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domenica 26 aprile 2009

LA GAIA SCIENZA: SU LA7 MARIO TOZZI ED IL TRIO MEDUSA, DA STASERA

La7 ci mette sempre del suo ed ecco pronto un altro nuovo programma, una nuova proposta che, incuriosisce da solo e semplice promo. Chi non conosce Gaia, il programma che Mario Tozzi presentava sino a poco tempo su RaiTre? E chi non conosce il Trio Medusa, il simpatico trio che, sempre più spesso, si mette in evidenza ne Le Iene, programma di Italia1? Bene, miscelate per bene, eccovi pronti La Gaia Scienza, il programma di approfondimento che la rete La7 ci propone sin da questa sera. Ecco l'articolo al riguardo, tratto direttamente da Il Giornale.it
Scienza sì, ma che sia "gaia"
Debutta oggi su La7 il programma con il geologo Tozzi, il Trio Medusae i ricercatori precari. Il conduttore: “In Italia fai una figuraccia se non conosci i Promessi sposi, mentre è normale ignorare tutto del Dna”
MARIO TOZZI
Debutta oggi alle 21.30 su La7 La gaia scienza, un programma condotto da Mario Tozzi e dal Trio Medusa, che propone un nuovo modo di fare scienza in tivù. Tozzi, geologo del Cnr e collaboratore de La Stampa, affronterà un tema, seguito dagli esperimenti del Trio. Ad aiutare i conduttori ci saranno i ricercatori precari della Sapienza di Roma. I conduttori saranno assistiti dagli spiriti-guida del programma, Galileo Galilei, Charles Darwin, Albert Einstein, Gene Wilder alias Frederick Frankestin (con Igor), Marie Curie e Maria Montessori.Se la domanda è cosa ci fanno un trio comico e uno scienziato dentro la stessa trasmissione televisiva, le risposte sono parecchie, anche se nessuna, da sola, lo spiega fino in fondo. Provano a fare un programma nuovo, si potrebbe dire, e in questo c’è un fondamento di verità: non ricordo se si sia mai tentato di divertire con la scienza nella televisione italiana, almeno non consapevolmente. Ora, è vero che non sempre la novità è un fattore di qualità, ma almeno noi ci stiamo divertendo parecchio a farlo e contiamo sul fatto che si divertirà anche qualche telespettatore. Siccome «nessuno nasce imparato», nella divulgazione scientifica di stampo anglosassone questo approccio è già stato tentato con successo. Da noi è senz’altro più difficile: forse non c’è nessun pubblico europeo a digiuno dei concetti di base come quello italico e il senso scientifico (da noi scarso) non collima con quello comune (da noi sovrabbondante), per cui si rischia che, anche sulla teoria della relatività, ciascuno coltivi una sua personale impressione, poco fondata, come sulla formazione dell’Inter. In Italia fai decisamente una brutta figura se non ricordi come cominciano i Promessi sposi, ma non importa niente a nessuno se pensi che Crick sia l’aggeggio per sollevare l’auto e Watson solo l’aiutante di Sherlock Holmes (invece che gli scopritori del Dna). La gaia scienza (che di nietzschiano ha solo il titolo) pretenderebbe di contribuire a ridurre la distanza fra cultura scientifica e cultura umanistica. Consapevoli, però, dei limiti delle nostre capacità (il primo punto del nostro manifesto è, appunto, che ci sono molte lacune nella nostra ignoranza) e trattandosi solo di un programma televisivo, ci accontenteremmo di aver incuriosito qualcuno alle grandi tematiche della scienza. Ma siccome l’ambizione non ci manca, ci piacerebbe che qualcuno dei più giovani, guardandoci, si domandi, anche per un solo momento prima di andarsene giustamente in discoteca o al pub, se ci siano altri modelli di riferimento che non tronisti e veline (qui parlo per invidia, ovviamente, visto che non ho potuto assecondare la mia ambizione di tronista per via dello scarso uso della palestra).Che so, magari fare lo scienziato potrebbe avere un senso e comportare una grande soddisfazione, quando si contribuisce a un scoperta o anche nel lavoro quotidiano della scienza che, cercheremo di dimostrarlo, è anche divertente. Per questo il pubblico non è scelto a caso: sono ricercatori precari, assegnisti di ricerca, dottorandi e studenti delle Facoltà scientifiche universitarie, qualcuno dei quali ci aiuta anche nella realizzazione degli esperimenti. Eh sì, perché La gaia scienza è un programma sperimentale, nel senso che si fanno addirittura esperimenti acrobatici in studio, eseguiti accuratamente dal Trio Medusa (tutti laureati...) con grande sprezzo del pericolo e con l’idea di dimostrare che c’è sempre un principio fisico dietro alle nostre esperienze e che esiste un metodo scientifico di interpretazione della realtà che ci piacerebbe fosse applicato nella risoluzione dei problemi: magari eviterebbe confusione e polemiche infondate. Per esempio, se tutti sapessero di cosa si parla quando si parla di effetto-serra, ci saremmo risparmiati il pietoso spettacolo del Senato del Repubblica che vota una risoluzione in cui si nega la causa umana nel surriscaldamento climatico in atto, visto che il 95% dei climatologi del mondo produce da anni dati che dimostrano l’esatto contrario.Tentativo di fornire accesso ad alcuni principi di base della conoscenza, sia che si parli di nascita dell’universo che di punto G, può sembrare bizzarro, ma forse è solo un modo nuovo di far riflettere sul fatto che quello che conta è piuttosto il metodo usato che non l’oggetto di studio. E che la scienza procede soprattutto per errori che non per successi. Ma il fulcro fondamentale del programma, ideato da Cristoforo Gorno e scritto da Edoardo Camurri, Riccardo Mazzon e Matteo Pesamosca con il contributo del Trio Medusa e mio, è divertirsi imparando qualche cosa. Se non si corresse il rischio di una sempre possibile, esagerata reputazione di noi stessi, si potrebbe sperare che anche la considerazione della ricerca scientifica possa crescere, magari insieme ai finanziamenti mirati (l’Italia è agli ultimi posti nel contributo alla ricerca). Ma, siccome siamo consapevoli dei nostri limiti, speriamo almeno che qualcuno si ricordi, senza fare la faccia scura, della radiazione fossile del big bang o di come funziona la teoria dell’evoluzione. O che gli scienziati non portano male, sono solo molto curiosi e sperimentano parecchio.

1 commento:

Betta ha detto...

Peccato che me lo sono perso! Domenica prossima lo voglio proprio guardare :-)