Capita a volte che leggere determinate mail, pur se non propriamente attinenti con ciò che cerchiamo di analizzare, sperando nel miglior modo possibile, ossia il mezzo televisivo, ti faccia riflettere, ti faccia molto riflettere. Qualche giorno fa è arrivata in redazione una mail della nostra lettrice Ida – nome inventato a tutela della privacy della sua persona – che, auspicandosi di avere dalla sua quante più vetrine possibili, ha esposto la sua drammatica situazione. Leggiamo insieme:
Sono un transgender di Empoli, mi chiamo XXX (alias Ida).
Mi rivolgo a voi dopo le segnalazioni (senza successo) alle apposite istituzioni.
Per circa 25 anni ho fatto uso di eroina, uscendo da un carcere all’altro, fino all'ultima carcerazione
che mi è servita a capire il valore di una vita tranquilla. Con il SerT di Empoli ho intrapreso un programma terapeutico socio-lavorativo mirato al mio reinserimento nella società. Assumevo un farmaco antagonista per avere un freno in più e per circa sei mesi ho lavorato in una cooperativa della mia città con un contributo mensile di 500 euro. Alternavo svolgendo anche un corso per Osa (operatore socio assistenziale), finanziato dall'ufficio impiego, un progetto mirato a reinserire e dare una professione ai transgender che decidono di cambiare vita.
Mi è stato assegnato anche un piccolo alloggio, in prestito dal comune di Fucecchio (FI), in quanto ho altri due fratelli tossicodipendenti, la convivenza con i quali poteva risultare rischiosa. Tutto bene fino a circa quattro mesi fa, quando, sentendomi sola, ho deciso di prendere con me un cucciolo di Dogo de Bordeaux. Dopo qualche giorno mi chiamò al telefono l'assistente sociale dandomi la brutta notizia che mi avevano sospeso dall'inserimento lavorativo che stavo effettuando presso una casa di riposo, utile anche per l'inserimento formativo.
A ciò si aggiunse il fatto che dovevo lasciare immediatamente l'appartamento se non avessi "abbandonato" o non mi fossi "disfatta in qualche modo" del cane (testuali parole).
Ancora oggi non riesco a capire come può “interagire” un cucciolo di cane con un programma di reinserimento di una persona, che riesce con mille difficoltà ad abbandonare il proprio passato quasi come se non esistesse più e a cambiare stile di vita? Ho manifestato a tal punto da finire su tutte le cronache locali, ma la responsabile del SerT si è limitata a dire "C'è la privacy e non posso rispondere"… E certo, che risposta deve dare? I servizi sociali, con l' assessore, hanno fatto una riunione per stabilire le modalità di un aiuto senza il SerT. Promesse tante, ma il contributo che mi doveva e mi deve sostenere fino alla qualifica e all'entrata nel mondo lavorativo, non mi è stato effettivamente concesso.
Sono 4 mesi che entro e esco da uffici a tal punto da decidere di andare a parlare con il sindaco insieme a mia madre, ma non ho ricevuto nessun aiuto. Premetto che sono tre anni che sono uscita totalmente dal mondo della prostituzione, della droga e della delinquenza, nonostante le mie difficoltà economiche con le quali non posso far fronte alle spese scolastiche e alla sopravvivenza delle cose più elementari, e ad un cane che ha bisogno di cure che non posso affrontare in quanto non ho più un soldo.
Lancio questo mio S.O.S. di aiuto, nella speranza che la cosa sia resa pubblica, e si faccia avanti chi di dovere, permettendomi di vivere con un po' di dignità.
Se volete contattarmi fatelo al mio numero [omissis, chiedere alla redazione di Scavicchia la notizia tramite mail nell’eventualità].
Cordiali saluti, spero di ricevere un vostro riscontro.
Ida.
L’unica cosa che possiamo fare, oltre a fare i migliori auguri alla nostra lettrice, è metterci a lavoro per fare in modo che questo scritto pervenga tra le tante mail inviate a Rita Dalla Chiesa, conduttrice di Forum e alla redazione di Striscia la notizia, per volontà della stessa Ida, con la speranza che possa essere posta risoluzione a quanto detto.
Continua a leggere:
SCAVICCHIAMAIL: "CACCIATA DA UN PROGRAMMA DI REINSERIMENTO PER COLPA DEL PASSATO E DI UN CANE. CERCO AIUTO ALLA DALLA CHIESA E A STRISCIA LA NOTIZIA"
Sono un transgender di Empoli, mi chiamo XXX (alias Ida).
Mi rivolgo a voi dopo le segnalazioni (senza successo) alle apposite istituzioni.
Per circa 25 anni ho fatto uso di eroina, uscendo da un carcere all’altro, fino all'ultima carcerazione
che mi è servita a capire il valore di una vita tranquilla. Con il SerT di Empoli ho intrapreso un programma terapeutico socio-lavorativo mirato al mio reinserimento nella società. Assumevo un farmaco antagonista per avere un freno in più e per circa sei mesi ho lavorato in una cooperativa della mia città con un contributo mensile di 500 euro. Alternavo svolgendo anche un corso per Osa (operatore socio assistenziale), finanziato dall'ufficio impiego, un progetto mirato a reinserire e dare una professione ai transgender che decidono di cambiare vita.
Mi è stato assegnato anche un piccolo alloggio, in prestito dal comune di Fucecchio (FI), in quanto ho altri due fratelli tossicodipendenti, la convivenza con i quali poteva risultare rischiosa. Tutto bene fino a circa quattro mesi fa, quando, sentendomi sola, ho deciso di prendere con me un cucciolo di Dogo de Bordeaux. Dopo qualche giorno mi chiamò al telefono l'assistente sociale dandomi la brutta notizia che mi avevano sospeso dall'inserimento lavorativo che stavo effettuando presso una casa di riposo, utile anche per l'inserimento formativo.
A ciò si aggiunse il fatto che dovevo lasciare immediatamente l'appartamento se non avessi "abbandonato" o non mi fossi "disfatta in qualche modo" del cane (testuali parole).
Ancora oggi non riesco a capire come può “interagire” un cucciolo di cane con un programma di reinserimento di una persona, che riesce con mille difficoltà ad abbandonare il proprio passato quasi come se non esistesse più e a cambiare stile di vita? Ho manifestato a tal punto da finire su tutte le cronache locali, ma la responsabile del SerT si è limitata a dire "C'è la privacy e non posso rispondere"… E certo, che risposta deve dare? I servizi sociali, con l' assessore, hanno fatto una riunione per stabilire le modalità di un aiuto senza il SerT. Promesse tante, ma il contributo che mi doveva e mi deve sostenere fino alla qualifica e all'entrata nel mondo lavorativo, non mi è stato effettivamente concesso.
Sono 4 mesi che entro e esco da uffici a tal punto da decidere di andare a parlare con il sindaco insieme a mia madre, ma non ho ricevuto nessun aiuto. Premetto che sono tre anni che sono uscita totalmente dal mondo della prostituzione, della droga e della delinquenza, nonostante le mie difficoltà economiche con le quali non posso far fronte alle spese scolastiche e alla sopravvivenza delle cose più elementari, e ad un cane che ha bisogno di cure che non posso affrontare in quanto non ho più un soldo.
Lancio questo mio S.O.S. di aiuto, nella speranza che la cosa sia resa pubblica, e si faccia avanti chi di dovere, permettendomi di vivere con un po' di dignità.
Se volete contattarmi fatelo al mio numero [omissis, chiedere alla redazione di Scavicchia la notizia tramite mail nell’eventualità].
Cordiali saluti, spero di ricevere un vostro riscontro.
Ida.
L’unica cosa che possiamo fare, oltre a fare i migliori auguri alla nostra lettrice, è metterci a lavoro per fare in modo che questo scritto pervenga tra le tante mail inviate a Rita Dalla Chiesa, conduttrice di Forum e alla redazione di Striscia la notizia, per volontà della stessa Ida, con la speranza che possa essere posta risoluzione a quanto detto.