Devo essere sincero: amante della televisione italiana, ho sempre dato poco credito ai telefilm di matrice americana, pur essendo convinto del fatto che siano una spanna sopra alle produzioni e ai risultati nostrani. Il problema, o la ragione, è che il loro essere così accattivanti, il loro essere così incredibilmente perfetti, pur scadendo e “involvendo” nel corso delle stagioni, è motivo di attrazione massima per la mia persona. Dovrebbe essere una cosa positiva, invece tutto sommato non lo è. Amo la serialità, media o lunga essa sia, ma detesto il “to be continued”, non tollero quegli odiosi “alla prossima”, non amo i climax che si interrompono sul più bello. Sono avido, lo ammetto: devo scoprire subito come termina una cosa, devo essere sicuro del fatto che, terminata una puntata che mi ha preso, posso vederne un’altra, per capire come continua il tutto. Un difetto? Probabilmente. Bene. Allora, sono stato particolarmente colpito dal pilot di un telefilm mandato in onda in questo principio d’estate da Raidue e che si chiama Las Vegas. Un telefilm che è morto e sepolto, purtroppo, che arriva sulla tv generalista con ben sei anni di ritardo dalla prima assoluta sui circuiti americani, sulla NBC nella fattispecie, e che è stato trasmesso totalmente da FOX Italia, su Sky, con un solo anno di ritardo rispetto alla messa in onda americana. Nato nel 2003 e chiusosi nel 2008, Las Vegas creato da Gary Scott Thompson, è ad oggi l’unico dei prodotti mandati in onda da Raidue che timidamente si avvicina alla media di rete, con ascolti che ogni giorno registrato l’8% di share e superano costantemente i 600.000 telespettatori.
L’ho trovato sin da subito un ottimo prodotto e ho provato a vedere altri episodi, slegandomi dalla messa in onda di Raidue per i motivi sopra citati. E ho capito che stavo assistendo davvero ad un piccolo gioiellino. Personaggi ben definiti, belle personalità scritte rese eccellentemente dai vari attori – James Caan nei panni di Big Ed, Tom Selleck come A.J. Cooper e Vanessa Marcil alle prese con la hostess di casinò Sam Marquez quelli a mio avviso caratterizzanti, oltre ovviamente a Josh Duhamel come Danny McCoy –, una regia più che buona, delle storie – preferite quelle verticali con una totale assenza di una storyline orizzontale che accompagni una stagione o il telefilm tutto, ritrovabile però solo nell’evoluzione dei protagonisti – realmente pazzeschi, dei cliffhangers per la fine di ogni serie (cinque in totale) che mi portavano molto spesso a paragonare questi tipi di finali con quelli di prodotti del Belpaese e a riflettere su quanto fiato mi togliessero quelli di Las Vegas rispetto ad altre fiction prettamente italiche. Insomma, sono stato veramente felice di poter vedere i più di 100 episodi di cui consta tutto il telefilm. Ma…
Ma sono al contempo dispiaciuto. Prima ancora che mi tuffassi nel vortice di Las Vegas, di cui ho divorato avidamente tutte le puntate, sapevo che c’era un problema, una chiusura anticipata che aveva lasciato aperte tutte quante le storie dei vari protagonisti, annidatesi incredibilmente nel 106simo episodio intitolato Tre matrimoni ed un funerale. La NBC, infatti, lo scorso anno, visti gli ascolti in calo ma pur sempre soddisfacenti in quanto in bilico tra i 7,5 e i 9 milioni di telespettatori, pur sempre maggiori di quelli che si sono registrati con altri prodotti successivi, decise di chiudere la serie e di non produrne una sesta stagione, scatenando le ire dei fans di tutto il mondo, oltre che del produttore Thompson che tutt’oggi spera di – almeno – farne un film tv di due ore per poter completare tutte le storie in maniera degna. Ne è stato creato un sito à là fans-club (Las Vegas – The Series), è stata aperta una campagna di raccolta fondi con le vendite di scarpe da neonato – il riferimento, per chi ha visto la serie e il suo aperto finale è molto chiaro –, è stata aperta una petizione che però non ha trovato il successo sperato. Ad oltre un anno dalla chiusura, un degno finale per Las Vegas non c’è ancora. A volte pare che la tv americana sia anche peggiore di quella italiana. E il magone, ad essere sincero, mi prende, soprattutto quando leggo sul forum ufficiale della NBC che girano voci positive per una ripresa del telefilm...
Join the campaign – Fans deserve a Real Ending!
2 commenti:
La magia di alcune serie americane è proprio quella : ti lascia la voglia a tratti insana e particolare di seguire la puntata sucessiva ... se personaggi e storie ti sono entrati nel cuore e nella testa ...aspetti i nuovi episodi con trepidazione ...
Ho seguito Las Vegas attraverso lanci e promo, pochi per la verità, di questi anni su stampa e web ...oltre che dai commenti di alcuni spettatori e nn
ti nascondo che se ...li replicheranno come spero in serata o nel week end , nn mi lascerò perdere l'occasione di seguirli.
Avendo ... qualche anno + di te ...e sapendo come funziona la tv americana, legata ai risultati e agli ascolti ancor + della nostra ...ti dico che meglio un finale mancante e un troncatura della serie che fa arrabbbiare ...
ma lascia aperto uno spiraglio almeno alla nostra fantasia ...piuttosto che un finale rabberciato e cucito male, fatto di fretta ...
Nn credi ?
Ital, credimi, te ne consiglio vivamente la visione. E' un telefilm atipico, dai toni forti e rilassanti al contempo, che fa uso di una buona colonna sonora molto aggiornata. Sono rimasto folgorato alla visione :)
Ti do pienamente ragione per il fatto del finale ma... io ho bisogno di sapere come altri 10 milioni di fans e più, come finisce quella scena chiusasi su un bruttissimo "continua"..:(
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