“PROGRAMMA PREFERITO? LUCIGNOLO”, PAROLA DI VELINE

Giovedì scorso è andata in onda la puntata finale di Veline, il concorso estivo di Canale5 il cui intento è, ab ovo, stato quello dello scovare le nuove vallette per la trasmissione cult della rete Striscia la notizia. Il botto d’ascolti registrato in quell’ultima serata, quasi 10 milioni di telespettatori, è significativo di una particolare attesa diffusasi tra il pubblico, sinonimo di quanto abbia avuto appeal nei telespettatori la selezione delle due "cubiste" per antonomasia del mondo del piccolo schermo. Sicuramente parte dell’incredibile e stratosferico successo della prima puntata della nuova edizione del programma d'access della rete diretta da Massimo Donelli, ovvero altrettanti 10 milioni di spettatori per uno share che ha superato i 36 punti percentuali, è dovuto all’effettivo esordio di Costanza Caracciolo e Federica Nargi, la velina bionda e la velina mora che da lunedì 22 settembre stanno danzando sul bancone più famoso della televisione italiana.

Al di là dei fatti, facciamo una piccola digressione. Il pubblico, notoriamente, in quelle che sono occasioni relative ad interviste o ad espressioni di ciò che è il proprio giudizio sullo stato della televisione italiana, afferma di non guardare di buon occhio tutto ciò che è ritenuto trash che, stando a quanto è sentire comune, ha un significato sì personale ma riconoscibile nel cosiddetto cattivo gusto. Le veline, stando a ciò che è attinente al vero, sono le ballerine del programma ma, in senso più generale, raffigurano la punta di un iceberg enorme. Ovvero quando, nell’immaginario collettivo, il termine veline è rappresentativo di un mondo, di un universo. Il termine, quindi, usato per etichettare un qualcosa, in maniera dispregiativa, che abbia a che fare con i ruoli che genericamente ricoprono, non valevoli, secondo il gusto dei critici, di attribuzioni di particolari meriti o determinate lodi. Ciò che è luogo comune, a volte, è verificato, e un fondo di verità esiste sempre. Se la velina, nell’accezione negativa del termine, è l’oca mediatica, che nel privato fa del cattivo gusto propria arma (ecco, quindi, il connubio tra la tv trash e le vallette), è possibile offrire delle ragioni che spieghino tale visione.

Mettiamo, perciò, in ordine. Velina uguale valletta di Striscia la notizia divenuta etichetta per colei che è valletta, la quale generalmente è più conosciuta per il proprio privato, con evidente cattivo gusto, che per reali doti. Dove voglio soffermarmi? Sul fatto che il luogo comune secondo cui le veline siano ruoli simil lasciapassare per una carriera scintillante senza avere né arte né parte, in fondo, ha delle ragione razionali alla base, visto anche quanto, poi, si dichiara. Potrei chiedere di elencare le doti reali di Elisabetta Canalis alla conduzione, come già fatto una volta, o di una Melissa Satta per qualità interpretative, tanto per dire, ma non lo faccio. Non si spara sulla croce rossa, comunemente. Non verrò smentito, però, se dico che la velina è una qualche ragazza che vuole sfondare nel mondo del piccolo schermo senza una reale cultura televisiva, o, più ampiamente, nell’universo dello showbiz con il difetto del possedimento di scarse basi. Perché dico questo? Ho letto un’intervista rilasciata dalle vincitrici del concorso al Sorrisi & Canzoni Tv di Alfonso Signorini, nel quale, alla domanda “Programma tv preferito?” le risposte sono state:

Federica Nargi: «Lucignolo».
Costanza Caracciolo: «Ecco, brava. Lucignolo».

Mi domando, allora, e chiedo: una ragazza per la quale la trasmissione preferita è Lucignolo, senza spendere giudizio altro, veramente ha delle doti? Non voglio sembrare "bacchettone" né affrettato nelle critiche, ma come si fa a preferire, tra i tanti, un programma così vuoto, così brutto, così inutile? Così maledettamente trash? In una televisione che non conosce il significato di meritocrazia né di gerarchia, dove chiunque può trovarsi a qualsiasi posizione, indistintamente dalle capacità, dalla bravura e dalla gavetta, alle veline piace Lucignolo. Un dato di fatto insovvertibile. Forse è anche sbagliato che faccia questo tipo di riflessione partendo da una semplice risposta, ma penso di avere delle ragioni, sì discutibili, ma altrettanto rispettabili, che poggiano su realtà effettive. Almeno ho una certezza, anzi due. C’è gente che dichiara di amare Lucignolo. E quando si dice che le veline sono famose per stare con i calciatori, non dirò che non bisogna fare di tutta un’erba un fascio. No.