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venerdì 16 gennaio 2009

INTERVISTA A GUIDO CAPRINO:"NON SONO COME MANARA, IO LE DONNE LE RISPETTO"

Forte del grande successo che sta riscuotendo la fiction Il Commissario Manara, Guido Caprino sta lentamente ritagliandosi un ruolo definito nel mondo dello spettacolo, in particolare in quello riguardante il piccolo schermo. Volto già noto agli appassionati di fiction ed affini, anche i più "distratti" ora impareranno a conoscere meglio Guido Caprino, estremamente bravo ed "azzeccato" nel ruolo assegnatoli dalla intera produzione. Ci appresteremo a dedicare un post di "giudizi e commenti" appositamente per la fiction, ma in ogni caso riportiamo l'intervista che lo stesso Caprino ha rilasciato oggi ad Il Messaggero.
Caprino: non sono come il commissario Manara, io le donne le rispetto
ROMA (15 gennaio) - Ha compiuto gli anni da poco, esattamente il 3 gennaio, ma il suo compleanno, Guido Caprino, non è riuscito a festeggiarlo visti i suoi tanti impegni. «Sto girando un film per il cinema con Chiara Martegiani, Claudia Gerini e Stefania Sandrelli, che ancora non ha un titolo definitivo. Poi ci sono le interviste e questa notorietà, alla quale non sono abituato, che mi prendono altri spazi, tant’è che non riesco ad avere un attimo per rilassarmi», dice.La notorietà. E già! Perché Guido è un volto della fiction televisiva di successo. È lui quel Commissario Manara di Raiuno che non appena trasmesso ha avuto un grosso impatto con l’audience. Ma Caprino nasce come divo tv o no?
Come le è venuta la voglia di intraprendere la strada dello spettacolo?«Devo andare molto indietro nel tempo. Avevo diciassette anni. In Sicilia, dove sono nato, mio cugino aveva una compagnia teatrale. È stato lì che ho avuto la prima “folgorazione”. Mi hanno messo un copione in mano e ho iniziato a recitare. Niente di classico. Il nostro era teatro off. Mi divertivo, mi piaceva e ho capito che dovevo fare qualcosa per migliorare. Sono partito per Milano. Volevo studiare, volevo preparare bene il mio futuro d’attore. Sono rimasto lì per tre anni».
E poi?«Poi ho iniziato a fare provini. Ho avuto tante esperienze, fra queste quella con Marco Bellocchio è stata sicuramente una delle più importanti. Stava girando in Sicilia Il regista di matrimoni. Il mio doveva essere un piccolo ruolo, tre pose. Quando Bellocchio ha visto le improvvisazioni che facevamo io e Francesco Scianna (sembravamo i “bravi” di manzoniana memoria) ha deciso che le pose sarebbero state ventitrè. I momenti più belli sono stati proprio quelli in cui ci dava carta bianca. Poi nel corso del montaggio è stato tagliato molto. Ma poco importa. L’esperienza è stata stupenda».
Con quale regista vorrebbe lavorare ora?«Un solo nome? Emanuele Crialese».
E la fiction televisiva?«Mi hanno scelto la prima volta come ospite di Una famiglia in giallo (praticamente spin-off del Commissario Manara), poi c’è stata Matilde con Sabrina Ferilli. Il salto l’ho fatto con L’ultima frontiera, diretta da Franco Bernini. Il mio personaggio, Elias Satta Pintore brigante di vecchio stampo, era molto profondo. Insomma un ruolo fortissimo».
Forte come quello del Commissario Manara?«Non proprio. Manara e io abbiamo molte cose in comune tranne una. Non sono un donnaiolo come lui. Mi piacciono i rapporti profondi e soprattutto il rispetto nei confronti della mia compagna. Manara da questo punto di vista lascia molto a desiderare».
Cinema, tv e il teatro?«In questo momento preferisco dividermi fra piccolo e grande schermo. Sto girando un film con Chiara Martegiani, Claudia Gerini e Stefania Sandrelli. Non posso dire di più. Comunque per il cinema e la tv interpreto ruoli diversi. Il teatro mi impegnerebbe tantissimo. Le tournée durano tanti mesi e sinceramente questo, ora, non me lo posso permettere. Le tavole del palcoscenico, comunque, rimangono sempre il mio grande amore».
Parlando di fatti e misfatti che affannano il mondo, che cosa pensa della guerra che si sta consumando a Gaza?«Preciso che non sono politicamente impegnato. So, però, che detesto l’idea di un ritorno al Medioevo e alle Crociate. Siamo nel 2009 e il dialogo fra le varie etnie e religioni dovrebbe essere l’unica strada da seguire. Poi, pensando ai civili uccisi e ai bambini vittime di questa stupida guerra, non mi sento di giustificare niente e nessuno. Sono episodi e drammi che mi fanno stare male dentro».

2 commenti:

Anonimo ha detto...

molto bravo

Anonimo ha detto...

direi sopratutto uno schianto...era da un pò che non se ne vedeva in giro uno così..