Distretto di polizia 8, una delle fiction su cui Canale5 aveva maggiormente puntato per una delle sue stagioni più tormentate, non sta andando bene, un dato oggettivo quanto netto. Partiamo dai fatti. È l’anno scorso quando un poco riconoscente Massimo Dapporto abbandona la serie, di cui è stato protagonista per una sola stagione, la settima, e le cause scatenanti paiono realmente poco chiare. Uno dei protagonisti della serie prodotta dalla Taodue, però, meno amati dai fans anche perché subentrato a chi aveva fatto la storia della fiction, riferendoci, neanche tanto velatamente, a Giorgio Tirabassi e a Ricky Memphis, personaggi amati dal primo fino al sesto anno. Troppo geriatrico ed austero rispetto al nocciolo del famoso X Tuscolano, puramente giovanile nelle sue personalità. Una sterzata, perciò, soprattutto agli ascolti in netto calando di puntata in puntata, dovuti non solo per l’età che incombe ma anche per altre e riconosciute ragioni, pareva quanto mai necessaria. Una sceneggiatura abbastanza ripetitiva, una noiosità che incombeva nelle dinamiche bisognose di olio nei loro marchingegni, con il risultato della visione di un qualcosa che sapeva troppo di già visto. L’occasione è presa al volo, quella dell’abbandono di Dapporto, per dare risposta a questa tipologia di esigenza. Il ruolo del commissario dell’ottava stagione, perciò, è prelevato da Simone Corrente, uno dei pochi che vagheggiano nel commissariato romano dalla prima volta che questo ha fatto la propria comparsa in televisione e i primi rumors promettevano meno chiacchiere e più giallo, quello che pure persisteva nelle ultime stagioni ma in qualità altamente sbiadita. Il tutto per rendere anche più fluida e più di impatto la sceneggiatura, allo snellimento della quale collabora anche la nuova linea gialla, liberatasi da orpelli giudiziari e casi forse complessi da gestire e perciò risultanti a volte troppo pesanti da vedere, come l’ultimo legato alla ‘ndrangheta.
Una linea gialla più “semplice” ma al contempo più appassionante, in quanto riguarda da vicino tutti i protagonisti della serie, e non elitaria, singola e ristretta a chi da meno è conosciuta, come avvenuto lo scorso anno. Tutte le carte in regola per fare bene c’erano. E noi ne rimanemmo estasiati, come testimoniato. Parlammo di un inaspettato, per quanto frettolosi (e poi più che giustificati) nei giudizi, ritorno alle origini, certo non ai fasti dei tempi dell’indimenticabile Scalise interpretata da Isabella Ferrari, ma a ciò che conoscevamo: un Distretto fatto di azione, di buoni sentimenti, sempre all’erta ma soprattutto coinvolgente. C’è un ma. Gli ascolti non ripagano, nonostante la qualità ci sia. Un pubblico scettico dinanzi a quella che è realtà, e perciò narcotizzato, giustamente, dalla irrealizzabilità di quella che pareva essere utopia o un pubblico semplicemente annoiato e scocciato?
Entrano in gioco, in tale tipo di ragionamento, quelle che sono due costanti da tenere sempre in considerazione quando in ballo c’è il raggiungimento di determinate quote d’ascolto: la salvaguardia del prodotto e la controprogrammazione interna. Una fiction che arriva all’ottava stagione, volente o nolente, non è più il concorrente temibile che poteva essere un tempo, lo schiacciasassi di qualche anno prima, anzi. È un qualcosa da tenere in cura, da proteggere, da salvaguardare, appunto. Sia da quella che è la concorrenza schierata da terzi, e quindi dalla Rai, che al giovedì sera programma una fiction giovane, Provaci ancora Prof 3, e l’approfondimento giornalistico più discusso e seguito della tv italiana, l’Annozero di Michele Santoro, sia da quella interna, che ipoteticamente potrebbe, e infatti agisce in tal senso, rubare ascolto. Quanto avviene, settimanalmente, con la coincidenza di programmazione della terza edizione de La Talpa. Il problema, il dubbio, è incrementato nel momento in cui poi ci sono ben due serate scoperte, liberate da flop inaspettati, intasate però con l'azzardata scelta di metterci film visti e stravisti.
Distretto, a dirla tutta, c’è. E le prossime puntate riserveranno sorprese incredibili, con un mix di thrilling ed emozione mozzafiato. La colpa di un calo d’appeal, forse, non è tutta da attribuire a chi su Youtube si diverte ad inserirne prima gli episodi, né al caso fortuito perché il lavoro fatto per questa stagione è eccelso, anche nelle minuzie dei casi di puntata (quello dei bambini sottratti forzatamente alla loro infanzia è da lode, per tematica e per resa) e nelle sfaccettature delle personalità dei personaggi (Elena Argenti, parere strettamente personale, interpretata dalla bravissima Anna Foglietta, è una vera e propria rivelazione). Ci sarà un colpo di coda nel finale di stagione, a livello d’ascolti, purtroppo così importanti per un futuro così poco roseo, o cos’altro?
Una linea gialla più “semplice” ma al contempo più appassionante, in quanto riguarda da vicino tutti i protagonisti della serie, e non elitaria, singola e ristretta a chi da meno è conosciuta, come avvenuto lo scorso anno. Tutte le carte in regola per fare bene c’erano. E noi ne rimanemmo estasiati, come testimoniato. Parlammo di un inaspettato, per quanto frettolosi (e poi più che giustificati) nei giudizi, ritorno alle origini, certo non ai fasti dei tempi dell’indimenticabile Scalise interpretata da Isabella Ferrari, ma a ciò che conoscevamo: un Distretto fatto di azione, di buoni sentimenti, sempre all’erta ma soprattutto coinvolgente. C’è un ma. Gli ascolti non ripagano, nonostante la qualità ci sia. Un pubblico scettico dinanzi a quella che è realtà, e perciò narcotizzato, giustamente, dalla irrealizzabilità di quella che pareva essere utopia o un pubblico semplicemente annoiato e scocciato?
Entrano in gioco, in tale tipo di ragionamento, quelle che sono due costanti da tenere sempre in considerazione quando in ballo c’è il raggiungimento di determinate quote d’ascolto: la salvaguardia del prodotto e la controprogrammazione interna. Una fiction che arriva all’ottava stagione, volente o nolente, non è più il concorrente temibile che poteva essere un tempo, lo schiacciasassi di qualche anno prima, anzi. È un qualcosa da tenere in cura, da proteggere, da salvaguardare, appunto. Sia da quella che è la concorrenza schierata da terzi, e quindi dalla Rai, che al giovedì sera programma una fiction giovane, Provaci ancora Prof 3, e l’approfondimento giornalistico più discusso e seguito della tv italiana, l’Annozero di Michele Santoro, sia da quella interna, che ipoteticamente potrebbe, e infatti agisce in tal senso, rubare ascolto. Quanto avviene, settimanalmente, con la coincidenza di programmazione della terza edizione de La Talpa. Il problema, il dubbio, è incrementato nel momento in cui poi ci sono ben due serate scoperte, liberate da flop inaspettati, intasate però con l'azzardata scelta di metterci film visti e stravisti.
Distretto, a dirla tutta, c’è. E le prossime puntate riserveranno sorprese incredibili, con un mix di thrilling ed emozione mozzafiato. La colpa di un calo d’appeal, forse, non è tutta da attribuire a chi su Youtube si diverte ad inserirne prima gli episodi, né al caso fortuito perché il lavoro fatto per questa stagione è eccelso, anche nelle minuzie dei casi di puntata (quello dei bambini sottratti forzatamente alla loro infanzia è da lode, per tematica e per resa) e nelle sfaccettature delle personalità dei personaggi (Elena Argenti, parere strettamente personale, interpretata dalla bravissima Anna Foglietta, è una vera e propria rivelazione). Ci sarà un colpo di coda nel finale di stagione, a livello d’ascolti, purtroppo così importanti per un futuro così poco roseo, o cos’altro?
3 commenti:
Al di là della qualità della fiction certamente indiscutibilmente , a penalizzare sempre più la serie ci si mette il fatto che sia l'ottava serie..
molte persone hanno abbandonato la serie , anche se molto gradualmente...ed è difficile riprendere il filo narrativo di una storia che oramai ha preso piege diverse...
La fiction ha bisogno di fidelizzazione di essere seguita...ed è difficile poi recuperare il pubblico che s'è perso...sopratutto se si è all'ottava edizione!
Non solo le trame ... ma spesso la scelta dei sostituti ... di attori amati del cast ... ( Max Giusti per esempio ) mi sono sembrate fuori luogo ... e hanno contribuito ad allontanare il pubblico + affezionato ...
Quest'ultima serie , nonostante gli ascolti deludenti comunque è incalzante ( a volte anche troppo ) e ben costruita ...
Regina, ciao :)
Non posso che darti ragione, purtroppo. Il problema, e forse parla più il fan che colui che cerca di analizzare oggettivamente i fatti, è che vedere ascolti infimi per una serie di cotanto livello, che, arrivata all'ottava stagione, credimi, ha perso personaggi, ma non smalto (così come accaduto lo scorso anno con quella che era una stagione di passaggio). È una fiction mozzafiato. Certo, se si facesse in modo che un qualcosa di così datato sia più salvaguardato, come scritto, le cose andrebbero, nel loro piccolo, diversamente...;)
Ciao, ITAL :)
Bravissimo, anche taluni personaggi. Max Giusti, ad esempio, non ha dato niente a questa serie. Ma realmente nulla. Un personaggio vuoto. Ah, sbagliavo. Ha portato Anna Longhi :D E i suoi siparietti sono troppo divertenti. Concordo sul giudizio relativamente a quest'ultima serie. Migliore delle ultime due viste totalmente in onda ;)
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