Felice, ma non troppo. Entusiasta, ma con parsimonia. Soddisfatto, ma senza esagerare. Questo è Piero Chiambretti. Eppure Chiambretti night (Italia 1 martedì, mercoledì, giovedì a mezzanotte circa) sta riscuotendo grande successo, il programma ha vinto il Premio regia televisiva (ex Oscar tv) , e la sua prima esperienza in una rete del Biscione (come dice spesso lui) è partita alla grande (ascolto medio intorno al 15%). Tgcom lo ha incontrato.
Quindi, Chiambretti, come va?
Direi piuttosto bene , meglio di quello che pensassi. Diciamo che anche noi, come Sanremo abbiamo avuta “carta” bianca.
Temeva andasse peggio?
No, però sa com’è. E’ la prima volta che lavoro per Mediaset, era un’azienda che non conoscevo e avevo paura, come credo sia normale, di non trovarmi bene.
Soddisfatto di Chiambretti night?
Io di mio non sono mai contento. Detto questo, sì, il programma sta funzionando, ma la strada è ancora lunga. Vorrei sistemare alcune cose…
Tipo?
Sto cercando di arrivare ad un giusto equilibrio tra il pubblico che mi segue da anni e quello di Italia Uno non abituato ad un talk notturno. Vorrei trovare un linguaggio capace di sposare le due tipologie di ascoltatori.
Che limite ha la tv di oggi?
Sta vivendo un decadimento come elemento aggregante e di raccolta delle grandi masse. In sostanza, la tv è frammentata e da mezzo di comunicazione di massa è diventato mezzo di comunicazione di Massa Carrara. Limitato a un numero esiguo di persone.
Quali sono le difficoltà maggiori che incontra lei?
Avere una seconda serata è ormai impossibili, ci sono programmi che iniziano alle 6 del pomeriggio e finiscono alle 6 di mattina. Una follia.
Perché la tv di Chiambretti la fa solo Chiambretti?
Questo dovrebbe chiederlo agli altri. Anche se molte delle cose che ha fotto e faccio io vengono in effetti clonate.
E qual è la tv che ha in testa Chiambretti?
La Tv al contrario. Quella cioè che dà spazio ai personaggi che in un Tv “classica” normalmente non ci sono o non dovrebbero starci. Ho una visione particolare, distorta del mezzo.
Quanto impiega a preparare una puntata del suo programma?
Anche otto o nove ore. La parte più faticosa è la preparazione. Una volta fatta quella il resto viene più facile.
A quale dei personaggi che lei ha lanciato è più affezionato?
Ognuno di loro ha un qualcosa di interessante.
Di cosa è più orgoglioso del Chiambretti night?
Della nostra Maionchi. L’imitazione che fa Aldo Piazza mi diverte molto. E poi del corpo di ballo che è riuscito a portare in tv qualcosa di nuovo rispetto alla banalità dei balletti.
Come nasce l’imitazione della Maionchi?
Per caso. Aldo stava truccandosi e ad un certo punto esce dal camerino la guardiamo e ci accorgiamo della somiglianza. E poi la zona di provenienza è la stessa. Parma e Bologna.
I Krisma, invece? Loro arrivano direttamente dagli anni ’80. Erano spariti.
Li ho incontrati tempo fa e mi detto: “Noi siamo delle star precedenti”. E l’ho trovato geniale. Solo per questo hanno il diritto di essere ancora davanti alle telecamere.
Lei è esperto nel recupero di star, vero?
Direi che ora però preferisco inventare e scovare nuovi personaggi. Ormai di gente che recupera dinosauri ce n’è piena l’aria.
Nostalgia de La7 e di Markette?
Più che altro delle persone che hanno condiviso con me il progetto, vedi per esempio l’ex direttore Antonio Campo Dall’Orto. Ora che ci penso però, le persone di cui parlo non sono più a La7…
Oltre al talk su Italia Uno sono previsti altri appuntamenti nel contratto con Mediaset?
Per ora no. Per questa stagione e per al prossima farò solo Chiambretti night.
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