Capita a tutti a volte di fare del sano zapping, in evasione da ciò che siamo soliti vedere e seguire perché quel giorno dà un po’ a noia, così, senza ragione. È capitato anche a me stamattina, dato l’anticipo mostruoso delle personali festività natalizie, di non voler guardare la prima ora di Forum per poi assaporare virtualmente i gusti delle ricette de La prova del cuoco. Evasione pura che vede lido d’approdo finale in Occhio alla spesa, trasmissione quotidiana di Raiuno che, relativamente alla sua finalità, è di vero e puro servizio pubblico. Si è dalla parte del consumatore, nello scovare truffe e affini, metterlo in guardia rispetto al rincaro dei prezzi dei prodotti e rispetto alla qualità di questi. Una guida a cui non si può fare a meno per capire qualcosa di più. Ideato e condotto da un Alessandro Di Pietro che io ricordo essere stato nominato Re delle casalinghe all’epoca dei suoi cinque, dieci, massimo quindici minuti all’interno di Unomattina, Occhio alla spesa va avanti dal lontano 2003, quando timidamente si ritagliò un piccolo spazio all’interno della programmazione televisiva. Diciamoci la verità: chi non ha mai seguito neanche un minuto di questa simpatica trasmissione? Io, a sprazzi, la conoscevo, sapevo quali fossero le dinamiche, gli spazi. Ma quest’oggi ho voluto fare di più: ho deciso, andando pure contro la mia volontà stessa che dopo alcuni minuti voleva scappare via da quel teleschermo, di guardarne una puntata intera.
Non ho mai visto una cosa simile. Occhio alla spesa è un inno al trash, è la celebrazione mascherata del trash, è il trionfo – magari gli stessi che producono il programma ne sono anche consapevoli – del trash. L’argomento di oggi è stato il convivere tra cappelletti e tortellini, il che rende già dimensione di un’aria natalizia ma anche l’idea di dove si sarebbe andato a parare. Il tutto inizia con la classica sigla, quando è possibile vedere tutta una schiera di vecchiette attempate e di giovani ragazze sedute su piccole file di sedie ritrovate a lato della scenografia alzata in quattro e quattr’otto dopo la fine quotidiana di Unomattina – lo studio infatti è il medesimo – intonarne le strofe e battere le mani a tempo. La scenografia ricrea una sorta di piazzetta al centro della quale Di Pietro piacevolmente si destreggia. Tanti, tanti tortellini, tanti, tanti cappelletti in studio ed è subito servita un’intervista a chi questi prodotti è solito crearli tutti i giorni. Ecco, questo è anche interessante seguirlo. Faccio lo stesso quando mi capita di vedere Melaverde su Rete4. Come si producono, come si chiudono, come è fatto il ripieno e così via. Liquidato l’ospite, però, ha inizio ciò che non avrei mai guardare: l’intervista all’oggetto del giorno.
Mi era capitato in passato di vedere Di Pietro sedersi ed intervistare una rapa, una patata, un’insalata e chi più ne ha più ne metta e un attore fuori campo dava la voce a questi ultimi. Esperienze tremende che a livello di incredibilità pensavo non potessero essere mai superate. Eppure, nella vita mai dire mai. L’intervista al prodotto del giorno si è evoluta. Adesso l’attore non dà solamente la voce, ma anche corpo all’oggetto. Ed è così che da una classica sporta di enorme dimensione sporge il capo un cappelletto in persona che discute con Di Pietro. Fortuna che c’è stato il Tg1 a spezzare il programma, altrimenti nessuno avrebbe retto, sicuro. La seconda parte ha inizio con un giochino stupido, un qualcosa che aveva a che fare con l’orto e il rinvenimento di un pacco di tortellini nascosto solo in uno dei dodici zeppi di terra, prosegue con l’attenzione suscitata da una segnalazione circa l’aver trovato all’interno di una scatola di fagiolini uno scarafaggio, ripreso per buona parte del pezzo registrato, e termina con il giro dei mercati con cui il simpatico (e trash, a questo punto) baffetto si informa dei prezzi in dieci capoluoghi italiani di un pacco da 250gr di tortellini e, quando viene a sapere che a Bari costano 2,89€, quasi è indignato, esprime la propria rabbia e la propria offesa dinanzi a tale ingiuria.
Al massimo, se mi è concesso, chi si indigna, chi si “arrabbia”, chi si offende davanti a tale oscenità è il sottoscritto, a rappresentanza del telespettatore. Perché anche qualcosa che ha un senso deve essere reso così di cattivo gusto? Subordinanza all’Auditel?
Non ho mai visto una cosa simile. Occhio alla spesa è un inno al trash, è la celebrazione mascherata del trash, è il trionfo – magari gli stessi che producono il programma ne sono anche consapevoli – del trash. L’argomento di oggi è stato il convivere tra cappelletti e tortellini, il che rende già dimensione di un’aria natalizia ma anche l’idea di dove si sarebbe andato a parare. Il tutto inizia con la classica sigla, quando è possibile vedere tutta una schiera di vecchiette attempate e di giovani ragazze sedute su piccole file di sedie ritrovate a lato della scenografia alzata in quattro e quattr’otto dopo la fine quotidiana di Unomattina – lo studio infatti è il medesimo – intonarne le strofe e battere le mani a tempo. La scenografia ricrea una sorta di piazzetta al centro della quale Di Pietro piacevolmente si destreggia. Tanti, tanti tortellini, tanti, tanti cappelletti in studio ed è subito servita un’intervista a chi questi prodotti è solito crearli tutti i giorni. Ecco, questo è anche interessante seguirlo. Faccio lo stesso quando mi capita di vedere Melaverde su Rete4. Come si producono, come si chiudono, come è fatto il ripieno e così via. Liquidato l’ospite, però, ha inizio ciò che non avrei mai guardare: l’intervista all’oggetto del giorno.
Mi era capitato in passato di vedere Di Pietro sedersi ed intervistare una rapa, una patata, un’insalata e chi più ne ha più ne metta e un attore fuori campo dava la voce a questi ultimi. Esperienze tremende che a livello di incredibilità pensavo non potessero essere mai superate. Eppure, nella vita mai dire mai. L’intervista al prodotto del giorno si è evoluta. Adesso l’attore non dà solamente la voce, ma anche corpo all’oggetto. Ed è così che da una classica sporta di enorme dimensione sporge il capo un cappelletto in persona che discute con Di Pietro. Fortuna che c’è stato il Tg1 a spezzare il programma, altrimenti nessuno avrebbe retto, sicuro. La seconda parte ha inizio con un giochino stupido, un qualcosa che aveva a che fare con l’orto e il rinvenimento di un pacco di tortellini nascosto solo in uno dei dodici zeppi di terra, prosegue con l’attenzione suscitata da una segnalazione circa l’aver trovato all’interno di una scatola di fagiolini uno scarafaggio, ripreso per buona parte del pezzo registrato, e termina con il giro dei mercati con cui il simpatico (e trash, a questo punto) baffetto si informa dei prezzi in dieci capoluoghi italiani di un pacco da 250gr di tortellini e, quando viene a sapere che a Bari costano 2,89€, quasi è indignato, esprime la propria rabbia e la propria offesa dinanzi a tale ingiuria.
Al massimo, se mi è concesso, chi si indigna, chi si “arrabbia”, chi si offende davanti a tale oscenità è il sottoscritto, a rappresentanza del telespettatore. Perché anche qualcosa che ha un senso deve essere reso così di cattivo gusto? Subordinanza all’Auditel?
4 commenti:
Caro giovane e da me apprezzato El Barto ... ti dimentichi il tipo di pubblico che è presente a casa a quell'ora: un pubblico semplice di anziani e casalinghe ...
A loro ... seppur in maniera colorita e a volte un pò trash ... il simpatico Di Pietro cerca di dare alcune importanti informazioni utili; a suo modo è una piccola e semplificata guida all'acquisto per i consumatori,da mamma Maria a Nonna Agnese ... con sistemi a volte gridati e urlati ma credimi efficaci ...
Certo alcune perle trash come l'intervista ai prodotti o certe
evitabili canzoni dialettali sarebbero da evitare ... ma tutto sommato con molti difetti ha il grosso pregio di cercare di dare un briciolo di orientamente ...alla gente comune ...negli acquisti e a come spendere bene e cercare di risparmiare e sappiamo quaanto ce ne sia bisogno in questi tempi di vacch magre..
Onorato di essere apprezzato da te, ITAL :) Sì, magari sono stato un pochettino eccessivo nella critica anche perché, ecco, questo non è un prodotto per me, né per te, ma per un pubblico più in là con gli anni.
Che il programma sia utile non ci sono minimamente dubbi, anzi, l'ho anche sottolineato. E' uno dei pochi programmi sotto questo punto di vista valevole del canone, se non fosse per la resa.
Ho appreso oggi che il tortellino differisce dal cappelletto per tante e tante cose, ma quell'intervista oscena... non me la toglie nessuno dalla mente. :D
Lo studio della trasmissione di "Occhio alla Spesa" proprio a partire da quest'anno non è più condiviso con quello di "Uno Mattina" ma bensì gode di uno studio proprio!
Di Pietro è veramente trashissimo, quasi quasi lo metto sul mio blog!
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