mercoledì 31 dicembre 2008
AUGURI DI BUON 2009: DA SCAVICCHIA LA NOTIZIA
SCAVICCHIA TV DÉJÀ VU 2008:UN ANNO DI TELEFILM
I procedurali made in CBS come NCIS (che sta vivendo un autunno d’oro quasi in tutti paesi), Criminal Minds, Senza traccia e Cold Case sono stati i punti saldi della programmazione seriale di Rai 2.
Le avventure paranormali di Ghost Whisperer hanno confermato il loro successo estivo (più difficoltà nella proposizione in garanzia). Anche Close to Home e Num3ers hanno trovato un loro pubblico in estate.
In daytime si segnala anche il successo di The District (che ha retto a livelli accettabili anche in autunno-inverno).
I seriali hanno invece continuato a trovare maggiori difficoltà su Rai 2: dalle Casalinghe Disperate con il loro 9%, al bel Brothers & Sisters in estate fino al recente Private Practice o a Lost (ormai relegato solo al periodo estivo).
Italia 1 dal canto suo ha, invece, visto confermare la solidità del brand CSI nelle sue varie forme (e località). Nei venerdì autunnali è riuscita la proposizione del nuovo procedurale NBC Life come lead out di CSI (Miami in questo caso).
Sul fronte delle delusioni, si notano i recenti Sarah Condor e Bionic Woman. E Grey’s Anatomy ha subito i colpi della terribile concorrenza del lunedì sera autunnale calando rispetto alle stagioni precedenti.
La seconda serata è stata un’altra fascia chiave per la proposizione di telefilm da parte di Italia 1: da Heroes (che ha trovato una sua collocazione) a Nip/Tuck passando per Prison Break fino alle puntate conclusive di Six Feet Under.
Telefilm per teenagers l’hanno fatta da padroni nell’offerta seriale pomeridiana (segnando ottimi risultati come nei casi di Hannah Montana o più fredde accoglienze come per Wildlfire).
L’estate ha anche confermato il declino di Ugly Betty (spostata in seconda serata).
Dr House in primavera ha subito un calo sotto i colpi delle fiction Rai (forse danneggiato dalle scelte di programmazione della rete). In estate l’ammiraglia del biscione ha deciso di tentare la sorte con I Tudors e Dirty Sexy Money. Scommessa non riuscita, ma certamente coraggiosa ed apprezzabile.
Rai 1 si è limitata come al solito alle Sorelle McLeod nei pomeriggi estivi accompagnate a mezzodì dalla porta sfiga più famosa del mondo: Jessica Fletcher.
CAPODANNO IN TV: CONTI E L'ANNO CHE VERRA' SU RAIUNO, SNL SU ITALIA1, PAOLA PEREGO E QUESTA DOMENICA SU CANALE5
Come ogni anno, torna la grande festa del Capodanno a Rimini, in collegamento diretto con Raiuno. Mercoledì 31 dicembre al termine del discorso del presidente Giorgio Napolitano, da piazzale Fellini della capitale del divertimento estivo, sarà nuovamente Carlo Conti assieme ai suoi ospiti, a salutare e a dare il benvenuto all'anno nuovo. Tanti sono i nomi della musica e dello spettacolo che si alterneranno sul palco: la regina della dance Gloria Gaynor con la sua energia musicale, i Pooh con i loro mitici successi, il leggendario Tony Hadley degli Spandau Ballet, la carica del funk all'italiana di Simona Bencini dei Dirotta su Cuba, Paola e Chiara, Cristina D'Avena, Alan Sorrenti, i Sonhora. A dare vita a una serie di medley d'eccezione, saliranno sul palco di Rimini anche: Rosalia Misseri, Samantha Discolpa, Los Locos, Luisa Corna, le Village Girls e Antonino di Amici.
A divertire con le sue gag e incursioni sarà Cristiano Malgioglio. Parteciperà allo spettacolo anche Miss Italia in carica, Miriam Leone che ha un legame particolare con Rimini, dove un anno fa fu incoronata subito dopo mezzanotte prima miss dell'anno, aprendole così di diritto le porte del concorso di bellezza di Salsomaggiore. A completare la squadra ci sarà l'orchestra composta da trenta elementi e diretta da Leonardo De Amicis, maestro noto al grande pubblico per aver diretto i più importanti show di Raiuno. L'ultimo dell'anno a Rimini si è affermato come un appuntamento fisso di grande appeal per i turisti, per i riminesi e per i telespettatori, registrando un continuo trend di crescita che - nella precedente edizione - ha potuto contare su numeri da record: 50mila persone in piazzale Fellini, circa 6milioni di telespettatori in tutta Italia.
Su Canale 5, va invece in onda CAPODANNO 2009 – SPECIALE DI QUESTA DOMENICA condotto da Paola Perego con la partecipazione di Vincenzo Cantatore e Rosaria Cannavò.
Una serata all’insegna del divertimento, accompagnerà i telespettatori verso l’inizio del nuovo anno in un clima allegro e scanzonato dove si alterneranno balli sfrenati, giochi di gruppo, lezioni di seduzione e tanta musica dal vivo. Ad attendere l’inizio del nuovo anno ci saranno tanti ospiti: Valeria Marini, sarà protagonista di un’intervista condotta da Paola Perego, nella quale darà consigli di seduzione per rendere speciale una serata importante come il Capodanno, ai quali seguiranno due sfilate di abiti femminile adatti per l’occasione, Edoardo Vianello che darà vita a momenti musicali in cui riproporrà i suoi più grandi e intramontabili successi, il comico Maurizio Battista che divertirà con la sua tagliente ironia, e i Centocelle Nightmare in un esplosioni di muscoli e sensualità. Saranno ospiti in studio anche tutti i protagonisti della terza edizione del reality game La Talpa con la vincitrice, Karina Kascella, la Talpa Franco Trentalance, e poi tutti gli altri concorrenti: Clemente Russo, Matteo Tagliariol, Melita Toniolo, Natalia Bush, Fiordaliso, Pasquale Laricchia, Salvatore e Cristiano Angelucci, Kamilia Dupont, Emanuela Tittocchia e Simona Salvemini.
Tra le novità di questa puntata speciale, il corpo di ballo di Questa Domenica sarà arricchito dalla presenza di Carmen Russo in qualità di prima ballerina e dalle coreografie di Enzo Paolo Turchi. Nel corso della puntata, non mancheranno due appuntamenti tradizionali per il Capodanno, lo zampone con le lenticchie cucinato e consumato in studio da tutti gli ospiti e l’oroscopo del 2009 curato dall’astrologa Ada Alberti. Presenti anche gli opinionisti Raffaello Tonon, lo psicologo Alessandro Meluzzi, Selvaggia Lucarelli e i giornalisti Roberto Alessi, Massimo Maffei e Riccardo Signoretti.
ITALIA1
Mercoledì 31 dicembre 2008 in alle ore 23.25 “Saturday night live”, il più trasgressivo, irriverente, anarchico e politicamente scorretto show della storia mondiale.
Un capodanno da brivido con i comici, la band dal vivo e tutto il cast del “Saturday Night Live”. Per festeggiare l’avvento del 2009, sarà ospite la bellissima Nina Moric, che ballerà con voi per tutta la notte, aspettando il 1 Gennaio 2009. Il SNL si contraddistingue da varietà esclusivamente comici per lo stile dell’ umorismo rappresentato, per il gusto goliardico dello sberleffo, per l’amore della parodia e per l’imparzialità politica dello show che colpisce tutti, da destra a sinistra, senza pietà e senza rispetto. In questo modo si pone come un programma sempre all’opposizione, creativamente e giocosamente anarchico.
Il SNL italiano vuole essere simile nelle intenzioni e nella irriverenza, vuole essere divertente e pungente, graffiante e esilarante. Vuole inoltre forgiare una nuova generazione di artisti, capaci di affrontare un nuovo tipo di linguaggio e uno stile differente di comicità. Il SNL da Milano avrà infatti un cast fisso di attori comici ( tutti esordienti) ma non un presentatore. Ogni puntata viene infatti introdotta da una guest star settimanale che sarà coinvolta in diversi sketch che possono passare dal comico al parodistico e costretta a vestire panni e ruoli a lei solitamente inusuali.
L'appuntamento è per questa sera per brindare tutti insieme al nuovo anno!
BALLANDO CON LE STELLE 5: IL CAST UFFICIALE
- Emanuele Filiberto di Savoia
- Stefano Bettarini
- Andrea Roncato
- Andrea Montovoli
- Alessio Di Clemente
- Maurizio Aiello
- Carol Alt
- Corinne Clery
- Emanuela Aureli
- Marvi De Angelis
- Valentina Vezzali
- Licia Nunez
Sicuramente un po’ deludente, eccetto alcuni nomi che già erano girati precedentemente, nel corso della "messa in palinsesto" di Ballando con le stelle. Ancora ignoti i nomi dei ballerini e delle ballerine che accompagneranno le dodici star (?) alle prese con il mondo danzerino. L’appuntamento, in ogni caso, è per il 10 gennaio per vedere come se la caveranno l’oramai onnipresente Emanuele Filiberto di Savoia con una rumba, Bettarini con un jive, o la schermitrice Valentina Vezzali (che tutt’un tratto si converte, seppur in maniera soft, al mondo dello spettacolo) con un valzer. Riuscirà a scalfire il format bollito ma fatto riposare per ben un anno e mezzo la forte concorrenza de La Corrida di Gerry Scotti che ha mostrato segni di cedimento la scorsa primavera sotto i colpi del Ti lascio una canzone di Antonella Clerici?
UpDate del 31/12/08: Alla luce del promo mandato in onda in data odierna, è da segnalare la sostituzione di Marvi De Angelis con Metis Di Meo.
MARCO PAOLINI TORNA SU LA7: LA MACCHINA DEL CAPO
(AGI) - Marco Paolini torna in diretta su LA7 giovedi' 1 gennaio 2009 alle 21,10. L'attore-autore veneto proporra' in prime time e senza stacchi pubblicitari lo spettacolo "La macchina del capo - Racconto di Capodanno" che prende vita dagli Album, i racconti teatrali costruiti tra il 1964 e il 1984, nei quali lo stesso gruppo di personaggi cresce passando da uno spettacolo all'altro, in una sorta di romanzo popolare di iniziazione. Paolini riprende le storie piu' vecchie che ha raccontato, ricombinandole con episodi nuovi che ha cominciato a scrivere un anno fa. Lorenzo Monguzzi dei Mercanti di Liquore lo accompagna in questo esercizio. "Con questo nuovo spettacolo - commenta Lillo Tombolini, direttore di rete di LA7 - continua e si consolida la collaborazione tra Marco Paolini e la rete: un cammino che si e' snodato attraverso la serata indimenticabile de 'Il Sergente' ed e' proseguita poi con le tante iniziative legate al Sei Nazioni di rugby. Un impegno che assume un linguaggio diverso dai precedenti, che rafforza il nostro rapporto professionale ma soprattutto il legame di affetto e di massima complicita' che si e' creato con questo straordinario interprete. Il progetto fa parte del dna di Marco Paolini. Tocchera' temi di vita profonda, ci accompagnera' all'interno dell'intricata rete di vincoli e rapporti umani, parlera' della memoria ma anche della frammentazione o del riavvicinamento emotivo tra padri e figli. Un'opera radicale che solo un artista come lui puo' rappresentare anche attraverso il "gioco" teatrale, mirando a riportare lo spettatore in una dimensione forse oggi dimenticata". Sara' possibile vivere lo spettacolo di Marco Paolini anche sul sito internet di LA7: all'indirizzo www.la7.it/paolini, tutti gli utenti possono lasciare un post, creando un vero e proprio albero dei ricordi.
martedì 30 dicembre 2008
AMICI DI MARIA DE FILIPPI 8: ECCO I PRIMI 6 NOMI UFFICIALI CHE VANNO DIRETTAMENTE AL SERALE. PEDRO, MARTINA, VALERIO, MARIO, ADRIANO E GIANLUCA.
SCAVICCHIA LA NOTIZIA INTERVISTA GIANNI MAGRIN, AUTORE DEL LIBRO SU GIOCHI SENZA FRONTIERE: "SONO FIDUCIOSO SUL LORO RITORNO, MA CI VUOLE CORAGGIO"
Cosa ha significato per te Giochi senza frontiere e in cosa ti ha così tanto colpito?
Lo sport, le gare, le competizioni, mi hanno attratto fin da bambino. Mettere insieme sport, gioco, divertimento è stata una miscela esplosiva. Se penso ai Giochi senza frontiere della mia infanzia, a cavallo tra gli anni Settanta-Ottanta, mi affascinava la gara in sé: era divertente vedere un giovane trasformarsi in cane per acciuffare un “osso saltellante” e poco dopo rivederlo arrampicarsi, con tutte le sue forze, su una parete da vertigine. Mi piaceva vedere come i giovani di mezza Europa si divertivano a giocare e sognavo di parteciparvi da grande. Mi incuriosivano le scenografie, i presentatori, i mitici arbitri internazionali Guido Pancaldi e Gennaro Olivieri. Per me era un mondo fantastico. Spesso, il cortile di casa si trasformava in un’arena di giochi per cugini e amici.Quando i Giochi tornarono, nel 1988, dopo una pausa di riflessione di 6 anni, io ero cresciuto. Subito pensavo ai Giochi come un bel ricordo d’infanzia, invece, non fu così. Dopo aver guardato incuriosito la prima puntata scoprii che le gare continuavano a piacermi, la formula seppure rinnovata funzionava, il programma mi divertiva e mi rilassava. Inoltre, intuivo sempre più che i Giochi senza frontiere portavano con sé una costellazione di valori come l’amicizia, il rispetto tra giovani di culture diverse, la bellezza di un gioco sano, senza tornaconti. Gli atleti rincorrevano la gloria di vincere un trofeo e l’onore di portare a casa una vittoria per il proprio Paese. Tutto questo, alla fine degli anni Ottanta andò a cozzare contro una TV più commerciale, più attenta all’immagine, individualista ed edonista. Ed ecco il successo di trasmissioni melense e strappalacrime, dove mettere in piazza problemi familiari diventa una tragicomica moda; giochi che regalano soldi e felicità senza fare fatica; per ultimo, terzo millennio, programmi (vedi i reality) dove i protagonisti sono sempre più autoreferenziali. E’ evidente che per una televisione di questo tipo non c’è più spazio per i Giochi senza frontiere, i quali traevano forza nell’essere rappresentativi per la gente di tutte le età. Non mi soffermo, ora, su cosa ha significato per l’Europa e di rimbalzo per l’Eurovisione mettere insieme idee, pensieri, forze politiche e portare avanti un progetto Europeista. I Giochi sono nati nel 1965, vent’anni dopo la fine del Conflitto Mondiale. A caldeggiarli fu lo Statista De Gaulle, a sostenerlo, il tedesco Adenauer.
Quali i ricordi più belli nel rimembrarne le affascinanti dinamiche e quali i sentimenti scaturiti sotto tale ottica?
Il ricordo più bello era il clima pre-gara che respiravo in famiglia. I Giochi senza frontiere erano un appuntamento per tutta famiglia. Forse, questo ha dato ancora maggior senso alla mia passione per i Giochi. Nella prima serie i Giochi erano itineranti in tutte le puntate. Sapevo che le gare tedesche erano tatticamente difficili, quelle italiane le più belle e fantasiose, quelle inglesi avevano i pupazzi più simpatici, ecc. Ogni serata si muoveva attorno ad un tema e si cercava di elaborarlo nelle diverse prove. Si andava da fiabe classiche (Le mille e una notte), ai romanzi (Il giro del mondo in ottanta giorni), con grande attenzione agli usi e costumi e alla storia del Paese ospitante (la vita nella reggia di Caserta, le crociate, la "Riconquista" della Spagna dalla dominazione dei Mori) e ai suoi più illustri cittadini (Garibaldi, Wagner, Rubens). Altre ispirazioni venivano dai soggetti più vari (il circo, il mercato, le grandi scoperte scientifiche, il cinema di Fellini, il Far West).
Scrivere un libro sui Giochi? Ci vuole un po’ di pazzia e di passione. Da bambino avevo un sogno, partecipare ai Giochi. Non ho mai giocato, ma credo di avere “partecipato” lo stesso. Agli inizi degli anni Novanta, la passione per i valori di questa trasmissione mi hanno spinto a conoscere produttori televisivi, arbitri, allenatori e atleti. Volevo toccare con mano il dietro le quinte del mondo dei Giochi. L’esperienza fu unica. Conobbi molte persone, soprattutto atleti, allenatori. A quel punto il passo per scrivere il libro fu breve. Conservavo già in un archivio diverso materiale sui Giochi, scrissi alle amministrazioni comunali dei Paesi Europei della prima serie, richiedendo articoli di giornale, fotografie, materiale audiovisivo, per rendere le mia ricerca fondata e scientifica. Nel giro di pochi mesi mi arrivarono montagne di lettere e di materiale. Feci un’altra scelta di campo: lavorare dal basso, da coloro che sono stati i protagonisti dei Giochi: gli atleti. Alle Emittenti Televisive non chiesi mai nulla.
Qual è la chiave di lettura principale della tua opera? Una semplice narrazione della maestosità e della grandezza dei Giochi o anche altro?
Giochi senza frontiere. Trent’anni di Giochi è il titolo del libro, ma se dovessi dare un titolo nel titolo, oserei con: Giochi senza frontiere: un mondo di relazioni, una infinità di volti. E’ la chiave di lettura che sostiene tutto il lavoro: non esisterebbe niente di tutto ciò che ho scritto se non avessi conosciuto, incontrato persone appassionate dei Giochi e della vita. A questo proposito voglio ricordare due personaggi, i quali hanno dato tantissimo ai Giochi e mi hanno incoraggiato a portare a compimento il lavoro: Popi Perani, l’ideatore dei Giochi e di tantissime trasmissioni di successo, purtroppo deceduto qualche anno fa e Luciano Gigante, produttore esecutivo della Rai.
Il libro è suddiviso in quattro capitoli e contiene due appendici. Il primo capitolo, narra la storia dei Giochi. Come sono nati, chi li ha voluti, le gare: il jolly, il fil rouge, le tifoserie, ecc. Il secondo, traccia un identikit di ogni singola nazione partecipante: le vittorie più belle, i giochi più esilaranti, gli aneddoti delle tifoserie, le squadre, i presentatori, ecc. Il terzo capitolo è un omaggio alle vittorie più significative delle puntate italiane, tra queste le quattro finali vinte da: Como, Abano Terme, Vigevano, Bolzano. L’ultimo capitolo, nato per primo, è il più bello: è una raccolta di testimonianze, di curiosità, di vita vissuta dei protagonisti dei Giochi. Le due appendici riportano: la prima, tutte le classifiche, la seconda le foto più belle del torneo. Il libro è di 240 pagine e contiene 375 foto. Una miniera per i collezionisti e gli appassionati della “vecchia” TV.
È possibile definire JSF come l'antesignano della nascita di uno spirito Europeo forzatamente concretizzata con alcuni provvedimenti politici del nuovo millennio come ad esempio l'introduzione di un'unica moneta?
Certo. E’ stato uno degli obiettivi dei Giochi senza frontiere, il sogno di De Gaulle. Riporto con gioia ciò che il grande Enzo Tortora scrisse nella Domenica del Corriere, l’indomani della prima puntata citando De Gaulle: «...E’ stato proprio De Gaulle ad insistere perché questa trasmissione, questa gara tra piccole comunità, diventasse internazionale e si disputasse tra Belgio, Francia, Germania e Italia come giocatori e la Svizzera come arbitro. Egli pensa che la carica di passione sprigionata da questi giochi semplici e popolari possa giovare ad un legame europeo, e che questi incontri a livello "provinciale" serviranno ad una conoscenza reciproca più intima, più immediata, più vera. Giungeranno, insomma, a farci capire che, in fondo, al di qua e al di là delle frontiere, siamo molto più vicini e simili - vizi e virtù - di quanto non sospettassimo». Continuava, Tortora: «…Qui siamo tra paesani, con divertimenti paesani, ma almeno c’è aria libera e gente vera. I francesi le chiamano "tranches de vie" (fette di vita); sì, saremo nel comico o nel farsesco, ma siamo nella vita. E c'è una controprova inconfutabile: queste trasmissioni piacciono, scuotono furiose curiosità, arrivano al successo popolare, perché? Perché il pubblico vi si ritrova dentro, un poco vi si riconosce, anche negli aspetti banali. E si diverte, bonariamente prendendo in giro se stesso e le sue debolezze. Tutto qui. Ed ora ho finito di filosofare». Cfr. G. Fantin, Il quiz che piace a De Gaulle, in «La Domenica del Corriere», settimanale del «Corriere della Sera», 24, (16 giugno 1965); G. MAGRIN. Giochi senza frontiere, Trent’anni di Giochi, Ed. Centooffset, Mestrino, 2004, pp. 11-12.
Nella tv del reality, del voyeurismo ad ogni costo e dell'eccessivo chiacchiericcio, un'eventuale riproposizione dei Giochi come, secondo te, verrebbe accolta?
Sono fiducioso, prima o poi arriverà qualcuno, qualche genio coraggioso, che tirerà fuori i Giochi senza frontiere dal freezer e li rilancerà con maggiore successo di prima, adattandoli ad un linguaggio giovane e con tecnologie d’avanguardia.
Perché dovrebbero essere riproposti nel più immediato lasso temporale?
E’ ancora tutt’oggi l’unica trasmissione di carattere europeo che ha saputo mettere insieme tante forze pensanti per fare giocare, divertire, i giovani dell’Europa, i quali hanno avuto la possibilità di conoscersi, di confrontarsi, di diventare amici. Alcuni atleti sono diventati amici per la vita, altri hanno trovato l’anima gemella.
Quale l'organizzazione attuale rispetto ad una possibile nuova edizione di JSF?
Se pensassi ad una nuova edizione, farei poche puntate, itineranti, con collegamenti in diretta da più sedi in una stessa puntata. Ad esempio, visto che siamo vicini a Natale [l’intervista è stata realizzata il 23 dicembre, ndr], proporrei una Supercoppa JSF di Natale: un campo giochi potrebbe essere una pista di sci italiana, un altro, in uno stadio del ghiaccio nel cuore di Parigi, e per ultimo in una bella piscina nelle Isole Azzorre. Non solo collegamenti in simultanea, ma giochi a staffetta: farei partire una gara dalle piste da sci, facendola proseguire nello stadio del ghiaccio, per terminare con un tuffo in piscina.
Un passo indietro nel tempo: avrai sicuramente incontrato tante persone appartenenti – magari ancora oggi – al mondo dello spettacolo. Chi ti è rimasto più impresso e perché?
Le persone che ho incontrato personalmente sono state sempre cordiali e disponibili. Ho una buona amicizia con il presentatore Ettore Andenna, come ho bei ricordi del produttore televisivo Luciano Gigante, del giudice italiano Pino Trapassi, dell’inglese Mike Swann e di molti altri. Stimo tantissimo il grande giudice svizzero Guido Pancaldi per la sua semplicità, per il suo essere bello dentro, profondo. E’ un vecchietto saggio che sa insegnare molte cose.
Nel recente passato televisivo, c'è stato qualcuno, nome e cognome, che, a chiare lettere, ha risposto "no" ad un eventuale ritorno dei giochi in televisione?
Non posso fare nomi, ma mi sa proprio di sì.
Un aneddoto, se possibile, o una chicca sulle edizioni precedenti della trasmissione?
Vi rimando al libro: c’è il collezionista di … jolly (a casa ne ha ben sette); c’è chi si presentava a più edizioni e per non farsi riconoscere una volta veniva con i capelli rasati, un’altra tinti, altre con barba e baffi, ecc. In un gioco, in Inghilterra, due atleti di Riccione dovevano sfasciare con la mazza da baseball un pianoforte vero, vedendo quello inglese meno massiccio del loro, di notte fecero una sortita nel campo di gara e invertirono le sigle dei pianoforti: quello inglese con la GB diventò l’italiano con la I. La sera della gara fu un tripudio. Gli olandesi la notte prima della finale di Essen in Germania, inventarono un torneo alternativo in hotel lanciandosi dai carrellini della biancheria lungo il corridoio. Concludo con un simpatico aneddoto sui giudici Gennaro Olivieri Guido Pancaldi, leitmotiv, che ritornava nelle tante serate di festa organizzate durante il periodo estivo. Siamo a Procida nell’estate del 1966. Nei giorni che precedevano la diretta TV, presentatori, produttori televisivi, delegazioni straniere, furono ospitati presso famiglie, nelle case da affittare ai villeggianti. I due svizzeri trovarono una stanza, nell’unico albergo dell’isola non ancora "al completo". Mettendosi d’accordo con i gestori, ottennero una camera addirittura con televisore. Si seppe poi, e fu motivo di scherzo per tutti i vent’anni della loro partecipazione alle gare, che la famosa stanza con televisore, era niente altro che la stanza del televisore. L’albergo, realmente al completo, non poteva offrire altra stanza che la sala dove gli ospiti si riunivano per vedere gli spettacoli. Così, dopo aver atteso a lungo che l’ambiente si liberasse, fu tirato un séparé, un cameriere montò due letti e il famoso televisore fece da comodino. Questi e tante altre curiosità le troverete nel libro.
La ringraziamo per la cortesia e la disponibilità usataci.
La redazione di Scavicchia la notizia.
Per maggiori informazioni, il sito del libro Giochi Senza Frontiere, Trent'anni di Giochi.
Da annotare: Sabato 3 gennaio 2009, alle ore 8.00 del mattino, Rai Tre manderà in onda, sul format televisivo La storia siamo noi, la replica: Una platea per l’Europa: Giochi senza frontiere, programma di Giovanni Minoli, trasmesso con successo il 27 dicembre 2007 e il 5 gennaio 2008. Il programma, di 50 minuti circa, ripercorre la storia del programma europeo più giovanile e più longevo della storia della TV con immagini, aneddoti, filmati raccontati dagli autori dei giochi, dai presentatori e dai protagonisti: Milly Carlucci, Ettore Andenna, Rosanna Vaudetti, il giudice Guido Pancaldi, lo scenografo Armando Nobili, il produttore Rai, Luciano Gigante, l’autore del libro sui Giochi, Gianni Magrin, i responsabili dell’Ebu, Maria Claire Vionnet, Regis De Kalmermatten, Jean Bernard Munch, lo storico, Sergio Romano, gli atleti.
INCUBO DI UNA SERATA TELEVISIVA DI MEZZO INVERNO: OROSCOPO DI RAIDUE E QUELLO CHE LE DONNE NON DICONO DI ITALIA1
Non che non si vogliano rispettare i gusti altrui, ma davvero a volte mi chiedo come sia possibile "sopportare" una prima serata come quella che RaiDue ha ieri sera inscenato sui propri teleschermi. Il consueto studio delle trasmissioni di Michele Guardì, realizzato da Gaetano Castelli, ha infatti ieri sera ospitato una reimpatriata di "soliti noti" e ex-isolani, pronti ad ascoltare gli oroscopi di Paolo Fox, corredati da imbarazzanti grafici, andamenti curvilinei che farebbero "ribaltare dietro la cattedra", qualsiasi professore di Analisi Matematica degno di tal etichetta. Parole, siparietti surreali, e sempre le stesse, solite, imperterrite, facce. Una lentezza mixata all'inutile. Giancarlo Magalli impelagato in un deprimente spettacolo, pieno di vuoto. Fortunatamente la seconda rete nazionale organizza al massimo due di questi "eventi" annualmente, visto che negli anni scorsi venivamo premiati con un analogo appuntamento in corrispondenza di S.Valentino, altrimenti ci sarebbe da muovere le folle!
COCO CHANEL ALLA CONQUISTA DEL MONDO
Come ricordato, ad ottobre è stata la volta dell’Italia con 6,1 milioni per la prima parte e 6,6 per la seconda.
Ieri (ed oggi) è infine la volta della Francia. Preceduta dalla trasmissione sulle televisioni pubbliche di Vallonia (Belgio francofono) e Svizzera romanda, France 2 ha deciso di chiudere il suo anno di fiction proprio con Coco.
Anche il canale pubblico francese ha optato per la trasmissione in 2 parti e 4,5 milioni (17,4%, in perfetta media di rete; performance onorevole anche se, quindi, proprio nella patria della stilista viene meno il botto) si sono presentati all’appuntamento.
COSTANZO CONTRO DE FILIPPI: FANTATV? NO, UNA REALTÀ CHE VEDRÀ VITA DOMENICA 4 GENNAIO
Nella megasfida della domenica, infatti, che vede contrapposti praticamente tutti contro tutti, con Domenica In su Raiuno, Quelli che il calcio e… su Raidue, Alle falde del Kilimangiaro su Raitre e Amici su Canale5, avrà vita, nella “battaglia” del 4 gennaio che vorrà grande assente il programma di Simona Ventura, uno scontro, come già detto, straordinario. Come informa l’ottimo Tvblog sarà quella in casa tra Maria De Filippi e Maurizio Costanzo, moglie contro marito, discepola contro pigmalione (o adesso vale il contrario?) La prima, ovviamente, condurrà il suo Amici, annunciando la formazione delle due squadre che dieci giorni più tardi approderanno al serale, mentre l’altro sarà protagonista della puntata dell’Arena, il primo segmento del contenitore di Raiuno che fu condotto, come noto, da Massimo Giletti, in un’intervista esclusiva ruotante attorno alla sua figura.
Uno scontro casalingo tra due innegabili pilastri della nostra programmazione, di quella che è e di quella che è stata. Cosa succederà? Ma soprattutto, chi la spunterà? Per adesso una cosa certa: è proprio vero che in televisione anche l’improbabile e l’impossibile diventano realtà!
CLASSIFICA FIMI 19/12 - 25/12: CALANO GIUSY FERRERI E MARCO CARTA. "NOVEMBRE" SEMPRE LA PIÙ SCARICATA
1) 'Primavera in anticipo', Laura Pausini (Atlantic - WMI)
2) 'Canzoni per Natale', Irene Grandi (Atlantic - WMI)
3) 'Safari', Jovanotti (Mercury - Universal Music)
4) 'Fleurs 2', Franco Battiato (Mercuri - Universal Music)
5) 'Gaetana', Giusy Ferreri (Ricordi - Sony BMG)
6) 'Alla mia età', Tiziano Ferro (Capitol - EMI)
7) 'San Siro Live' (2008), Negramaro (Sugar - WMI)
8) 'Spirito Libero', Giorgia (Dischi di cioccolata - Sony BMG)
9) 'Incanto', Andera Bocelli (Sugar - WMI)
10) 'L'animale', Adriano Celentano (Clan Celentano - Sony BMG)
Per quanto la Top Digital Download si registra la permanenza al primo posto di Giusy Ferreri con Novembre.
lunedì 29 dicembre 2008
GRANDE FRATELLO 9: UNA ALESSIA MARCUZZI "ROCKETTARA" E POCHE NOVITA', PER UN RITORNO ALLE ORIGINI?
Tornando alla nuova e nona edizione, nessuna rivoluzione, anzi. Un ritorno alla semplicità, almeno per quanto traspare dalle indiscrezioni apparse stamane sul numero di TvSorrisieCanzoni. Per quanto è possibile ora sapere, infatti, almeno da un punto di vista strutturale, dovrebbe essere evidente un ritorno al "passato", per quanto dichiara la stessa scenografa Emanuela Trixie Zitkowsky. Una casa costruita secondo i dettami della ecologia, bioarchitettura e del tutto autonoma da un punto di vista energetico, visto che una serie di pannelli solari posti sul solaio di copertura dovrebbe riuscire a sostenere tutte le esigenze, in ogni caso soccorso da un comunque presente centro elettrogeno. Una umidità "tenuta a bada" da un muro di acqua, permetterà di mantenere costante il contenuto di acqua dell'aria, spesso secca a causa della presenza di lampade perennemente accese.
Il Grande Fratello 9 sarà più riflessivo? "No, anzi, mi verrebbe da dire più rockettaro. Per quanto mi riguarda, avrò una immagine più aggressiva a cominciare dai vestiti. E poi vorrei riuscire a lasciarmi andare, a essere più pungente, a spingermi più in là"E' già partito il toto-concorrenti. Si parla di una hostess dell'Alitalia. Conferma? "Naturalmente non posso sbilanciarmi, anche se mi auguro che in questa edizione si possa parlare dei problemi del mondo del lavoro, tra disoccupazione e lavoro. Nella casa entreranno almeno 14 concorrenti, molto diversi tra loro"Quindi un Grande Fratello attento ai contrasti sociali. E le provocazioni? Ne restano da lanciare? "Certo, in Italia ci sono tanti tabù da abbattere, soprattutto in campo sessuale. I gay, ad esempio, anche se non sono più circondati dalla morbosità, non sono ancora accettati pienamente. E così temi come la fecondazione assistita o l'aborto. Ecco perchè sono fiera della partecipazione di Silvia Burgio nella scorsa edizione. Il fatto che avesse fatto una operazione per diventare donna aveva creato molto scalpore. Ma poi tutto si è smorzato anche grazie alla delicatezza con cui abbiamo trattato il tema. E il pubblico ha vissuto tutto con naturalezza, com'è giusto che sia. La vittoria di Vladimir Luxuria all'Isola conferma una inedita apertura mentale"
BENEDETTI DAI REALITY SHOW/6: ELEONORA DANIELE
Un anno nuovo che inizierà cantando con il suo nuovo programma? "Si, dal 9 gennaio presentando Ciak si Canta!: sei venerdì sera in prime time, su RaiUno. Ogni settimana ci saranno tributi alla tv di un tempo ed io canterò anche"Il personaggio tv del 2008? "Raffaella Carrà. Penso che la tv di un tempo non debba essere troppo cambiata, il pubblico resta legato a determinati canoni, ad un filone nostalgico. Parlo ovviamente della rete ammiraglia Rai"Sempre a proposito di televisione, la seconda parte del 2008 ha certificato la rinascita a livello di ascolti del reality, con l'Isola dei Famosi e LaTalpa. Dopo la sua partecipazione al Grande Fratello 2, gliene hanno proposto qualcun altro? "Si, mi è capitato anni fa, uno su Mediaset e, mi sembra, la prima edizione dell'Isola dei Famosi, quando c'erano ancora i provini. Ma avevo già iniziato un altro tipo di percorso, più lento a anche, ritengo, più efficace"Capitolo chiuso, quindi? "Si, anche perchè fare un reality è abbastanza pesante: dal punto di vista psicologico è massacrante. Il reality è funzionale per chi deve essere lanciato"
SCAVICCHIA TV DÉJÀ VU 2008: REALITY SHOW
Timidamente, in maniera contemporanea all’attesissimo debutto del suddetto mini-varietà condotto dal duo Fiorello - Baldini, si registra l’esordio dell’ottava edizione del Grande Fratello. È l’anno di rottura del papà di tutti i reality show, profondamente rivoluzionato nell’aspetto, immutato nelle dinamiche e risultato oltremodo noioso nel computo totale. Inizia il 21 gennaio 2008, sfatando perciò il tabù del GF al giovedì, andando in onda di lunedì sera, una serata ritenuta impossibile per un reality rispetto alle abitudini del popolo televisivo, che di solito di sarebbe ingozzato di seconde parti di fiction e di film in prima assoluta e poi assimilata nella consuetudine come successo poi per la sesta edizione dell’Isola. La prima puntata è un bailamme unico: tre case da presentare, due da costruire, una non vista, un camping dove abitare, concorrenti che entravano ogni settimana, graticole, stanze delle sorprese e quant’altro. E il bello è che tutto era già “iniziato”: tre concorrenti erano stati rinchiusi in una bolla, una sorta di casa dalle pareti trasparenti, a Roma per decretare un concorrente ufficiale; la stessa bolla presa sotto assedio durante la prima puntata da una centinaia di rappresentati della Fiamma Tricolore e violentemente distrutta. Alessia Marcuzzi è alla guida della trasmissione per la terza volta consecutiva, eguagliando il record dell’amata Barbara D’Urso, ma il tutto non è sinonimo di una spiccata bravura nella conduzione, anzi. Spenta, spossata, evidentemente demotivata, senza il ritmo e senza l’entusiasmo della sua prima edizione – la sesta –, la Marcuzzi regala noia alle quindici prime serate che si stabilizzano su di una media d’ascolto di poco sopra al 23% di share, al limite dell’accettabile, e calando di due punti rispetto alla media della bruttissima settima edizione. Questo Grande Fratello, però, tra famiglie siciliane, boxer romane, figli di papà vari è portata alla ribalta dalla stra-conosciuta vicenda Lina Carcuro – Roberto Mercandalli che è il serbatoio dal quale è stato attinto un incredibile botto di ascolti nelle puntate medio-finali ed è stato il cibo addentato da tutte le trasmissioni dell’azienda e non (basti pensare all’Arena di Massimo Giletti) per godere dei suoi innegabili benefici. La miriade di stratagemmi utilizzati per poter innalzare i carenti risultati (addirittura la terza puntata scivolò sotto i cinque milioni con uno share di poco superiore al 21%), da Totti a C’è posta per te, rendono idea di quanto sia stata forte la crisi attraversata dal programma in questo inizio 2008. La vittoria finale va a Mario Ferretti, muratore umbro. Ma la grande stampa non batte ciglio: il GF non fa più rumore, è una trasmissione come tante e solo in casi fortuiti, eccessivi come quello poco fa citato, smuove le coscienze. Riuscirà la nona edizione a rialzare aspettative e risultati?
Poco dopo il Festival di Sanremo, nella miglior tradizione della programmazione di Raidue, che ogni primavera lancia un reality (tre edizioni di Music Farm e una de La sposa perfetta), ha inizio sulla rete di Antonio Marano un talent andato in onda già nei due mesi precedenti con i provini. X Factor è difatti il primo, vero talent della televisione italiana – o almeno così venne presentato nei promo, logicamente –, direttamente tratto dal format The X Factor, nato in seguito al successo di American Idol in terra americana cui tanto somiglia, ideato dal produttore discografico Simon Cowell e trasmesso sui circuiti televisivi britannici. Ad essere sinceri, prima ancora che fosse annunciata la sua versione italiana, si sarebbe potuto conoscere un po’ l’universo di X Factor: chi non ha mai ascoltato Bleeding love di Leona Lewis, sua più famosa vincitrice della versione inglese? Quindici sono i concorrenti, suddivisi in tre distinte categorie capitanate da tre intenditori della musica: gli over 25 (anni), assegnati a Simona Ventura – ma realmente se ne intende, poi, di musica? –, il cantante Morgan per i Gruppi vocali e la produttrice discografica Mara Maionchi per i 15-24. La trasmissione, condotta da Francesco Facchinetti, promosso in prima serata per oscuri meriti dopo aver preso parte all’Isola dei famosi 5 in veste di inviato, è una buona rassegna della musica in televisione, evidentemente non morta. Il programma è di qualità, senza dubbio: colpisce il fatto che riscuote un enorme successo nella fascia pregiata di pubblico, quella dei laureati. Gli ascolti, tuttavia, sono davvero scarsi. Nonostante la chiusura fissata per una mezzanotte più che inoltrata, non superano mai il 10% di share di media, portando la prima serata di Raidue a totalizzare, nei casi migliori, l’8%, quattro punti in meno rispetto alla media di rete. Stesso discorso per i daytime: orario inconsulto, quello delle 20 contro i telegiornali, che non consentono al format di andare oltre il 5% di share. La motivazione principale del flop delle puntate serali è da riscontrare nel voluto harakiri cui è stato soggetto il programma, mandato in onda per la prima un lunedì, contro il Grande Fratello e quindi schiacciato dalla forte controprogrammazione, e poi, nel corso dei tre mesi, in quasi tutti i giorni della settimana. Ciononostante, il gradito riscontro avuto dalla trasmissione in termini di successo discografico – inutile citare Giusy Ferreri, seconda classificata, ma anche gli Aram Quartet, i vincitori, comparsi in classifica per qualche settimana con il loro primo lavoro discografico – ha fatto sì che l’ostinazione di Marano nel farlo divenire una colonna portante della sua rete sfociasse nella conferma per una seconda edizione già annunciata per il 12 gennaio, guardo caso nuovamente contro il Grande Fratello, premiere contro premiere. Da X Factor, poi, proviene anche la superlativa Silvia Aprile che approderà a Sanremo per la cinquantanovesima edizione.
Nello stesso periodo di X Factor, però, è stato trasmesso un altro talent, godente di ben più rinominata fama, giunto alla settima edizione, l’indimenticabile settima edizione. Parliamo di Amici che approda il 3 febbraio 2008 in prima serata con la sua versione finale, per sole quattro puntate alla domenica sera per poi trasferirsi al mercoledì. Ancora una volta squadra blu contro squadra bianca, sette protagonisti contro altrettanti. La scuola di Maria De Filippi regala a Canale 5 gli ascolti più alti della sua storia, con una media del 27% di share sfociante in sette milioni e 32% di share per la puntata finale. L’edizione è eccellente, avendo coniugato degli elementi da sempre ricercati dal pubblico italiano in una maniera egregia: battibecchi tra professori, sfide, nemici, urla, attimi di sano e puro trash. La padrona di casa è una sempre criticata ma eccezionale Maria De Filippi che, anche in questo caso, non è imparziale circa i suoi gusti e le sue preferenze. Questa nuova fase finale però rimarrà alla storia per l’incredibile coincidenza delle percentuali di vittoria delle due fazioni: il famoso 51% contro il 49% ma anche per il rapporto di complicità tra Luca Jurman e Marco Carta in un rapporto quanto mai similare a quello tra maestro e discepolo, padre e figlio. Come sapranno i più, infatti, Amici 7 è stato vinto, anzi stravinto, da Marco Carta, su cui poi abbiamo ci siamo giustamente (e fortunatamente) ravveduti alla luce del grandissimo successo riscosso. E in questo caso scomodiamo Youtube per rammentarne l’emozione unica delle carte finali:
Il 2008, perciò, come è possibile vedere da questi ultimi due programmi, è stato l’anno della rinascita del reality, soprattutto in termini di ascolti, reinventandosi e piegandosi all’esigenze del gossip a tutti i costi per giustificarne la messa in onda, altresì ritenuta fallimentare. Non è un caso che per il 2009 si preannuncia la spremitura fino all’osso del genere che, se non preventivata, potrebbe portare ad un nuovo esubero del genere, sulla falsariga di quella avvenuta nell’autunno del 2006. La rinascita del reality sarà un fenomeno circoscritto a quest’anno solare oppure no? Lo scopriremo solo… vedendo!