Oggi, La Stampa, ha pubblicato questa interessante intervista interamente dedicata a Piero Chiambretti. A quanto pare gli elogi da parte della dirigenza di Viale Mazzini, nell'ultimo Sanremo, non sono serviti a dare una occupazione stabile e sicura allo show man torinese che, proprio in questa occasione, fa la "voce grossa", anche in seguito alla puntata di Matrix che Enrico Mentana ha interamente dedicato allo stesso Chiambretti. Ebbene, dopo il feeling venuto fuori tra i due professionisti, Chiambretti "minaccia" di voler approdare proprio a Mediaset, per riportare sulla televisione generalista la satira, arma che lui stesso pone alla base di ogni suo progetto. Dopo i tanti proclami di affetto verso la televisione di stato, questo appare come una sirena di allarme, come un megafono pronto ad esclamare a grande volume, quello che sarebbe il suo desiderio, "minacciando" di fare il contrario. Bonolis docet, il gioco al rialzo fa più bene che male. Ecco l'intervista:
"Da grande farò Markette a Mediaset"
Il comico: mi vuole Mentana per portare la satira a "Matrix"
MARINELLA VENEGONI
TORINO Caro Chiambretti, venerdì su Canale 5, da Mentana a Matrix, lei ha celebrato, con i 52 anni, la fine di una stagione durata 4 anni all’ombra de La7 e di Markette... «La cosa curiosa è che ho avuto questa piccola consacrazione su un canale dove non ho mai lavorato, e non alla Rai dove sono nato. E’ un po’ il segno dei tempi: siam passati da Raitre, dove si faceva della faziosità una forma di spettacolo, all’addolcimento di limiti e frontiere. Non ci sono più differenze ideologiche, di bandiera. Un tempo si sarebbe gridato alla bestemmia se avessi festeggiato un compleanno al Biscione, ora mi ha divertito esser da Mentana più che da Vespa».
MARINELLA VENEGONI
TORINO Caro Chiambretti, venerdì su Canale 5, da Mentana a Matrix, lei ha celebrato, con i 52 anni, la fine di una stagione durata 4 anni all’ombra de La7 e di Markette... «La cosa curiosa è che ho avuto questa piccola consacrazione su un canale dove non ho mai lavorato, e non alla Rai dove sono nato. E’ un po’ il segno dei tempi: siam passati da Raitre, dove si faceva della faziosità una forma di spettacolo, all’addolcimento di limiti e frontiere. Non ci sono più differenze ideologiche, di bandiera. Un tempo si sarebbe gridato alla bestemmia se avessi festeggiato un compleanno al Biscione, ora mi ha divertito esser da Mentana più che da Vespa».
Poteva pensarci Vespa, ai festeggiamenti? Avete feeling? «No. Lui rappresenta una buona dose di tv, come Baudo e Mike nel loro campo. Ma, visto che da tempo lavoro fra giornalismo e enterteinement, Vespa ci poteva stare. Posso dire che nell’anno in cui fu messo sotto accusa dopo aver parlato della Dc come suo editore di riferimento, io che ero in un momento forte, fra Portalettere e TgZero, lo invitai come operatore ferito: fu molto appassionato nella difesa di se stesso. Ho sempre avuto simpatia per i feriti: anche per Del Noce, ai tempi di Linea Verde. Lo avevo conosciuto negli Usa inviato del Tg1, pensavo meritasse di più, e invitai pure lui dicendo che questo signore garbato non si poteva lasciare in gommone sulle rapide del Gran Canyon».
Lei ha ipotizzato con Mentana un proprio spazio settimanale all’interno di Matrix, per il futuro. Lo pensa davvero? «Tutto è nato dal fatto che nell’ultimo Markette, Mentana aveva sostenuto che c’era carenza di satira. Per questo ho buttato lì una provocazione. Ho un contratto fino a dicembre con La7, debbo tirar fuori una bella idea per i nuovi dirigenti e non escludo di continuare, perché mi sono trovato molto bene. Ciò detto, non è male l’idea di entrare in un sistema diverso dal mio per aggiungere un elemento che Mentana dice mancante».
Perché lei non è mai stato a Mediaset? «Ci sono stati 15 anni di problemi ideologici; ho avuto avvicinamenti in tempi non lontani, poi è mancata ad entrambi la determinazione del grande passo».
Che aria annusa in Rai? «La Rai è da una parte specchio della realtà politica e dall’altra un ministero. Tira aria di "rimbocchiamoci le maniche", ma l’indecisione congela tutto. Ogni volta che cade un governo, si brancola nel "non so se ci sarò". Mi andrebbe bene avere due anni per costruire qualcosa che dia nuova linfa: per i nuovi linguaggi, hai bisogno di tempo e di serietà contrattuale».
Avrà già un nuovo progetto, no? «Ma certo. Si continua sempre a pensare; sono elaborazioni genetiche di un progetto che quasi automaticamente diventa un altro. Ma non tutte le idee vanno bene per tutte le stagioni».
E’ pieno di orfani di Markette, in giro... «Dentro c’era un’aria di allegria e disperazione. Alcune figure andavano bene solo lì, riuscivano a star all’altezza di personaggi molto più importanti. La fine non è stata solo tristezza, ma proprio l’abbandonare un progetto: lo spirito di Markette può tornare in altra forma, come i fumetti che son rimasti nella memoria di 3-4 generazioni. Potremmo riunirci per conto del Signore, come i Bluesbrothers».
Che farà quest’estate? «Non lo so. Purtroppo non son di quelli che si divertono in vacanza: ci penso con terrore, mi annoio molto».
Le stanno fioccando proposte? «Certo che sì, qualcuno ha chiamato, me o il mio agente. Vedo molto movimento ma ho un contratto con La7».
Che aria c’è alla 7? «Non l’ho ancora capito. Ho avuto un solo colloquio con il nuovo amministratore delegato, che mi ha informato che l’azienda vuole risparmiare visti i debiti: una volta definiti i piani industriali, mi diranno quanto c’è per realizzarli. Visto che si chiama Stella, spero che la stella della 7 continui a brillare, e sono lusingato di averla illuminata».
Ci sarà ancora spazio per la satira ? «Credo che aumenterà. Il ritorno di Berlusconi da’ nuovi spunti, il nuovo inciucio aumenta l’ispirazione lungo tutto l’arco costituzionale, visto che son tutti pro Berlusconi. Si può fare di tutta l’erba un "fascio", e io comunque son vestito da gerarca».
Ci sono persone che pagherebbero oro per fare un passo indietro, consapevoli di quanto abbiano perso in questo passaggio. Basta chiedere a Paolo Bonolis ed Amadeus, tralasciando le precedenti esperienze di Antonella Clerici e Mara Venier. Attento Chiambretti che, "checchè se ne dica", le bandiere televisive esistono ancora....
2 commenti:
cHIAMBRETTI A CANALE5 NON LO VEDO PROPRIO. E' VERO CMK, ESISTONO LE BANDIERE.
Secondo me Chiambretti stava bene a LA7, era sicuramente più libero.
Che sia Rai o Mediaset, non è Chiambretti. In ogni caso sempre meglio in una seconda serata di RaiDue.
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