Come dare torto a Gianni Minoli? Ai più giovani e spensierati, tutto ciò potrebbe apparire come un motivo di noia, inutile negarlo, ma l'emblema di questa nuova avventura di Gianni Minoli, assume la forma di una frase da leggere con grande attenzione, "un popolo che non ha memoria, fatica ad avere futuro". La Rai, radio televisione italiana infatti presenta un nuovo canale tematico dal forte impatto: RaiStoria. Sicuro concorrente di reti già esistente sulla piattaforma satellitare, in primis History Channel, Rai Storia, ben sette ore di programmazione al giorno sul digitale terrestre.In onda anche sul satellite free, sul canale 805 della piattaforma satellitare e in streaming sul portale rai.tv, Rai Storia, e' un canale in cui diventa un racconto dinamico il passato delle Teche Rai. Minoli, direttore di Rai Educational, spiega che e' stato realizzato a budget zero in meno di un mese. Ecco la notizia:
Nuovo canale Minoli in digitale con Rai Storia«Un popolo che non ha memoria non ha futuro». Osservazione esatta ma insufficiente, se quella «memoria», oltre ad essere riproposta, non lo fosse in modo tale da attrarre l'attenzione. «E il successo di programmi come La storia siamo noi - aggiunge Giovanni Minoli - hanno convinto la Rai che finalmente era arrivato il momento giusto per aprire un canale tematico interamente dedicato alla memoria». Rai Storia - dunque - è l’attesissima nuova proposta che, in onda dai primi di febbraio sul digitale terrestre, sul satellite free, sul canale 805 della piattaforma satellitare, e in streaming sul portale rai.tv, «è già diventato competitor del ben più celebre History Channel di Sky: loro hanno totalizzato 5943 spettatori, e noi 4155». Il segreto pare sia tutto in un doppio binario: «Attingere alle 1800 ore di materiali prodotti da La Storia siamo noi e, più in generale, all’immenso patrimonio delle Teche Rai»; ma anche e soprattutto «produrre ogni giorno sette ore di programmazione totalmente nuova». «Almeno agli inizi la programmazione seguirà il metodo delle ricorrenze storiche», spiega Minoli.
Che la Rai in ogni caso, si inerpichi in una avventura del genere, è in ogni caso quanto di più gradito. Per quanto si possa preferire la televisione leggera, la possibilità di intrattenere anche mediante la cultura, privi della perenne "spada di Damocle" dell'Auditel, credo sia quanto di meglio un servizio pubblico debba assicurare.
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