La fiction rappresenta uno dei serbatoi principali dai quali attingere sempre nuovi e sperati successi, uno di quei macrogeneri che vive al di là di ogni flessione, di ogni inflazione e di ogni variazione di costumi, usi e abitudini. La televisione questo lo sa, e anche molto bene. Non a caso i prodotti che più imperversano sui nostri teleschermi durante le prime serate di ogni qualsiasi settimana sono proprio quelli appartenenti al genere. La variabilità delle tematiche, il differente modo di trattarne una, lo sviluppo di una stessa sono minuzie e sensibilità utili per capire come e quanto sia facile fare fiction data la vastità della categoria e della sua trattabilità. La difficoltà dove sorge? Nel saperla fare bene. Gli italiani, in tal senso, peccano sempre un po' di presunzione, dando vita a prestazioni mediocri estremamente blasonate, di infimo ordine se paragonate alla utopistica - nei limiti della nostra regione - perfezione del modello americano. Gli U.S.A. che rappresentano sempre il secondo termine di un paragone che non ha ragione d'essere, che non vige e non ha le basi per essere posto. Una precisione sistematica ed oggettiva da un lato, pur con i dovuti gusti e le dovute soggettività, la continua ricerca della sufficienza, che non appare come tale, dall'altra. Spesso, perciò, si cade in errori e in incidenti di percorso tali da provocare sontuosi flop televisivi, a partire da quella che è la spesa realizzata per la produzione di una serialità di medio o lungo termine e da quelle che sono le aspettative nutrite nelle varie performances. Ci ritroviamo giustappunto oggi a tirare le somme, forse definitivamente, di due differenti fiction, nate sotto diversi auspici, eppure accomunate dall'appartenenza ad uno dei campi di cui più tratta ultimamente il genere: il medical. Le due produzioni sono Terapia d'urgenza, andato in onda ogni giovedì su RaiDue, e Crimini Bianchi, su Canale5 e poi su Italia1.
Il primo narra di un gruppo di medici che lavorano all'interno di un ospedale milanese sempre all'azione per salvare vite in pericolo, fulcro attorno al quale ruotano le storie dei protagonisti, alle quali spesso è stata data un'importanza tale da far sorgere il dubbio circa il fatto che si trattasse di una fiction o di una soap opera. Ed è stata forse questa la ragione scatenante di un netto rifiuto da parte del pubblico italiano che l'ha bocciata totalmente. Un investimento totalmente errato, data la produzione di 18 puntate da 95 minuti l'una, la prima delle quali è andata in onda l'oramai lontano 28 agosto. A decretare lo stop a 9 puntate dalla fine, praticamente arrivati al giro di boa, è stato l'Auditel che da una prima al 10% di share ha sentenziato per l'ultima un bassissimo 6%. La programmazione sicuramente non ha aiutato, dato che il venerdì sera, come risaputo, è sempre stato un giorno funesto per la messa in onda di fiction made in RaiDue. Ed esempi, sotto tale ottica, ce ne sono già stati in un recente passato, come Nebbie e delitti 2, La stagione dei delitti 2, Il capitano 2 in netto calo rispetto alla prima stagione, il ciclo di tv-movie Crimini e così via.
Per quanto riguarda, invece, Crimini Bianchi, ci siamo spesso interrogati sulle cause di un così incredibile insuccesso a nostro parere immeritato. Dopo un doppio 13% di share registrato nelle prime ed uniche due serate su Canale5, ed un 5% poi risalito a 6% in quelle di Italia1, dove era stato programmato dopo un episodio della quarta stagione di Grey's Anatomy, anche per la fiction interpretata da Daniele Pecci, Ricky Memphis e Christiane Filangieri suona il de profundis, arrivati anche qui al giro di boia: 6 episodi su 12.
Sta di fatto che, oltre gli oggettivi riscontri, è conseguente evidenziare una situazione che si sta sempre più largamente e dettagliatamente delineando. Il genere medical è in crisi ed è evidentemente inflazionato, sovvertendo, in maniera apparente, quanto detto poc'anzi. Questo perché l'abuso di una specie appartenente al genere è sempre esposta a vulnerabilità particolare. Che si tratti di Terapia d'urgenza, di Crimini Bianchi, di Medici Miei, di Medicina Generale o chi per essi, il pubblico sembra rifiutare aprioristicamente tutto ciò che ha a che fare con ospedali, ferri, camici. E allora sorge, in maniera spontanea, un interrogativo: colpa delle produzioni italiani che accrescono una certificata ipocondria italiana dinanzi a tale tipologia di fiction e che per questo escono sconfitte dal paragone con quelle americane? Il peccato, se così fosse, è che si rischia di fare un discorso generale includendo alcune eccezioni che hanno il merito di portare qualcosa di realmente diverso rispetto alla piattezza televisiva attuale. Un pubblico perciò insofferente, che pare rispedire al mittente ogni offerta gli venga proposta. Il dubbio è: a torto o a ragione? Intanto c'è una certa Chirurgia d'urgenza, quella della coppia Pasotti - Michelini che attende di essere trasmessa...
Per quanto riguarda, invece, Crimini Bianchi, ci siamo spesso interrogati sulle cause di un così incredibile insuccesso a nostro parere immeritato. Dopo un doppio 13% di share registrato nelle prime ed uniche due serate su Canale5, ed un 5% poi risalito a 6% in quelle di Italia1, dove era stato programmato dopo un episodio della quarta stagione di Grey's Anatomy, anche per la fiction interpretata da Daniele Pecci, Ricky Memphis e Christiane Filangieri suona il de profundis, arrivati anche qui al giro di boia: 6 episodi su 12.
E' una fiction di ottima qualità ma a me ad esempio crea molta ansia. Spesso si fanno delle sperimentazioni ma, in questo delicato periodo, bisognerebbe dare anche un pochino Frank Capra , storie tipo Mr Smith va a Washington, che diano fiducia, anche se magari sono un po' pedagogiche.Sicuri che si tratti semplicemente di ansia e non di un riporre la testa, a mo' di struzzo, sotto terra senza guardare ciò che ci circorda pur nella consapevolezza che esiste ma che facciamo finta, in barba a superflui moralismi, di non sapere? Allora forse dobbiamo dare adito a quella che era l'ipotesi di boicottaggio attuata ai suoi danni così come previsto da una nostra lettrice.
Sta di fatto che, oltre gli oggettivi riscontri, è conseguente evidenziare una situazione che si sta sempre più largamente e dettagliatamente delineando. Il genere medical è in crisi ed è evidentemente inflazionato, sovvertendo, in maniera apparente, quanto detto poc'anzi. Questo perché l'abuso di una specie appartenente al genere è sempre esposta a vulnerabilità particolare. Che si tratti di Terapia d'urgenza, di Crimini Bianchi, di Medici Miei, di Medicina Generale o chi per essi, il pubblico sembra rifiutare aprioristicamente tutto ciò che ha a che fare con ospedali, ferri, camici. E allora sorge, in maniera spontanea, un interrogativo: colpa delle produzioni italiani che accrescono una certificata ipocondria italiana dinanzi a tale tipologia di fiction e che per questo escono sconfitte dal paragone con quelle americane? Il peccato, se così fosse, è che si rischia di fare un discorso generale includendo alcune eccezioni che hanno il merito di portare qualcosa di realmente diverso rispetto alla piattezza televisiva attuale. Un pubblico perciò insofferente, che pare rispedire al mittente ogni offerta gli venga proposta. Il dubbio è: a torto o a ragione? Intanto c'è una certa Chirurgia d'urgenza, quella della coppia Pasotti - Michelini che attende di essere trasmessa...
6 commenti:
Non penso sia inflazionato ... credo che sia una questione di fattura del prodotto e ( cosa spesso sottovalutata dai + )del cast ...
Come puoi attirare l'attenzione del pubblico ... con un Muniz o un apprezzabile ma poco espressivo Pecci ?
Metti al posto di Menphis per esempio ... un attore come Massimo Dapporto o Giancarlo Giannini ...o una Ranieri o Sofia Ricci al posto della Filangieri ... e già ... il livello recitativo migliora e si qualifica...e poi le storie di Crimini Bianchi non sono male anzi abbastanza verosimili ma ... bisogna stemperare ansia e tensione narrativa con momenti + soft ... in fondo succede anche nel mitico Dr. House !
Per quanto riguarda Chirurgia D'urgenza con Pasotti - Michelini
... anche se nn so quando la vedremo ... visto i flop del genere medical ... mi incuriosisce
la coppia di cui sopra che mi è simpatica e ho avuto modo di apprezzare a Distretto ... mi piacerebbe vedere ... se sono in grado di essere gamba come hanno
dimostrato nella storica serie poliziesca di Canale 5
Quindi secondo Ital il pubblico vorrebbe sempre le stesse facce?
Massimo Dapporto ed Elena Sofia Ricci farebbero dunque da garanti per la buona riuscita di qualsiasi fiction? Non è un bel pensare; abbiamo tanti bravi attori e soprattutto nella fiction - trampolino di lancio per molti di essi - perchè non far strada ad altri, talentuosi professionisti? L'atteggiamento di Ital è infatti paragonabile a quello diffuso nell'intero Paese: senza dar spazio al nuovo, senza provare a pensare, a riflettere sugli errori di cui però l'Italia tutta paga le conseguenze, è meglio rifugiarsi nei meccanismi passati, in alcuni casi piuttosto perversi; le stesse facce, gli stessi premier, gli stessi governi che propongono decreti legge vecchi decenni (vd riforma sulla Scuola!)... Sono tutt'altro che positivi questi presupposti, lo penso sinceramente. L'Italia non è pronta a fare un balzo in avanti in Europa e nel mondo, figuriamoci se lo è la tv, specchio della nostra retrograda e reazionaria società! La gente vuole le favole con la Ferilli, non vuole angosciarsi stando appresso ad episodi di malasanità (vd CRIMINI BIANCHI) od alle malattie anche se in 2° piano rispetto alla linea sentimentale (vd TERAPIA D'URGENZA)... Non si vuole pensare, meglio il puro divertissement, l'entertainment. Quindi? Ve li meritate Ferilli, Carrà e Baudo, ve li meritate. Voi. Noi giovani e speranzosi no!
L. V.
terapia d'urgenza a me piaceva. mi spiace.
E a me piaceva crimini bianchi. Storie prese dalla realtà, un piglio un po' più realistico. Ci hanno provato, hanno avuto coraggio, ringrazio autori, produttori, regista, attori e troupe per questo.
Certo dire che Memphis non fosse credibile è davvero troppo: chi conosce gli avvocati di Roma sa bene che potrebbe benissimo esser uno di loro... Del resto pure Massimo Ghini recita in dialetto, o no, Raccontami è untouchble?
Ho solo detto ...caro anonimo ...
che ci sono attori + bravi che avrebbero potuto dare maggior resa e presa ... ( i nomi sono casuali ma invito a pensarne altri ...)
Se non vogliamo prendere i soliti noti ... ci sono alcuni bravissimi attori teatrali ... poco conosciuti ... al grande
pubblico ...
Inoltre ho sottolineato che nonostante qualche evidente difetto
la serie era interessante ... per me, per te e per quei 4 gatti che come noi ...che l'hanno seguita ... fino all'inevitabile soppressione!
Se alcune serie mediche... hanno dei risultati così scarsi ... è inevitabile che ci si interroghi perchè ...
Se le fiction in tv, come il cinema, vengono fatti e prodotti per essere graditi a una ampia fetta di pubblico ...e non è stato raggiunto questo scopo
inevitabilemte qualche errore è stato fatto ... e non piccolo ...
Senza nulla togliere al bravo Memphis ... un pò troppo simile al poliziotto che tutti abbiamo apprezzato in Distretto ...
non ho visto in CB un cast di attori super ...e neanche la recitazione eccelleva...
Il livello stellare di serie come House ... comunque per le fiction italiane ...rimane un lontano sogno !
Cosa centra poi la politica ...con il commento tecnico e appassionato ... su delle fiction mediche ...
Mah mah mah ...
C'entra eccome caro ital... C'entra. Constatavo un atteggiamento diffuso; non ce l'ho con te, figurati! Comunque ovviamente credo che generalmente si abbia bisogno di fruire qualcosa di leggero, e che si consideri la COMMEDIA il genere preferito. Ma siccome di commedie all'Italiana ne abbiamo fatte tante (durante l'age d'or) ora mi appare tutto come una ridicola macchietta. Non siamo bravi come le major made in USA a fare il medical alla Dr. House, ma non siamo neanche più bravi a scrivere commedie come si deve!!!
L.V.
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