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lunedì 18 agosto 2008

COSA È IL TRASH IN TV?

La televisione, nelle sue mille e più sfaccettature, osa riempirsi la bocca di paroloni dei quali, molto spesso, non conosce né il significato né il campo di applicabilità all’interno di un contesto puramente discorsivo, così come accade a chi, del mezzo, è appassionato e vuole, per empirica passione, per dilettantismo o per il solo gusto del criticare, esprimere giudizi sui suoi frutti. I prodotti del tubo catodico sono, come ben sappiamo, molteplici, svariati e (presentati come) diversi fra loro, collocandosi nel panorama di un’offerta televisiva alla ricerca di un’agognata, e raramente effettiva, generalità. Una minore estensione del generale porta, conseguentemente, ad una maggiore comprensibilità delle specie che sono contemplate all’interno della categoria primaria: la tv. Quali sono tali specie? La fiction, il documentario, il quiz, il talk show, il varietà e così via. A loro volta, queste sono rappresentanti macrogeneri all’interno dei quali, successivamente, sono annoverati più e più sottoclassi che hanno il compito di entrare sempre più nell’ambito del dettagliato. Non sempre, però, questa dissezione è rispettata, vivisezione alla quale ne è nettamente preferita un’altra: quella tra la tv di qualità, la tv dichiaratasi intelligente, e la tv trash, comunemente ed italianamente parlando definita spazzatura. Due estesi ed abnormi tronconi sotto cui, apparentemente in maniera scriteriata, ed effettivamente impressione permanente, sono distinti i prodotti televisivi. In tale ed ulteriore diversificazione è esclusa, senza possibilità di rimedio alcuno, la naturale possibilità, la pensabile ed esistente probabilità di una televisione che cerchi di discostarsi dal presunto e passivamente accettato cattivo gusto nella volontà, però, di non fare tv culturale: una tv di mezzo, insomma, che sappia coniugare elementi differenti di quelli appartenenti alla prima e all’ultima categoria.

Detto ciò, la nostra lente vuole focalizzare l’attenzione proprio su una di queste due: la televisione spazzatura. Alla fiera del luogo comune, la tv trash è riluttante (o definita con aggettivi ben peggiori) è uno degli articoli più visitati, assieme al viva la pace e a la guerra è brutta. Uno di quei neologismi di cui, come precedentemente asserito, non si può fare a meno pur di portare avanti un discorso che poggi le proprie basi su nozioni largamente riconosciute. Una serie di parole che, più che costituire una classe di programmi ad essa appartenenti, sembra come l’espressione linguistica di un fenomeno la cui identità è nota e risaputa, ma il cui significato ha l’apparenza di essere labile ed oltremodo duttile. Uno di quelli che non è unilaterale, ma ricco e poliedrico, a partire dalla posizione dal quale lo si guarda e lo si denota.

Domanda: "cosa è il trash?". La risposta più banale è: "spazzatura". Come in un infinito e bambinesco gioco dei perché, si potrebbe controbattere con un ulteriore quesito: "cosa è spazzatura?". La replica maggiormente ipotecabile sarebbe: "Tutto ciò che è brutto". Ovvero quanto di più astratto e diverso da soggetto a soggetto possibile. Un concetto che è declinato a partire dai gusti e dalla visione dettata dal personale e dallo strettamente proprio, a cui il donare concretezza appare come lavoro altamente inutile data l’improbabilità di successo.

Tuttavia, per etichettare ciò che, per la maggiore, è in onda, questo tipo di espressione è frequentemente utilizzata, incappando in quello che, a mio parere, è il principale errore, quale quello dell’attuazione di una singolare coincidenza tra quella che è il “linguisticamente” evanescente trash e quella che, d’altra parte, risulta essere la più bieca e becera espressione della volgarità. Trash, quindi, non solo uguale a spazzatura, ma anche a volgarità. Non a caso, quando vengono poste domande relative al quale sia la trasmissione più trash della televisione italiana, all’impazzata, sono sparati titoli del tipo Buona domenica, Uomini e donne, Lucignolo e via di seguito. Queste sono trasmissioni in cui la trivialità regna sovrana, dove la volgarità è il biglietto da visita personale. E non c’è suddivisione in trash pulito e trash scadente che possa reggere e fare da collante a questo tipo di slabbrata realtà. Suddivisione che non esiste per due motivi: per il fatto che volgarità è un principio diverso da quello di trash, e per il fatto che il trash non conosce distinzione interna, in quanto classe fine a se stessa. Quelle trasmissioni sono, chi più, chi meno, volgari, lascive e sboccate e primitive per quanto concerne l’arte della dialettica.

A questo punto, corretto, da un punto di vista personale un errore, spontaneo è il risorgere della domanda ci cui prima: "cosa è il trash?". Come già detto, è un’immagine che prende forma a partire dal proprio punto di vista. Provo a rendervi idea di ciò che io reputo tale ricorrendo, primariamente, a semplici esempi. Se mi si chiedesse cosa io pensi, ad esempio, di Uno, due, tre... stalla!, risponderei lercio e sguaiato. Se, ancora, cosa de La Talpa, disgustoso. Per me trash è la spettacolarizzazione del dolore e del pianto utili alla costruzione di una trasmissione. Trash è lo sfruttamento dei disturbi causati dall’essere down al fine fare quattro risate al pubblico solito seguire i programmi del sabato sera. Trash è la speculazione sul passato di chi non l’ha avuto, ahimè, felice e di chi ne parla per coprire un vuoto o buco narrativo. Trash è chi utilizza anormalità per creare casi attorno cui si smobilita il popolare ed il comune. Trash, quindi, come tutto ciò che rappresenta il cattivo gusto, che oltrepassa il fortificato limite della decenza e del decoro, ma che non mette piede nello scurrile e, ancor più, nell’osceno. La classe, quindi, che intercorre tra il medio e il pessimo. Almeno ai miei occhi.

Vi rigiro il quesito: per voi, cosa è il trash?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Trash è una categoria e come tale ha delle sottocategorie (una commedia è una categoria, ma può essere brillante o romantica).
Il problema nasce quando bisogna definire il trash: il trash non è qualcosa di scadente, ma di basso profilo culturale, che son due cose ben distinte.
Alcuni esempi: il telegiornale che alle 13 manda in onda immagini di sparatorie con tanto di ferito sbrindellato è trash, quanto uno che ancora in fascia protetta manda in onda il backstage di un calendario di Manuela Arcuri.
Per lo stesso motivo sono trash le trasmissioni dove vinci migliaia di euro solo con una telefonata o aprendo il pacco, sono trash le docce di Sara Varone a Buona Domenica, le liti di Uomini e Donne.
Allora cosa è il trash? E' qualcosa che decontestualizzato perde senso.
Non è trash una doccia in una commedia o un morto ammazzato in un film guerra, non è trash un gioco telefonico, se per una domanda stupida si offre uno scolapasta, ma lo diventa se si accentua la morbosità, se si enfatizza la crudezza della scena, se si esalta la bravura di uno che dice che 2+2 fa 4.
Allora il trash è spazzatura? No, se si pongono dei limiti, se la discussione a Uomini e Donne non finisce in rissa, se il regista de La Talpa non indugiasse sulla faccia di quello che vomita dopo aver mangiato un occhio di bue, se l'autore di Buona Domenica, invece di far fare la doccia a chi perde una prova, facesse pagare pegno in modo più giocoso.
Concludo il mio flusso di coscienza con un'ultima riflessione: se diamo il significato esatto a Trash (intrattenimento di basso profilo culturale) ci dovremmo spaventare della televisione che abbiamo, perché si salverebbero ben pochi programmi.
Mai dire Martedì sarebbe Trash, Mai dire Grandefratello sarebbe trash, eppure sono ben fatti.
La qualità può esserci anche nel trash, perché non è detto che un programma di basso profilo culturale non possa essere qualitativamente valido.
Non confondiamo i due piani.
Ciao e complimenti per l'articolo!

Anonimo ha detto...

io adoro il trash e non mi dispiace vedere Uomini e donne, l'isola dei famosi, la talpa, amici e il gf.

Anonimo ha detto...

il tv è difficile parlare di cose che non sono trash...