Ad essere sinceri la televisione non la si guarda esclusivamente per cosa questa trasmette ma molto spesso (giustamente o ingiustamente, chissà) si vede molto anche il suo contorno, l'estetica. Una trasmissione può essere bella nell’idea, ma conta anche come questa sia realizzata, tanto per dare adito ad uno di quei luoghi comuni della lingua italiana per il quale anche l’occhio vuole la sua parte. Scenografia, impianto tecnico, modalità di riprese, interazione tra lo studio e i servizi, la qualità degli stessi e così via ricoprono una spiccata importanza sotto questo punto di vista. Una di queste caratteristiche però è stata abolita ed anche ingiustamente, in questo caso. Parliamo della sigla come introduzione ad un programma, sia questo un varietà o similari. In genere la sigla è composta da un brano, da un ballo o dalla coniugazione di entrambi gli elementi, dando origine ad un qualcosa però in auge più un tempo che oggi, ed ha lo scopo di introdurre il programma, far entrare sin da subito i telespettatori nell’ambito e nell’ottica di questa e così via.
Un tempo la sigla era il fiore all’occhiello del varietà di prima serata e spesso ci si ricordava più di questa che dell’oggetto di messa in onda in quanto tale. Non a caso, nella sigla di Tutti pazzi per la tele, trasmissione condotta quest'autunno da Antonella Clerici con grande successo, per rendere giustizia a quanto detto, che nelle sue note e nelle sue parole è la rivisitazione in chiave moderna della sigla di Canzonissima edizione del 1968, nella strofa iniziale c’è proprio questa frase:
Per quanto riguarda la televisione di oggi, infestata dai reality, da brutte copie di varietà, da seguiti amarcord, l’idea di sigla, seppur superata, vige ancora, ma solo in sporadici casi. È impossibile ad esempio paragonare la spoglia e triste rassegna dei protagonisti di un reality show (o di talent o di reality game) all’eccellenza frutto dell’unisono e della fusione tra le voci e le musiche di un’orchestra, morta anche nei residui in onda dei contenitori, con i movimenti di un corpo di ballo (di cui è scomparso il senso in questi ultimi tempi). Tanto più che con la segmentazione dei programmi una sigla come introduzione perde di senso. Tra anteprime, suffissi, appendici, prime, seconde, terze e quarte parti cosa può mai introdurre uno stacchetto creato ad hoc? E poi, se la sigla è il "concentrato" di un programma, cosa introdurrebbe una sigla di programmi straordinariamente vuoti? La sigla è pertanto oggi un piccolo jingle musicale, con un video fatto a computer e ricco di artifici e di elementi grafici, algida e fredda. Eppure, che so?, quella della prima edizione de Il pranzo è servito, del 1983, ai miei occhi pare più bella, più all’avanguardia, nonostante il limite evidente degli effetti grafici…
Un tempo la sigla era il fiore all’occhiello del varietà di prima serata e spesso ci si ricordava più di questa che dell’oggetto di messa in onda in quanto tale. Non a caso, nella sigla di Tutti pazzi per la tele, trasmissione condotta quest'autunno da Antonella Clerici con grande successo, per rendere giustizia a quanto detto, che nelle sue note e nelle sue parole è la rivisitazione in chiave moderna della sigla di Canzonissima edizione del 1968, nella strofa iniziale c’è proprio questa frase:
Sarà capitato anche a voi di avere uno show per la testa. Ricordi la sigla e poi basta, ma chi conduceva, che anno era?La sigla era la peculiarietà, il tocco dell'artista, era l’inizio di un cammino che si sperava fosse di successo. La si provava, estenuantemente, ci volevano giorni e giorni per imparare le coreografia, per mettere a puntino tutti gli elementi scenici, costumi, il classico trucco e parrucco. Il tutto affondava radici nell’eleganza ma soprattutto nella perfezione, fortemente voluta ed incredibilmente ottenuta, che si ricercava nel creare un qualcosa. Quella che oggi, brutalmente, manca. Il grande varietà di un tempo, quindi, aveva l’intro con la sigla, che era imperdibile nel suo essere così effimera. Ma anche negli stessi anni ’80 l’idea dell’introduzione musicale non era stata abbandonata, anzi, anche se già iniziava ad essere messo in atto un processo di cambiamento. La sigla, infatti, non necessariamente era in diretta, come poteva capitare in passato ancora più profondo. Facciamo un esempio. Una di quelle più famose era ed è sicuramente La notte vola – che tutt’oggi la si intona molto volentieri – interpretata da Lorella Cuccarini, sigla di Odiens, il programma di Canale 5 mandato in onda alla fine degli anni ’80. Questa era registrata, e a guardarla oggigiorno pare quasi essere l’antesignano del concetto del contemporaneo videoclip musicale. Il grande ballo al centro del palco è abbandonato, è parzialmente superato, l’ammodernamento del mezzo e della sua espressione è avanzato, pur non lasciando e non abbandonando i canoni del buon senso e del buon gusto.
Per quanto riguarda la televisione di oggi, infestata dai reality, da brutte copie di varietà, da seguiti amarcord, l’idea di sigla, seppur superata, vige ancora, ma solo in sporadici casi. È impossibile ad esempio paragonare la spoglia e triste rassegna dei protagonisti di un reality show (o di talent o di reality game) all’eccellenza frutto dell’unisono e della fusione tra le voci e le musiche di un’orchestra, morta anche nei residui in onda dei contenitori, con i movimenti di un corpo di ballo (di cui è scomparso il senso in questi ultimi tempi). Tanto più che con la segmentazione dei programmi una sigla come introduzione perde di senso. Tra anteprime, suffissi, appendici, prime, seconde, terze e quarte parti cosa può mai introdurre uno stacchetto creato ad hoc? E poi, se la sigla è il "concentrato" di un programma, cosa introdurrebbe una sigla di programmi straordinariamente vuoti? La sigla è pertanto oggi un piccolo jingle musicale, con un video fatto a computer e ricco di artifici e di elementi grafici, algida e fredda. Eppure, che so?, quella della prima edizione de Il pranzo è servito, del 1983, ai miei occhi pare più bella, più all’avanguardia, nonostante il limite evidente degli effetti grafici…
6 commenti:
Ahhhh... cari ricordi ...quando ancora le sigle avevano un senso ...ed erano ben fatte.
Ora a volte mancano ... addirittura !
Questa tv moderna del mordi e fuggi ... rinunciando ormai anche alle sigle rischia di diventare ...sempre + fredda !
ITAL, chi meglio di te può ricordarne qualcuno. Io canticchio solo La notte vola, ma tu sicuramentre ne rammenterai molte e molte altre...:)
A me piacevano molto le sigle di buoa domenica,ma da quando è arrivata la perego alla domenica la sigla si è fatta solo alleprime puntate e poi basta.Ora con questa domenica non ne parliamo proprio perchè è una vera schifezza.Spero ce l'anno prossimo torni buona domenica con quella sigle bellissime a inizio puntata
Ad esempio ... una mitica sigla di Risatissima ... varietà comico del sabato sera della primavera del 2004 ( poi riconfermato con modifiche di cast nel 2005 )con una ricostruzione di una belle scenografia con nave di crociera al molo ...da dove sbarcava ...Milly Carlucci, allora sfavillante conduttrice e show girl e tutto il cast comico del programma ... sotto le note di "La banda" , canzone degli anni 60 portata al successo in Italia da Mina e cantata nello show da Milly.
Che belle ...queste sigle ...adatte all'evento e immagino molto costose ...
Chissa se c'e qualcosa di questa ...su You Tube ...
ITAL! :)
Qui la tua cultura televisiva cade a fagiolo :) Ma io non ricordo nessuna Risatissima del 2004 o del 2005... forse intendi quelle degli anni '84? Comunque farò una ricerca approfondita visto che su Youtube non c'è niente ;)
Scusami El Barto ...
ovvio che parlavo come immaginavi degli anni 80 ...:
precisamente primavera 1984-1985
( la primavera 1982-1983 era occupata dai mitici Sandra e Raimondo con Attenti a noi due e Attenti a noi due 2 )
Eh ... caro san Diego boy ...la mia testa ...pensa gia ai regali di natale e ai relativi giorni di ferie ...
Spiacente ancora ... per l'errore di digitazione ... un caro sincero saluto ...e alla prossima !!!
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