GIORGIO PANARIELLO: "HO GODUTO PER IL FLOP DI BAUDO"

Prendo spunto da un articolo di un sito, Reality e Show, per discutere di quanto è stato affermato da Giorgio Panariello. Ho già parlato dell'artista toscano, della suo recente passato televisivo. Questa volta però, a mio modesto parere, l'ha fatta grossa. A quanto pare, Panariello ha goduto e non poco per il risultato ottenuto dall'ultimo Festival di Sanremo. E' proprio quanto è emerso ieri sera nell'intervista alle Invasioni Barbariche, con Daria Bignardi. Leggere per credere:

"Il mio Festival di Sanremo ha fatto ascolti molto più alti dell'ultimo di Pippo Baudo? Ebbene sì. Ho goduto come un cinghiale. Un sassolino dalla scarpa devo togliermelo. Io, poi, venivo dopo il grande successo di Paolo Bonolis e fui ingenuo ad accettare. Tra l'altro proponemmo una scenografia pulita, senza la liturgia delle scale o dei fiori. E io mi misi a fare il ruolo del centrocampista tra Ilary Blasi e Victoria Cabello mentre funziona di più quello dell'incursore, come ha fatto Piero Chiambretti in un Festival ben rappresentato da Baudo". Panariello ha, poi, smentito di essere in trattativa con Mediaset: "Non ho contratti con nessuno ma solo in Rai potrei fare il varietà".

Ora, non voglio accanirmi nei confronti di Panariello, nè tantomeno utilizzare tutta quella cinicità di cui sono stato carente nel precedente post a lui dedicato. Ma perchè rinvangare ancora il suo Sanremo? Con quale coraggio? Credo che, per mia personale memoria, si sia trattato del peggior festival della canzone italiana, e non lo affermo solo basandomi sugli ascolti. Non me ne farei un vanto, bensì approfitterei dei due anni di distanza, e della propria assenza della tv, per portare a dimenticare. Banalità ed improvvisazione. Un continuo viavai di modelle improvvisate presentatrici per interpretare quelle che sono state le due parole più ripetute in quella edizione "l'eccellenza italiana".

Riguardo la scenografia(in figura), quella di Dante Ferretti, tanto indimenticabile quanto raccapricciante, credevo non esistesse al mondo persona in grado di difenderla. Diffidavo nello stesso autore. In quale particolare "nero lucido" andava ritrovata la pulizia scenografica vantata da Panariello?
Da un lato però, penso: Evviva la sincerità! E' forse umano che una persona possa essere "felice" dello scarso successo di uno spettacolo che sotto le proprie mani ha rischiato di andare alla deriva, vedendosi incolpato del 90% delle responsabilità. Credo però che, il caso di Baudo sia diametralmente opposto. Il Festival di Sanremo di Baudo è andato male, innegabilmente. Ma non ho mai letto o sentito una, e dico una, critica feroce almeno quanto le migliaia che la 56 edizione, quella appunto di Panariello, scatenò. Mentre Baudo può vantarsi di una attenuante "calo della televisione generalista" accompagnata dal buon giudizio della maggior parte dei più "feroci" critici televisivi italiani nei confronti dell'intero prodotto, Panariello, a mio parere, non ha scusanti. Ed è stato lo stesso comico toscano a giustificare Baudo sulle pagine de Il Corriere della Sera, dichiarando:

«Sanremo non si può giudicare dagli ascolti della prima serata. Abbiamo ridato fiducia a Prodi, diamo fiducia a Baudo!! Credo che gli ascolti miglioreranno. Ho visto il Festival e trovo che sia una proposta molto piacevole. Ma è difficilissimo fare i grandi risultati del passato».

Un Festival invece, quello di Panariello, orribile dall'inizio alla fine. Spento prima dalla prima puntata, senza alcun picco di interesse.
E poi, a questo punto, trovandomi in questo festival della sincerità, dico a Panariello: "Ascoltami, per il tuo bene, non parlare nè ricordare la tua partecipazione a Sanremo"