Sessantotto anni d'età e il capello più rosso d'Italia, Paolo Limiti è una delle colonne portanti della televisione italiana. Ha lavorato con tutti, conosciuto cantanti (scrivendo testi per Mina, Vanoni e Mia Martini, tra le altre), attori, semplici orchestrali.L'esordio in tv è del '68 in Rai e già nel 70 s'inventa il Rischiatutto di cui rimarrà autore fino al '74. Successivamente le prime trasmissioni firmate per le tv commerciali; la direzione del palinsesto di Telemontecarlo; gli anni '80 con le trasferte hollywoodiane e l'ideazione ai Jolly Goal su Rai 2 condotto da Gianfranco Funari, una perla televisiva, poi ricopiata da Fazio con Quelli che il calcio.
Infine i fortunati anni '90 dove Limiti s'inventa la formula del programma d'intrattenimento musicale per la fascia pomeridiana stracciando ogni record di ascolti.
Da L'Italia racconta a Ci vediamo in tv, ogni pomeriggio su RaiDue è Limiti show. Invita vecchi e giovani crooner italiani per rievocare le canzoni popolari e la musica leggera degli anni che furono: tutto in diretta, non una stecca, non una gaffe.
Impossibile non ricordare il valore enciclopedico, culturale e dal tono mai sbracato della televisione alla Limiti. Ma dal 2002 le incomprensioni con il direttore Rai Del Noce portano il conduttore televisivo milanese a vivere il suo personale editto bulgaro con annesso esilio.
«Ma c'è modo e modo di reagire a chi non ti chiama più per fare televisione», ci racconta Limiti dalla Liguria, «io sto benone e ho avuto molte alternative. L'ultima è la composizione dell'opera lirica La zingara guerriera messa in scena con l'orchestra Toscanini a Milano».Cosa non ha funzionato in Rai per non averla riconfermata?
Non per autoincensarmi, ma nel mio curriculum non ci sono tonfi o battute d'arresto. Sono solo record d'ascolti imbattuti, come per il mio ultimo programma Ci vediamo in tv. Sono sempre stato autore e produttore di me stesso e ho chiuso una trasmissione dopo sei anni che andava in onda quotidianamente per due ore. Ero fisicamente distrutto: chiesi io di fare una pausa, magari conducendo un programma settimanale. Ma d'improvviso, da quando è diventato direttore della Rai Del Noce, non mi chiamano più a lavorare. Sono perfino andato da lui in ufficio per parlare di futuri progetti ed è arrivato con quattro ore di ritardo, senza nemmeno degnarsi di una parola durante il nostro fugace colloquio.Le piacerebbe tornare in tv?
Senz'altro, ma per fare solo programmi in cui credo e che mi piacciono. E poi la mia popolarità è aumentata proprio nel momento in cui in tv non appaio più. Ogni dieci passi in strada mi fermano. E sono soprattutto signore ben vestite che mi chiedono quando tomo in tv, perché dicono che questa tv è una "m....a". Sentirlo dire da queste signore vuol dire proprio che non ne possono più.Ma non trova che la tv nell'ultimo decennio abbia subito una forte mutazione di linguaggio?
Assolutamente no, non c'è stato nessun cambiamento di stile. E vi dirò che sono molto lieto di non aver preso parte alla programmazione televisiva venuta dopo di me, piena di appalti e raccomandazioni. Una tv priva di talento con un modo sbrigativo di parlare italiano che fa paura. Smitizziamo questa idea dei grandi cambiamenti. A tutta questa gente manca la preparazione culturale, storica, professionale. L'avevano comunque ghettizzata come conduttore di programmi per anziani e da lì è difficile uscire... Le mie trasmissioni sono state anagraficamente crossover. Programmi come Ci vediamo in tv erano basati sul talento di chi vi partecipava e non sull'età di chi lo guardava. E poi venivano visti da fette amplissime di giovani, lo dicono i dati d'ascolto. Potevo passare da Orietta Berti a Cocteau tradotto da me simultaneamente in italiano, fino ad una romanza, senza perdere uno spettatore. In più ho acquisito molti spettatori giovani perché sono stato il primo a scoprire Eminem o trasmettere le Dixie Chicks in tv. O ancora a trasmettere come fa oggi youtube spezzoni di anteprime di musical americani come The Producers o FullMonty.Può far sapere agli italiani come sta, e soprattutto come si è inventato, quella canaglia di Floradora?
L'idea mi venne mentre conducevo un concorso in Rai e mi dava fastidio avere la figura del notaio a fianco. Io adoro gli animali e pensai che un cagnolino molto "vamp" col ciuffo rosa e gli occhioni sgranati potesse dire cose orribili e fastidiose agli ospiti di una trasmissione senza offenderli. I duetti tra Floradora con tutte le cantanti di una certa età di Ci vediamo in tv erano davvero divertenti.
2 commenti:
Limiti lo vedo ogni settimana all'Esselunga di via cagliero o da Alvin's a bere l'aperitivo coi suoi genitori.
Scusate, qualcuno conosce la mail di Paolo Limiti?
avrei bisogno di ritrovare il testo di una canzone antica e ho difficoltà nel reperimento, mi hanno suggerito di rivolgermi a lui.
Anna
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