Gerry Scotti sembra sempre più vicino a Sanremo. Non si è perso tempo, a quanto pare. Dopo i risultati, quelli auditel, non estremamente soddisfacenti, sembra che direzione Rai si sia subito attivata, per avviare un subito, senza perdere tempo, quello che è il progetto di Sanremo2009. Nonostante Pippo Baudo, almeno per quanto dicono le voci, sembra debba in ogni caso rimanere coinvolto nella kermesse, sembra che si voglia puntare su di un volto del tutto nuovo. Nuovo per RaiUno. Gerry Scotti infatti, tuttora, nonostante la presenza di Paolo Bonolis, rappresenta l'emblema del presentatore Mediaset. E lo merita, a dir la verità. E questa voce riguardante Sanremo2009, sembra sempre più vicina, anche leggendo l'intervista che LaStampa ha riportato stamane a riguardo. Eccola.
Diaco lo lancia come erede di Baudo. Scotti: «E’ un sogno, ma quel palco mette paura»
RAFFAELLA SILIPO
TORINO
Gerry Scotti conduttore del Festival di Sanremo 2009 e Claudio Cecchetto nuovo direttore artistico. E’ quel che dà per certo Pierluigi Diaco: «La notizia è segreta, ma gli uomini Rai si stanno già muovendo - scrive nel suo sito -. L’idea è del direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce». Molte cose accadranno in Rai da qui al Festival 2009, e chissà se Del Noce avrà ancora voce in capitolo, nonostante ciò la notizia potrebbe avere fondamento. Cecchetto e Scotti sono legati da antica amicizia (fu proprio Claudio a scoprire Gerry all’inizio degli Anni ‘80 e a lanciarlo a Dee Jay Television) e se il primo ha condotto il Festival nel 1981, l’anno di Gioca Jouer, per il secondo l’Ariston è sempre stato un sogno. «Lo sanno tutti che la musica è il mio pallino - ripete da sempre - ho incominciato come dj, a Cinisello Balsamo e poi nel 1983 con Dee Jay Television. Per anni ho condotto il Festivalbar. Una volta il sindaco di Sanremo mi ha detto: “Lei sarebbe il personaggio giusto per l’Ariston”. Mi è venuto dal cuore: “A me lo dice”? gli ho risposto».
Allora Scotti, conferma o smentisce le indiscrezioni di Diaco? «Non confermo e non smentisco,prima o poi tutti i potenziali conduttori sono chiamati per Sanremo e io ho indubbiamente il profilo giusto. Detto ciò, certo che mi piacerebbe presentare Sanremo, mi stuzzicherebbe molto, anche se quel palco mette un po’ paura...»
Anche a un animale televisivo di lungo corso come lei? «Certo, perché le variabili sono troppe, non dipende tutto dal conduttore: prenda questo Sanremo. A me non è sembrato affatto male, la coppia Pippo Baudo e Piero Chiambretti ha funzionato alla grande, Elio e le Storie Tese, almeno per quelli della mia generazione, sono irresistibili e la metà delle canzoni erano buone. Forse Michelle Hunziker era una presenza più incisiva delle due ragazze Bianca Guaccero e Andrea Osvart, ma anche questo conta relativamente».
Conta di più forse il fatto che è uno spettacolo durato cinque ore per cinque sere, o sbaglio? «Il gigantismo è un grosso problema, naturalmente la prima cosa da fare sarebbe snellire lo spettacolo: ho l’impressione però che non lo si possa imputare a Baudo. Credo che il conduttore riceva un pacchetto completo che è la risultante di un accordo Rai-Comune di Sanremo e abbia un’indipendenza relativa. Deve muoversi all’interno di quella griglia».
Cos’altro suggerirebbe lei per rinnovare Sanremo? «Non mi pare possibile affrontare una grossa kermesse musicale senza uno stretto dialogo con il mondo della radio. Capisco che il mio è un punto di vista di parte, sono presidente di R 101 e lavoro in radio da una vita, ma la verità è che solo la radio sa creare in breve tempo un legame stretto con gli ascoltatori. Attraverso la radio non solo si sentirebbero più volte le canzoni in gara, ma sarebbe possibile scambiarsi messaggi e opinioni più liberamente che in tv. Non parlo di una emittente sola, tutte potrebbero avere il loro ruolo: Radio Rai più ecumenico, altre magari più critico. Ma tutto fa gioco».
Lei chi avrebbe fatto vincere? «Il mio preferito è Cammariere, i vincitori sono comunque due ottimi professionisti. Mi piace anche Tricarico, così stralunato: mi ha fatto tornare in mente Vasco Rossi o Zucchero, al loro esordio sul palco di Sanremo. O Rino Gaetano, giovanissimo, spaesato e pieno di talento».
Il suo Sanremo del cuore qual è? «Vedevo il festival da bambino insieme alla mia mamma, era l’unica occasione in cui avevo il permesso di stare alzato. Mi ricordo quell’edizione di Chi non lavora non fa l’amore con Claudia Mori e un Celentano straordinario. Finito di cantare ha chiamato il valletto e gli ha dato diecimila lire di mancia. Aveva già chiari segni di celentanismo».
Diaco lo lancia come erede di Baudo. Scotti: «E’ un sogno, ma quel palco mette paura»
RAFFAELLA SILIPO
TORINO
Gerry Scotti conduttore del Festival di Sanremo 2009 e Claudio Cecchetto nuovo direttore artistico. E’ quel che dà per certo Pierluigi Diaco: «La notizia è segreta, ma gli uomini Rai si stanno già muovendo - scrive nel suo sito -. L’idea è del direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce». Molte cose accadranno in Rai da qui al Festival 2009, e chissà se Del Noce avrà ancora voce in capitolo, nonostante ciò la notizia potrebbe avere fondamento. Cecchetto e Scotti sono legati da antica amicizia (fu proprio Claudio a scoprire Gerry all’inizio degli Anni ‘80 e a lanciarlo a Dee Jay Television) e se il primo ha condotto il Festival nel 1981, l’anno di Gioca Jouer, per il secondo l’Ariston è sempre stato un sogno. «Lo sanno tutti che la musica è il mio pallino - ripete da sempre - ho incominciato come dj, a Cinisello Balsamo e poi nel 1983 con Dee Jay Television. Per anni ho condotto il Festivalbar. Una volta il sindaco di Sanremo mi ha detto: “Lei sarebbe il personaggio giusto per l’Ariston”. Mi è venuto dal cuore: “A me lo dice”? gli ho risposto».
Allora Scotti, conferma o smentisce le indiscrezioni di Diaco? «Non confermo e non smentisco,prima o poi tutti i potenziali conduttori sono chiamati per Sanremo e io ho indubbiamente il profilo giusto. Detto ciò, certo che mi piacerebbe presentare Sanremo, mi stuzzicherebbe molto, anche se quel palco mette un po’ paura...»
Anche a un animale televisivo di lungo corso come lei? «Certo, perché le variabili sono troppe, non dipende tutto dal conduttore: prenda questo Sanremo. A me non è sembrato affatto male, la coppia Pippo Baudo e Piero Chiambretti ha funzionato alla grande, Elio e le Storie Tese, almeno per quelli della mia generazione, sono irresistibili e la metà delle canzoni erano buone. Forse Michelle Hunziker era una presenza più incisiva delle due ragazze Bianca Guaccero e Andrea Osvart, ma anche questo conta relativamente».
Conta di più forse il fatto che è uno spettacolo durato cinque ore per cinque sere, o sbaglio? «Il gigantismo è un grosso problema, naturalmente la prima cosa da fare sarebbe snellire lo spettacolo: ho l’impressione però che non lo si possa imputare a Baudo. Credo che il conduttore riceva un pacchetto completo che è la risultante di un accordo Rai-Comune di Sanremo e abbia un’indipendenza relativa. Deve muoversi all’interno di quella griglia».
Cos’altro suggerirebbe lei per rinnovare Sanremo? «Non mi pare possibile affrontare una grossa kermesse musicale senza uno stretto dialogo con il mondo della radio. Capisco che il mio è un punto di vista di parte, sono presidente di R 101 e lavoro in radio da una vita, ma la verità è che solo la radio sa creare in breve tempo un legame stretto con gli ascoltatori. Attraverso la radio non solo si sentirebbero più volte le canzoni in gara, ma sarebbe possibile scambiarsi messaggi e opinioni più liberamente che in tv. Non parlo di una emittente sola, tutte potrebbero avere il loro ruolo: Radio Rai più ecumenico, altre magari più critico. Ma tutto fa gioco».
Lei chi avrebbe fatto vincere? «Il mio preferito è Cammariere, i vincitori sono comunque due ottimi professionisti. Mi piace anche Tricarico, così stralunato: mi ha fatto tornare in mente Vasco Rossi o Zucchero, al loro esordio sul palco di Sanremo. O Rino Gaetano, giovanissimo, spaesato e pieno di talento».
Il suo Sanremo del cuore qual è? «Vedevo il festival da bambino insieme alla mia mamma, era l’unica occasione in cui avevo il permesso di stare alzato. Mi ricordo quell’edizione di Chi non lavora non fa l’amore con Claudia Mori e un Celentano straordinario. Finito di cantare ha chiamato il valletto e gli ha dato diecimila lire di mancia. Aveva già chiari segni di celentanismo».
Ed anche il Corriere della Sera tratta l'argomento. A quanto pare il toto-presentatore è quello che più è in moto in questo momento, più che la decisione riguardante il direttore artistico ancora stabile su Cecchetto. Il direttore di rete, Fabrizio Del Noce, infatti, vorrebbe portare sul palco dell'Ariston, l'attore Chistian De Sica o Carlo Conti. E mentre Gerry Scotti ridimensiona la notizia, negando qualsiasi contatto con la Rai, sembrano sempre più forti il contatti con Paolo Bonolis, in scadenza di contratto con Mediaset.
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