti senza senso. Bruttissima pagina di una Maria De Filippi autoriale su cui è giusto non spendere più di tanto parole.



La nuova stagione televisiva, invece, ha visto la riproposizione di due cult del genere: La Talpa e L’Isola dei Famosi. I destini dei due programmi, se all’origine si sono presentati come estremamente antitetici, si sono indissolubilmente legati nel corso della messa in onda. La storia di un’attesissima terza edizione dell’investigativo è stata però più intricata rispetto alla consueta routine estiva, fatta di voci, rincorse di nomi e personalità nella costituzione di un cast, e ai primi spifferi sul nuovo look della sua eterna conduttrice dell’avventuroso. Per il primo si è parlato addirittura di cancellazione, di morte prematura, in vista di nessun abbozzo circa location, cast, inviato e classico susseguirsi di voci che anticipano la vera e propria messa in onda; per il secondo, invece, gli unici problemi riguardavano la scelta di un inviato, fatta in maniera quanto mai poco oculata e alla rinfusa. Un qualcosa che ha portato, tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre – accertato lo slittamento di inizio per il reality show di Italia1 – a vedere schierati contro il nuotatore Filippo Magnini e la showgirl Paola Barale. La sfida, tuttavia, era la loro: quella tra le due conduttrici, cardini dei palinsesti delle rispettive reti, Simona Ventura contro la prestata ad Italia1 Paola Perego. Tutto il resto è (stata) noia. Litigi, battibecchi, diatribe. Sull’isola honduregna più sorvegliata dalle telecamere si è abbattuto il ciclone del pregiudizio e della superficialità, portando a galla un sentimento di ipocrisia tutto italiano nei confronti del presunto “diverso” tale da decretarne la vittoria, attribuita come noto a Vladimir Luxuria. Non solo, ma anche un’alchimia vincente prodotto da un apprezzato mix di personalità tra le quali è giusto ricordare il bidello "mangiabanane" Carlo Capponi, l’onnipresente Rossano Rubicondi, la bella e possibile Belen Rodriguez, le gemelle De Vivo e così via. Per la prima volta un cast eccezionalmente non di richiamo ma fortissimo, alla formazione del quale ha anche contribuito l’incalzare delle sostituzioni a partire dai perpetui ritiri tra vip e nip. Gli ascolti sono stati eccellenti nel daytime, aiutati anche in questo caso dai marchingegni autoriali che mettono in discussione l’ancora forte presa esercitata dalla sola essenza del reality sul pubblico, primo fra i quali quello della settimana di presenza di Valeria Marini, ed hanno superato più volte la quota del 15% di share. Stesso discorso non valevole per le puntate serali, iniziate in maniera scarsa, con un doppio 18% di share, per poi schizzare sino ai 7 milioni con il 32% di share. Una delle edizioni più riuscite, senza dubbio. Dall’altra parte, invece, il discorso è stato differente: si navigava in acque alte. Ciò non ha tolto la possibilità di vedere in onda la terza edizione de La Talpa, che ha esordito a livello d’ascolti in maniera bassa per poi dare vita ad un escalation senza precedenti, raddoppiando gli ascolti in valori assoluti nella puntata finale e sfiorando il 27% di share, impensabile per Italia1. Il cast low profile ha sicuramente giocato a favore del successo del programma condotto da Paola Perego, nel quale spiccava la personalità di Karina Cascella, vera star del programma, successivamente proclamava vincitrice assoluta, assieme all’inviata Paola Barale, unica nel suo genere, innovativa nel suo ruolo. Nota di demerito la perdita dello spirito originario del programma, lo scovare quella talpa poi rivelatasi sotto le spoglie di Franco Trentalance, rivenibile solo nelle povere d’appeal prove in location, un affascinante SudAfrica, in luogo di un dilagante chiacchiericcio e gossip che ha fatto sicuramente bene agli ascolti. Per la prossima edizione si ragiona per un salto in grande sull’ammiraglia Mediaset.

Il 2008, perciò, come è possibile vedere da questi ultimi due programmi, è stato l’anno della rinascita del reality, soprattutto in termini di ascolti, reinventandosi e piegandosi all’esigenze del gossip a tutti i costi per giustificarne la messa in onda, altresì ritenuta fallimentare. Non è un caso che per il 2009 si preannuncia la spremitura fino all’osso del genere che, se non preventivata, potrebbe portare ad un nuovo esubero del genere, sulla falsariga di quella avvenuta nell’autunno del 2006. La rinascita del reality sarà un fenomeno circoscritto a quest’anno solare oppure no? Lo scopriremo solo… vedendo!

1 commento:

  1. Wow!..:D
    Lavoro grandioso Bartolino..:)

    Uomo e Gentiluomo, paradossalmente, per quanto poco sia durato, ha lasciato un ricordo tremendo in ognuno di noi..:D

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