Sapevamo che dovevamo "lottare" molto per togliere una serata al buon Bruno Vespa. Eravamo coscienti che non sarebbe stata una lotta facile e breve. Non sarebbe stato per nulla facile ridurre il lavoro del prode Vespa, e ridimensionare quindi a tre i suoi "Porta a Porta" settimanali. Ha avuto però il merito di rivoluzionare la seconda serata della intera televisione generalista, scalzando il vecchio MCS, costringendo Maurizio Costanzo prima all'esilio sul digitale terrestre e poi alla chiusura definitiva, prima della riapertura del gennaio scorso. Ha svegliato le menti intorpidite dei direttori di rete, riguardo la seconda serata. Ogni rete ha cercato di creare qualcosa che potesse rendere quello spazio più utile. Trasmissioni comiche per le cosiddette "reti giovani" o di inchiesta per le reti che si rivolgono a ben altro pubblico. Una seconda serata che oramai non ha nulla da invidiare ad una prima. Testimone è la lotta all'ultimo decimale di share che ha oramai contagiato anche la tarda serata. Mentana e Vespa che si rimbalzano l'ennesimo giallo con delitto di turno. E' tutto ciò chi ce lo vuole far pagare. Bruno Vespa? No, ma Roberto Benigni! Voci infatti parlano di un accordo giunto tra Viale Mazzini e l'artista, curato dal manager Lucio Presta. Dodici serate pagate a "peso d'oro". Otto milioni di euro sono stati richiesti alla Rai, affinchè il simpatico attore toscano ritorni sulla rete ammiraglia di stato, a leggere e illustrare il capolavoro di Dante Alighieri, "La Divina Commedia". Esperimento già effettuato nel lontano 23 dicembre del 2002 con il suo spettacolo intitolato "L'ultimo del paradiso", capace di raggiungere una media di 16 milioni di ascoltatori.
Beh...non saranno un pò troppi 16 milardi del "vecchio conio" per portare Benigni su RaiUno? Forse più di troppi, viste le condizioni poste dall'artista. Lo show non deve partire oltre le 23:20 e non deve contenere alcun intervallo pubblicitario. Grossa tegola per Mamma Rai. Lo show quindi non può, nonostante il suo prevedibile successo, godere economicamente dei contratti pubblicitari che tutti sarebbero disposti a realizzare in quella trasmissione. Pagare 16 miliardi con il solo canone, forse è davvero spropositato. E' giusto che la televisione di stato tenti a tutti i costi di riportare la cultura in tv, esperimento lodevole considerato il livello dell'attuale televisione, però...almeno in questo contesto c'è da dire che Benigni non è apparso di certo come "l'ultimo degli sprovveduti"
sabato 26 maggio 2007
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